Primo successo per Vingegaard dopo la pausa primaverile © Jumbo-Visma
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Al Tour manca ancora molto, ma Jonas è già Vingente

Il danese della Jumbo-Visma si impone nella quinta frazione del Critérium du Dauphiné staccando tutti i rivali in salita e confermandosi pronto per la Grande Boucle. Alaphilippe secondo, Johannessen terzo

08.06.2023 17:11

La cronometro individuale di ieri aveva già delineato abbastanza chiaramente la situazione in classifica e prima del gran finale sulle montagne che decreterà il vincitore di questa edizione del Critérium du Dauphiné era rimasta ancora la frazione odierna a disposizione dei cacciatori di tappe. Quinto giorno di corsa del Giro del Delfinato 2023 la Cormoranche-sur-Saône - Salins-les-Bains si presentava aperta a più scenari grazie ai suoi 191.5 chilometri puntellati nella seconda metà di tappa da diversi ostacoli altimetrici. Le asperità principali erano la Côte de Château-Chalon (4.4 km al 4.5%), ben lontana dal traguardo e, poi, più a ridosso del finale, Côte d'Ivory (2.3 km al 5.9%) con scollinamento ai - 36.7 e l'impegnativa Côte de Thésy (3.6 km al 8.8%) ai -14.4 dall'arrivo di Salins-les-Bains.

Una fuga ben assortita è partita subito dopo la partenza: davanti trovavamo Nils Politt (BORA-hansgrohe), Georg Zimmermann (Intermarché-Circus-Wanty), Jonas Gregaard (Uno-X Pro Cycling Team), Thomas De Gendt (Lotto Dstny), Edvald Boasson Hagen (TotalEnergies) e Leon Heinschke (Team DSM). Per loro vantaggio massimo di 4'00" raggiunto dopo una sessantina di chilometri. A controllare il vantaggio del sestetto due squadre: la Soudal Quick-Step per Julian Alaphilippe e la UAE Team Emirates per il leader Mikkel Bjerg. Tenere basso il gap dai battistrada richiedeva il massimo impegno di entrambe le compagini, tanto che a cinquanta chilometri dalla fine, con un ritardo di 3'15" dalla testa, anche la Bahrain-Victorious iniziava a dare il proprio contributo all'inseguimento.

Il primo vero cambio di ritmo nel plotone si è verificato durante l'avvicinamento alla Côte d'Ivory grazie al lavoro di Dries Devenyns e Mauri Vansevenant. Sulla salita è stata invece la EF Education-EasyPost con Andrea Piccolo a fare il forcing per Richard Carapaz, riducendo pesantemente il distacco dai battistrada. Al GPM il gap era di poco superiore al minuto e il plotone decisamente allungato, con anche la maglia gialla Bjerg e quella verde Christophe Laporte (Jumbo) costretti ad abbandonare le prime posizioni.

Il vantaggio della fuga si è ulteriormente ridotto prima della salita finale grazie al lavoro di Dylan van Baarle e Nathan Van Hooydonck (Jumbo). Non appena iniziata la Côte de Thésy è stato Andrea Bagioli (Soudal) ad andare in testa con a ruota Alaphilippe. La maglia gialla Bjerg è invece caduta nella curva d'imbocco della salita ed ha dovuto immediatamente dire addio ad ogni velleità di mantenere la leadership. La EF ha aumentato il passo con Sean Quinn e James Shaw, i quali hanno lanciato Carapaz. 

Alla ruota dell'ecuadoregno si sono subito tuffati Alaphilippe e Jonas Vingegaard (Jumbo), mentre la fuga veniva ripresa sia dai tre attaccanti che dal resto del gruppetto tirato da un buon Giulio Ciccone (Trek-Segafredo). Ai -16 Vingegaard è partito lasciando sul posto Carapaz e involandosi verso il GPM e poi direttamente al traguardo, posto dopo un lungo tratto in discesa. Dietro invece il campione olimpico veniva ripreso e staccato da un drappello contenente tutti i big della classifica (Egan Bernal compreso) meno Dani Martínez, Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers) e David Gaudu (Groupama-FDJ), decisamente più attardati e giunti a Salins-les-Bains a 1'02" dal vincitore. 

Il passivo dei big da Vinge al GPM era nell'ordine dei 40" e le due squadre più impegnate nell'inseguimento risultavano la UAE con Rafal Majka e Adam Yates e la Trek con Juan Pedro López e lo stesso Ciccone. Lungo la discesa la collaborazione dietro è aumentata, senza però che il margine del battistrada danese subisse brusche diminuzioni. A dimostrazione del ritmo non infernale tenuto dal drappello inseguitore il tentativo solitario di Bernal di evadere dal gruppetto intorno ai -7. Una specie di fagianata riuscita quasi per sbaglio al colombiano, poi riassorbito ai -5. In ogni caso un'ottima conferma per Egan: il recupero sta procedendo bene e, passo dopo passo, il ciclismo potrà ritrovare uno dei grandi campioni dell'era moderna.

Vingegaard davanti ha continuato a spingere sino al traguardo, mettendo già in cassaforte la generale del Delfinato e confermando l'ottimo stato di forma che lo accompagnerà presumibilmente fino a fine luglio, quando si concluderà il Tour de France 2023. A 31" dal danese sono giunti gli inseguitori regolati da Alaphilippe su Tobias Halland Johannessen (Uno-X), mentre Bjerg, giunto a 2'23", ha ceduto la maglia al connazionale. In classifica Ben O'Connor (AG2R Citroën Team) è secondo a 1'10" da Vingegaard, mentre gli altri, a partire da Alaphilippe - terzo a 1'23" - pagano tutti un passivo ancor più pesante.

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