
Nikiforos Arvanitou, l'uomo giusto per il Team United Shipping
Arrivato nella formazione ungherese solo a metà luglio, il campione nazionale greco si è fatto trovare subito pronto: ha già centrato due vittorie e altri dieci piazzamenti in top ten
Ventiseiesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour of Bulgaria, Tour of Kosovo, Okolo jižních Čech / Tour of South Bohemia, Tour of Shanghai, Tour of Binzhou, Dhofar Classic, Tour of Salalah e Nikiforos Arvanitou, che ha già ripagato alla grande la fiducia del Team United Shipping.
Le corse della settimana
Tour of Bulgaria

In settimana è andata in scena la settantaduesima edizione del Tour of Bulgaria, che quest’anno è rimasta l’unica corsa del paese (campionati nazionali a parte) nel calendario UCI. Erano al via otto Continental e dodici formazioni dilettantistiche, per un totale di venti squadre.
La corsa si è aperta con un cronoprologo di 3,5 km completamente pianeggiante. Il miglior tempo è stato realizzato da Ognjen Ilić (Borac Čačak), al primo vero successo internazionale in carriera, dopo quattro titoli serbi (tre a cronometro e uno in linea). Il ventiseienne ha battuto di 3” Felix Gross (REMBE|rad-net), ex corridore della UAE Team Emirates, e il greco Nikiforos Arvanitou (United Shipping).
La prima tappa in linea era piuttosto semplice e, pur non essendo interamente pianeggiante, non presentava alcun GPM. Come da pronostico, si è arrivati in volata e un italiano ha festeggiato il successo: Lorenzo Cataldo (Gragnano) si è messo alle spalle Nikiforos Arvanitou, che si è consolato passando in testa alla classifica, e Albert Gathemann (Benotti Berthold).
Anche la seconda frazione non era particolarmente impegnativa, anche se presentava, a metà percorso, il primo GPM della corsa (una salita non troppo dura). Come prevedibile, non c’è stata selezione ed è stata nuovamente volata: lo spunto migliore è stato quello di Mihajlo Stolić (United Shipping), che ha anche strappato la maglia di leader al compagno di squadra Arvanitou. Alle spalle del serbo si sono piazzati Lorenzo Magli (Gallina Ekotek) e Lorenzo Cataldo.
La terza tappa prevedeva una salita di ventuno chilometri (dalle pendenze non eccessive), la cui cima era situata a meno di 30 km dal traguardo. Davanti sono rimasti circa trenta corridori e allo sprint ha prevalso Nikiforos Arvanitou, che si è ripreso la leadership nella generale. Il campione nazionale greco ha preceduto Martin Papanov (CYTO TRIGON) e Lorenzo Magli.
La quarta frazione presentava una salita di 14 km nella prima parte e un percorso molto più semplice nel finale. Qualcuno ha perso contatto, ma davanti sono rimasti comunque circa sessanta uomini, che si sono giocati il successo in volata. Lo sprint ha premiato Lorenzo Cataldo, abile a mettersi dietro Daniel Schrag (MaxSolar) e un redivivo Miguel Angel Rubiano (Bialini Team Global). Nikiforos Arvanitou ha conservato la maglia di leader.
L’ultima frazione prevedeva una salita lunga, seguita da una lunga discesa che conduceva fino al traguardo. La selezione c’è stata e davanti sono rimasti circa venti corridori. In volata ha esultato il polacco Paweł Szóstka (Monogo Lubelskie Perła Polski), bravo a superare Nikiforos Arvanitou e il tedesco Dominik Röber (Benotti Berthold).
Nikiforos Arvanitou ha conquistato il successo finale (e la maglia di miglior giovane), con 21” su Dominik Röber e 25” su Julian Borresch (REMBE|rad-net). Tommaso Rigatti (Gragnano) ha vinto la classifica dei GPM, mentre Mihajlo Stolić è stato il re degli sprint intermedi. La MaxSolar, infine, si è aggiudicata la graduatoria a squadre.
