
Giro d'Italia 2025 - 3a tappa: ecco le prime montagne
Le salite non sono vicinissime al traguardo, ma sono veramente dure: interpretare questa tappa è cosa assai ardua. Il percorso, le nostre previsioni, orari e appuntamenti tv
Se già le prime due giornate del Giro d'Italia 2025 non hanno risparmiato al gruppo numerose difficoltà, la 3a tappa è ancora più insidiosa, quasi forse da essere considerata la prima frazione di montagna e non solo per la lunga ascesa al Passo di Logara a ridosso degli ultimi km. In 160 km si totalizzano 2800 metri di dislivello (di fatto tutti concentrati nei primi 120 km), certamente non pochi, con salite spesso ripide anche se relativamente brevi, in numero molto maggiore rispetto a quanto facciano immaginare i soli due GPM in palio. La partenza è di fatto già in salita (si incontra quasi subito una salita di 2 km al 4.5% per uscire da Valona) e il successivo fondovalle è zeppo di ondulazioni anche piuttosto esigenti per almeno 45 km; poi diventa un più gestibile falsopiano che conduce ai piedi della prima vera salita di Qafa Shakellës: in tutto sono 5.4 km al 4.2%, ma in verità è composta da un primo duro segmento di 2 km al 9.7% (max 14%) e da un secondo strappo di circa 1 km all'8%, separati da una sensibile contropendenza; dunque salita vera, che fa male. Dopo una lunga discesa si arriva sul mare, ma per costeggiarla si risale subito in quota, prima con il semplice Qafa Lerës (2.6 km al 3.1%), poi con il tostissimo Qafa e Vishës (5 km al 7.1%, ma molto irregolari; si segnala un tratto di 600 metri al 15% di media, max 17%), a sua volta seguito da altre ondulazioni come quelle di Iliaz (1 km al 7%) e Palasë (1.9 km al 7.7%). Già fin qui c'è stato tanto terreno per fare selezione, eppure manca ancora la vera salita del giorno, il Qafa e Llogarasë (10.5 km al 7.4%, max 12%) ascesa per scalatori che ha il solo difetto di essere piuttosto distante dal traguardo, ma nemmeno tantissimo (38.6 km), anche perché almeno 13 sono di vera discesa, seguiti da una decina di falsopiano molto veloce. Ammazzano la fantasia gli ultimi 17 km lungomare, che comunque offrono qualche piccola ondulazione, in particolare uno zampellotto di 300 metri al 7% a 6.5 km dall'arrivo. Il finale è pianeggiante e molto lineare, con una sola rotonda a ostacolare la marcia quando mancano 1200 metri.
Le salite di oggi
Come già sperimentato a ieri, anche oggi vi forniamo i profili dettagliati anche delle salite di cui l'organizzazione non ha prodotto materiale, anche quelle che non assegnano GPM. Lo faremo approfittando delle tracce Strava pubblicate proprio da RCS, estremamente affidabili e veritiere. È evidente anche visivamente quello che dicevamo prima: si tratta di una tappa ricchissima di difficoltà anche prima della salita decisiva.


Gli ultimi km

Fari puntati su…
Il ragionamento di fondo con cui si deve analizzare questa frazione è più o meno lo stesso della prima tappa: se già il doppio passaggio sul Surrel è stato sufficiente a ridurre il gruppo a meno di 40 unità e mettere in difficoltà non solo tutti i velocisti, ma anche qualche uomo di classifica, le tante rampe arcigne che si susseguono nella parte centrale di questa frazione, nonché la presenza di difficoltà altimetriche fin dai primissimi km, possono a maggior ragione selezionare un gruppo composto quasi esclusivamente da scalatori con l'aggiunta di pochi altri corridori resistenti. Sembrerebbe forse troppo dura pure per lo stesso Mads Pedersen (Lidl - Trek), che però cercherà di portare la situazione a suo favore per riprendersi la rosa. Wout van Aert (Team Visma | Lease a Bike) sarebbe stato il favoritissmo fino a qualche anno fa, essendo in grado di vincere anche tappe di alta montagna, ma a Tirana è sembrato più in difficoltà dello stesso Pedersen in salita; va detto che il tipo di prestazione richiesta sul Passo di Logara è completamente diverso ed è ormai chiaro che in questo 2025 Van Aert è molto più fondista che corridore esplosivo. Una grandissima chance di vincere ce l'ha Thomas Pidcock (Q36.5 Pro Cycling Team), il meno scalatore tra gli scalatori e il più scalatore tra i classicomani, ma in linea teorica potrebbero essere della partita gli stessi Primož Roglič (Red Bull - BORA - hansgrohe) e Juan Ayuso (UAE Team Emirates - XRG), che in assenza di velocisti potrebbero seriamente vincere la tappa, con il secondo fine di portarsi a casa anche gli abbuoni in secondi.
