Il bus della Israel-Premier Tech alla scorsa Vuelta a España ©GettyImages
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La Vuelta 2026 non finirà più alle Canarie a causa della possibile presenza del team Israel

Il Cabildo di Gran Canaria conferma il rifiuto di ospitare la corsa: troppo alto il rischio che l'ex Israel-Premier Tech sia al via nonostante i recenti cambiamenti

Il progetto sembrava ormai definito: dopo mesi di trattative, la Vuelta a España 2026 avrebbe dovuto chiudersi con quattro tappe spettacolari alle Canarie, due a Tenerife e due a Gran Canaria, riportando la corsa nell’arcipelago per la prima volta dal 1988. Era tutto pronto, mancava soltanto la firma ufficiale. Ma quella firma non è mai arrivata.

Secondo quanto riportato da AS, il Cabildo di Gran Canaria (Il Consiglio dell'isola) ha confermato la propria opposizione ad ospitare la corsa a causa della possibile presenza dell’ormai ex Israel-Premier Tech, il team coinvolto nelle proteste che hanno accompagnato La Vuelta 2025. La contestazione nasce dal presunto ruolo di Israele nel conflitto di Gaza, definito da gran parte della comunità internazionale un genocidio: tema su cui, ricordiamo, Unipublic non ha competenze, poiché la partecipazione delle squadre è regolata dalla UCI sulla base dei risultati sportivi e non di scelte politiche o locali.

I manifestanti filo-palestinesi contro la presenza della Israel-Premier Tech sul Paseo del Prado durante l'ultima tappa della Vuelta a España 2025 (EFE/Rodrigo Jiménez)
I manifestanti filo-palestinesi contro la presenza della Israel-Premier Tech sul Paseo del Prado durante l'ultima tappa della Vuelta a España 2025 (EFE/Rodrigo Jiménez) 

I cambiamenti nel team Israel non hanno convinto

Il recente annuncio dell’Israel-Premier Tech — l’uscita dalla gestione di Sylvan Adams, figura vicina al governo israeliano, e la possibile modifica della nazione di licenza — non è stato considerato sufficiente dalle istituzioni canarine. “Il proprietario del team è ancora lo stesso e le possibilità che la squadra partecipi alla Vuelta, per meriti sportivi, restano”, hanno dichiarato al quotidiano spagnolo fonti del Cabildo, ribadendo quanto già affermato lo scorso settembre: Gran Canaria non ospiterà alcuna tappa se la squadra israeliana sarà al via.

Il ritiro di Gran Canaria trascina anche Tenerife

Il limite fissato da Unipublic per una risposta definitiva è ormai scaduto. Con Gran Canaria fuori dall’accordo, anche il Cabildo di Tenerife ha fatto intendere di non essere disposto a sostenere da solo i circa 6,5 milioni di euro necessari. Inoltre, anche a Tenerife — in zone come La Laguna e il sud dell’isola — l’opinione pubblica si era già espressa con posizioni simili riguardo alla “questione Israel”.

Di fatto, è saltato l’intero progetto che prevedeva due tappe per isola e un ritorno in grande stile della Vuelta alle Canarie, con arrivi suggestivi sul Teide e sul Pico de Las Nieves.

Un finale da riprogrammare a un mese dalla presentazione ufficiale

La presentazione del percorso della Vuelta 2026 è fissata per il 17 dicembre a Monaco, sede anche della cronometro inaugurale che ricalcherà parte del celebre circuito di Formula 1. Ma a meno di un mese dall’evento, la mancanza di un annuncio sulle Canarie aveva già fatto intuire la presenza di ostacoli significativi. La decisione del Consiglio di Gran Canaria ha confermato definitivamente la situazione.

Con il ritorno alle Canarie rimandato a data da destinarsi, Unipublic deve ora trovare una nuova sede per il finale di corsa. Madrid, tradizionale arrivo della Vuelta, questa volta non appare una soluzione praticabile: quella stessa giornata si correrà il Gran Premio di Formula 1, complicando logistica e sicurezza.

La Vuelta a España 2026, in programma dal 22 agosto al 13 settembre, dovrà quindi ridisegnare il proprio epilogo, mentre il sogno di rivedere il gruppo sulle strade delle isole si allontana ancora.

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