Tour of Kosovo

Dopo l’annullamento dello scorso anno, è tornato in calendario il Tour of Kosovo, unico evento UCI (campionati nazionali a parte) a disputarsi sul suolo del paese balcanico. La partecipazione non è stata molto qualificata: al via si è presentata una sola Continental (la guamaniana EuroCyclingTrips-CCN), accompagnata dalle selezioni nazionali di Albania, Grecia e Kosovo e da undici formazioni dilettantistiche, per un totale di quindici squadre.
La corsa si è aperta con la tappa regina: oltre a un paio di strappetti nella seconda parte del percorso, era prevista una salita di oltre quattro chilometri, che si concludeva a poco più di mille metri dal traguardo. Ewan Mackie (MyPad Racing) ha staccato tutti e ha tagliato il traguardo con 6” di vantaggio su Niels Reemeijer (Wielerploeg Groot Amsterdam) e 35” sul compagno di squadra Alex Franks. Il vincitore ha, ovviamente, conquistato anche la maglia di leader.
La seconda frazione prevedeva le principali asperità nei primi chilometri, per poi proporre un percorso ondulato, ma senza eccessive difficoltà. Danijel Agricola (Wielerploeg Groot Amsterdam) ha centrato la classica accoppiata tappa e maglia, mettendo nel sacco la MyPad Racing: la formazione britannica, infatti, ha occupato tutte le posizioni dalla seconda alla quinta, mancando clamorosamente la vittoria. Rowan Baker si è piazzato secondo a 10”, Edward Morgan terzo a 18”, con Dylan Hicks e Alex Franks a regolare il gruppo inseguitore a 1’37”.
L’ultima tappa aveva un profilo abbastanza semplice, ma gli ultimi 1300 metri erano in salita. Il gruppo è rimasto sostanzialmente compatto e alla fine è stata volata: il più rapido è stato Valentino Kamberaj (Nazionale Albania), che ha battuto Dylan Hicks e il professionista della Burgos Burpellet BH Georgios Bouglas (Nazionale Grecia).
Danijel Agricola, miglior giovane della corsa, ha conquistato il successo finale, con 17” su Rowan Baker e 29” su Edward Morgan. Dylan Hicks ha vinto la classifica a punti, mentre la MyPad Racing si è aggiudicata la graduatoria a squadre.
Okolo jižních Čech / Tour of South Bohemia

In Repubblica Ceca si è disputato il Tour of South Bohemia (Okolo jižních Čech in lingua originale), una corsa a tappe di quattro giorni. Al via dell’edizione 2025 si sono presentate ben ventinove squadre: diciassette Continental, la nazionale dei Paesi Bassi, dieci formazioni dilettantistiche e una selezione regionale.
La gara si è aperta con una frazione dal profilo ondulato, ma senza salite troppo dure. Il gruppo è rimasto abbastanza compatto, ma ci sono stati dei buchi e solo ai primi dodici è stato assegnato lo stesso tempo. La vittoria è andata al britannico Jed Smithson (Visma|Lease a Bike Development), anche primo leader della corsa, che ha avuto la meglio su Aldo Tailleu (Lotto Development) e Kasper Andersen (Swatt Club).
La seconda tappa presentava un’altimetria non troppo diversa da quella precedente, anche se l’ultima salita si concludeva a soli 7 km dal traguardo. Axel van der Tuuk (Metec-SOLARWATT) è riuscito ad andar via in solitaria e non è stato più raggiunto. Il ventiquattrenne ha tagliato il traguardo con 7” di vantaggio sul gruppo, regolato in volata da Oliver Søndergaard (AIRTOX-Carl Ras) davanti al leader Jed Smithson, che ha lasciato la testa della classifica al vincitore di giornata.
La terza frazione era la più impegnativa della corsa, con diverse salite, l’ultima delle quali, la più impegnativa, terminava a meno di 5 km dal traguardo. William Smith (Visma|Lease a Bike Development) ha messo a segno il colpaccio, beffando due uomini della Lotto Development. Lucas van Gils si è dovuto accontentare del secondo posto, mentre Milan Donie ha chiuso terzo a 3”. Il britannico è anche passato in testa alla generale.