Tutto dipenderà da come sarà affrontata la concatenazione di salite veramente tosta (Qafa e Vishës e Qafa e Llogarasë) con la quale si accumulano quasi 1500 metri di dislivello in appena 32 km, che vi abbiamo mostrato con i profili dettagliati. Se fosse stata collocata nel finale di tappa avrebbe prodotto sicuramente distacchi anche tra gli uomini di classifica, ma chiaramente non sappiamo come il gruppo ci si approccerà mancando ancora poco meno di 40 km una volta arrivati in vetta. La questione centrale è capire chi parte con l'intenzione di vincere la tappa: se Pedersen avesse questa intenzione sicuramente tirerà per far fuori i velocisti, ma non potrà mettere Giulio Ciccone a menare in testa al gruppo, perché su questo tipo di salite si staccherebbe anche lo stesso danese e resterebbero in 10. Se Van Aert stesse meglio potrebbe essere la Visma a tirare per provare a mettere in difficoltà Pedersen su salite non adatte alle sue caratteristiche e portare il belga nelle condizioni di non avere avversari temibili in volata.
A fronte di tutti questi piani c'è anche l'incognita della fuga: queste prime due frazioni hanno già allungato la classifica e potrebbe formarsi una fuga di gente forte che al gruppo sta bene; se al contrario ci sarà chi vuole tenere la corsa chiusa, la fuga potrebbe impiegare molto a partire e una forte velocità nei primi km mossi potrebbe provocare una selezione ancora maggiore di quello che si può pensare. Lo stesso discorso vale nel momento in cui si dovrà inseguire la fuga sulle salite più impegnative, fatto che costringerà il gruppo a salire più o meno forte. Se a Roglic può star bene che la fuga arrivi, altre squadre vorrano invece tener chiusa la corsa per giocarsi il successo di tappa. Peraltro alla vigilia del giorno di riposo e di tre tappe più o meno da volata, potrebbe esserci anche la voglia di spendere qualcosa in più del dovuto.
A prescindere dallo svolgimento, possiamo aggiungere ai nomi già fatti, quelli di altri uomini abbastanza veloci che erano nel primo gruppo nella frazione inaugurale: Orluis Aular (Movistar Team), Diego Ulissi, Nicola Conci e Christian Scaroni (XDS Astana Team), Richard Carapaz (EF Education - EasyPost) e Max Poole (Team Picnic PostNL). Menzioniamo a parte il giovanissimo Francesco Busatto (Intermarché - Wanty), che sicuramente si proverà a testare anche su un tracciato così impegnativo per trovare il suo limite attuale. Ricordiamo poi la terza carta della Lidl-Trek, Mathias Vacek, più resistente di Pedersen e più veloce di Ciccone. Infine vale la pena di fare i nomi di Quinten Hermans (Alpecin - Deceuninck) e Filippo Fiorelli (VF Group - Bardiani CSF - Faizanè), che in vetta a Surrel erano agganciati, ma hanno preso il buco in discesa a causa della caduta; ma anche quello di Derek Gee (Free Palestine - Premier Tech), che se avesse superato l'empasse di Tirana potrebbe essere un ottimo nome per il successo di tappa.
Giro d'Italia 2025, gli orari della terza tappa
Il transito dal km0 è in programma alle 13:25, mentre l'arrivo è previsto tra le 17:00 e le 17:30. La tappa sarà trasmessa in tv sia dai canali in chiaro Rai (su Rai Sport dalle 12:30 alle 14:00, poi su Rai 2 dalle 14:00 alle 18:05), sia su Eurosport e Discovery+ (dalle 13:00 alle 17:45).