L’ultima tappa prevedeva le principali asperità nella prima parte, diventando molto più agevole in seguito. Tredici uomini sono riusciti ad anticipare di 4” il grosso del gruppo e la Lotto Development è uscita per il secondo giorno consecutivo sconfitta: Mads Landbo (Give Steel-2M) ha superato in volata il duo della formazione belga composto da Matys Grisel e Aldo Tailleu.
William Smith ha conquistato il successo finale (e la maglia di miglior giovane), con 19” di vantaggio su Tomáš Přidal (Elkov-Kasper) e 22” su Lucas van Gils. Jed Smithson si è imposto nella classifica a punti e Axel van der Tuuk ha vinto quella dei GPM. La Lotto Development, infine, si è aggiudicata la graduatoria a squadre.
Tour of Shanghai e Tour of Binzhou

In Cina è andato in scena il Tour of Shanghai, corsa a tappe di tre giorni che esordiva quest’anno nel calendario internazionale, dopo essere stata una gara dilettantistica lo scorso anno. Al via erano presenti venti squadre: tre ProTeams (la Solution Tech-Vini Fantini, il Team Novo Nordisk e la Wagner Bazin WB) e diciassette Continental.
Le tre tappe in programma condividevano lo stesso profilo, interamente pianeggiante, e la lunghezza limitata, sempre inferiore ai 100 km. Come ampiamente prevedibile, vista l’altimetria, tutte si sono concluse in volata e la classifica generale è stata decisa dagli abbuoni.
Con i suoi 95 km, la prima frazione era la più lunga e ha visto la vittoria dell’ecuadoriano Cristian Pita (Huansheng-Vonoa), che ha conquistato la terza vittoria UCI in stagione (la quinta in carriera). Il trentenne, che ha preso anche la maglia di leader, ha avuto la meglio sul serbo Dušan Rajović (Solution Tech-Vini Fantini) e sul neerlandese Jesper Rasch (Parkhotel Valkenburg).
Anche la seconda tappa era lunga circa 95 km, ma per qualche centinaio di metri era più breve della precedente. La sfida per la vittoria ha visto gli stessi protagonisti della prima frazione, ma Dušan Rajović è riuscito a prendersi la rivincita e a mettere la sua ruota davanti a quella di Cristian Pita, che ha, comunque conservato la testa della generale. Al terzo posto si è piazzato l’estone Martin Laas (Quick).
L’ultima frazione era la più breve: misurava, infatti, soltanto 88 km. Il più veloce è stato il danese Alexander Salby (Li Ning Star): per il ventisettenne è stata la nona vittoria stagionale nel calendario UCI. Dušan Rajović è stato ancora protagonista, ma si è fermato al secondo posto, mentre terzo, come nella prima tappa, si è piazzato Jesper Rasch.
Dušan Rajović ha conquistato il successo finale (e la classifica a punti), con 6” di vantaggio su Cristian Pita e 14” su Alexander Salby. Ben diciotto squadre su venti hanno chiuso la graduatoria a squadre con lo stesso tempo: la somma dei piazzamenti ha premiato il Team Novo Nordisk.
Due giorni dopo è andato in scena il Tour of Binzhou che, dopo una prima edizione dal discreto successo come corsa a tappe di due giorni, è stato trasformato in una prova di un giorno nel 2024 e ha confermato il format anche quest’anno. Nonostante un livello teoricamente superiore (categoria 1.1), la start list è stata meno competitiva rispetto al Tour of Shanghai: al via, infatti, era presente un solo ProTeam (la Solution Tech-Vini Fantini), accompagnato da diciassette Continental.
Il percorso consisteva in quattro giri di un circuito di circa quaranta chilometri, completamente privo di difficoltà altimetriche. L’assenza di asperità sembrava dover portare a una volata di gruppo, ma le cose sono andate in modo molto diverso: tre uomini sono riusciti a sorprendere il plotone con un attacco negli ultimi chilometri e non sono più stati ripresi.
Simon Pellaud (Li Ning Star) ha staccato i compagni di avventura ed è andato a vincere con 9” di vantaggio su Yukiya Arashiro (Solution Tech-Vini Fantini) e Samuel Jenner (Wuzhishan SCOM). Il gruppo è arrivato a un passo dai due inseguitori (è stato cronometrato con lo stesso tempo) ed è stato regolato da Alexander Salby, compagno di squadra del vincitore, davanti a Cameron Scott (CCACHE x BODYWRAP).
Dhofar Classic e Tour of Salalah

In Oman si è disputato il Tour of Salalah, una corsa a tappe di quattro giorni che fa parte del calendario UCI per il terzo anno consecutivo. Quest’anno la gara è stata anticipata per la prima volta da una prova di un giorno, la Dhofar Classic. Al via di entrambe erano presenti le stesse quindici squadre: nove Continental, cinque nazionali (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Oman e Thailandia) e la selezione regionale delle Fiandre.
La Dhofar Classic presentava un’altimetria abbastanza insolita: la corsa, infatti, partiva dal livello del mare, presentava una salita di 11 km (con scollinamento al km 50), al termine della quale non c’era la discesa, ma un lunghissimo tratto di saliscendi. Solo nel finale era in programma una lunga discesa che riportava i corridori a livello del mare, con gli ultimi 6 km che erano abbastanza pianeggianti.
La nazionale emiratina ha dominato la corsa, facendo grandissima selezione, e ha sfruttato al meglio la presenza in squadra di due portacolori della UAE Team Emirates Gen Z. Proprio uno di loro, Mohammad Almutaiwei è andato via da solo e non è più stato raggiunto. Il ventunenne ha tagliato il traguardo con 1’45” di margine sul compagno di squadra (sia nella UAE Gen Z che in nazionale) Abdulla Jasim Al-Ali e sul campione nazionale della Mongolia, Tegsh-Bayar Batsaikhan (Roojai Insurance). Fresco vincitore del Tour of Route Salvation, Mathias Bregnhøj (Terengganu) si è dovuto accontentare della medaglia di legno a 1’55”, mentre Jeroen Meijers (Victoria Sports) ha completato la top five a 3’47”.
Il giorno successivo è iniziato il Tour of Salalah, che si è aperto con una tappa caratterizzata da una salita di 5 km al 10%, che si concludeva ai -30. Dodici corridori hanno fatto la differenza sul resto della compagnia e due di loro sono riusciti ad anticipare di poco gli altri. La vittoria è andata ad Abdulla Jasim Al-Ali, che ha battuto allo sprint Mathias Bregnhøj, impossessandosi, ovviamente, della maglia di leader. A 6” sono arrivati gli altri dieci, regolati in volata da Sarawut Sirironnachai (Nazionale Thailandia).
La seconda frazione era probabilmente la più impegnativa della corsa: l’arrivo, infatti, era situato in cima a una salita che, pur con diversi tratti di respiro, caratterizzava gli ultimi 23 km. Adne van Engelen (Terengganu) si è dimostrato il più forte ed è passato in testa alla classifica generale. Il trentaduenne ha rifilato 1’12” all’etiope Tekle Alemayo (Amani) e 1’19” al vincitore del Tour of Salalah 2024, il brasiliano Nicolas Sessler (Victoria Sports).
La terza tappa aveva un profilo prevalentemente pianeggiante, ma negli ultimi 2 km la strada saliva al 4%. È stata una buona giornata per la fuga e Jeroen Meijers è riuscito a staccare tutti. Il trentaduenne ha tagliato il traguardo con 9” di vantaggio su Wesley van Dyck (Team Flanders) e 21” su Ratchanon Yaowarat (Nazionale Thailandia). Adne van Engelen ha conservato la maglia di leader.
L’ultima frazione era abbastanza impegnativa: a metà percorso era presente una salita di 5 km al 9% e ai -10 iniziava uno strappo di 2,6 km con la stessa pendenza. Davanti sono rimasti tredici corridori, che si sono giocati il successo in volata: a spuntarla è stato nuovamente Abdulla Jasim Al-Ali. L’emiratino ha preceduto il giapponese Shoma Kazama (Shimano) e Mathias Bregnhøj.
Adne van Engelen ha conquistato il successo finale, con 1’06” su Abdulla Jasim Al-Ali, vincitore della classifica a punti e miglior giovane della corsa, e 1’25” su Mathias Bregnhøj. Nonostante la presenza di due uomini della Terengganu sul podio, a imporsi nella graduatoria a squadre è stata la Roojai Insurance.
Le Continental tra i big

In assenza di Continental britanniche, una sola formazione di terza divisione ha preso parte al Tour of Britain: la portoghese Anicolor/Tien 21. L’esperto Rubén Fernández ha ottenuto i migliori risultati: il trentaquattrenne ha chiuso sedicesimo in classifica generale, con un quindicesimo posto nella quinta tappa.
Undici Continental hanno partecipato al Tour of Istanbul, ma, a sorpresa, non era presente la squadra di casa, la Istanbul Büyükşehir. La belga Tarteletto-Isorex ha ottenuto il miglior piazzamento in classifica generale, il sesto posto di Gianni Marchand, e si è portata a casa la maglia dei GPM con Robbe Claeys. La tedesca BIKE AID si è tolta una grande soddisfazione, vincendo il prologo con Oliver Mattheis. Il miglior rappresentante del ciclismo di terza divisione è stato, però, Mauro Cuylits, corridore della Lotto Development, in gara con il ramo Pro del team: il belga ha conquistato il successo finale, vincendo anche la prima tappa e il titolo di miglior giovane.
Le statunitensi Project Echelon e Skyline sono state affiancate dalla colombiana Medellín-EPM alla Maryland Cycling Classic. A ottenere il miglior risultato è stata proprio la compagine straniera, grazie al tredicesimo posto di Wilmar Paredes: il colombiano poteva ottenere un risultato migliore, ma è caduto mentre era al comando.
Quattro formazioni di terza divisione, la messicana Petrolike e le italiane MBH Bank Ballan, Mg.K Vis Costruzione e Ambiente e Sam-Vitalcare, hanno partecipato al GP Industria & Artigianato e al Giro di Toscana. A Larciano, dove era presente anche la Gragnano, il miglior risultato è stato di Cesare Chesini: il corridore della MBH Bank Ballan si è piazzato diciottesimo. Al Giro di Toscana è stato, invece, Andrii Ponomar a fare meglio degli altri Continental: l’ucraino della Petrolike ha chiuso ventiseiesimo.
In settimana l’UCI ha annunciato diverse novità di ciclomercato. Il Team Amani si è rinforzato con gli arrivi degli etiopi Tekle Alemayo, campione nazionale in carica, e Bizay Tesfu Redae, ex Hagens Berman Jayco. La EuroCyclingTrips-CCN ha ripreso il francese Stéfan Bennett, già membro del team nel 2022 e nel 2023.
Si è rinforzata pesantemente la Wuzhishan SCOM: la formazione cinese ha ingaggiato l’eritreo Awet Aman, campione nazionale 2023, l’australiano Samuel Jenner, ex campione nazionale under 23, e il trentaquattrenne belga Rutger Wouters, all’esordio nel mondo Continental dopo le cinque vittorie internazionali del 2024. L’UCI non ha ancora ufficializzato questi movimenti, ma i tre hanno già disputato il Tour of Binzhou con la squadra.
Il ritratto della settimana: Nikiforos Arvanitou

A metà luglio, in un periodo abbastanza insolito, il Team United Shipping ha fatto un colpo di mercato che ha subito dato i suoi frutti: la formazione ungherese ha ingaggiato Nikiforos Arvanitou, che è stato immediatamente in grado di ottenere risultati importanti. Dopo il dodicesimo posto nella gara d’esordio, il Visegrad 4 Bicycle Race GP Poland, il greco ha disputato un eccellente Tour of Szeklerland, chiuso al secondo posto (con la maglia di miglior giovane) dopo essere finito sul podio in tutte e tre le tappe.
In seguito ha preso parte a una corsa di livello superiore, il Czech Tour, in cui ha ottenuto un buon quarto posto nella terza frazione, prima di trovare i primi successi. Al Tour of Bulgaria, infatti, è stato nettamente il più forte: ha concluso in top five tutte le sei tappe, conquistandone una e vincendo sia la classifica generale che la maglia di miglior giovane. Ci si chiede perché un corridore così performante a questi livelli corresse tra i dilettanti e il motivo è presto detto: Arvanitou era stato confermato dalla squadra in cui correva l’anno scorso, la Novapor Theseus, ma, a differenza del 2024, in questa stagione il team non aveva ottenuto la licenza Continental.
Già nei primi mesi del 2025, comunque, il ventiduenne aveva ottenuto tanti buoni risultati, alternando le apparizioni con il suo club a quelle con la maglia della nazionale. Si era imposto già in quattro occasioni a livello UCI: aveva vinto il prologo del Tour of Małopolska, il secondo titolo nazionale consecutivo (staccando nettamente il professionista Georgios Bouglas) e due gare in Turchia, il Grand Prix Kahramanmaraş e Grand Prix Edebiyat Yolu. Fra i piazzamenti di spessore, invece, va rimarcato il terzo posto finale (con maglia di miglior giovane) alla Belgrade Banjaluka. Per la terza volta consecutiva, inoltre, ha conquistato il titolo greco under 23, in una prova disputata circa due mesi prima di quella élite.
Nikiforos Arvanitou cominciò a farsi notare al primo anno tra gli juniores: in una stagione resa monca dalla pandemia, fu in grado di mettersi in evidenza, conquistando il titolo nazionale di categoria nella prova in linea e guadagnandosi la convocazione in nazionale per i Campionati Europei. Nella stagione successiva bissò il titolo nazionale in linea, aggiungendoci quello a cronometro, e fu nuovamente convocato in nazionale per i Campionati Europei. Ottenne, inoltre, qualche interessante piazzamento nelle corse dilettantistiche greche, nonostante fosse ancora uno junior e gareggiasse contro gli élite.
Nel 2022, al primo anno da under 23, fece il suo esordio nel mondo Continental, firmando con la Java Kiwi Atlántico, una compagine che aveva la licenza venezuelana, la dirigenza spagnola e un roster composto da corridori di dieci nazionalità diverse. Il greco ottenne solo due top ten (fu quinto nel campionato greco in linea e ottavo in una tappa della Ronde de l’Oise), ma ebbe la possibilità di fare esperienze importanti, gareggiando spesso contro i professionisti e portando a termine una corsa lunga e dura come la Volta a Portugal.
Nella stagione successiva approdò alla Sofer Savini Due di Stefano Giuliani, che gli diede la possibilità di disputare alcune gare in Italia: nel nostro paese riuscì a chiudere in ottava posizione una tappa del Giro di Sicilia. Gareggiò spesso con la maglia della nazionale, con cui si tolse la soddisfazione di conquistare le prime due vittorie internazionali in carriera: una tappa e la classifica finale della Kırıkkale Road Race. Conquistò, inoltre, la prova in linea dei Campionati Balcanici e il titolo greco under 23. Con la maglia della Sofer riuscì a centrare altre top due top ten in corse professionistiche (una al Tour of Hellas e una al Presidential Tour of Türkiye).
Lo scorso anno si è trasferito alla Novapor Speedbike, la prima storica Continental della Macedonia del Nord. Ha conquistato il titolo greco élite, superando in un combattutissimo sprint a due Georgios Bouglas, e ha vinto una tappa del Tour de Kurpie, in Polonia, grazie a una fuga. Campione greco under 23 per la seconda volta di fila, ha saputo centrare un titolo nazionale anche su pista, nella madison. Si è tolto, inoltre, la soddisfazione di esordire, tra gli under 23, ai Campionati del Mondo. A fine stagione le sue top ten UCI sono state tredici, tre delle quali arrivate in una corsa professionistica, il Tour of Hellas.
Giunto all’ultimo anno da under 23, Nikiforos Arvanitou sta continuando a progredire, sfruttando anche un calendario adatto alle sue caratteristiche di velocista resistente per ottenere tanti risultati di rilievo. Se continuerà così, le squadre professionistiche potrebbero presto interessarsi a lui. Da oggi è impegnato nel Turul Romaniei, altra gara in cui potrà essere protagonista.
