Alcuni Randonneur che pedalano nella notte © Christian Tognela
Cicloturismo

Nasce la Royal Rando: dal 2027 l’Italia del Grand Tour guarderà sempre più a sud

Dalla Reggia di Caserta a Matera, passando per il Pollino e la Costiera Amalfitana, una nuova randonnée over mille che vuole raccontare il Mezzogiorno attraverso la bici

28.10.2025 08:17

Nel 2027 il circuito del Grand Tour d’Italia,  il brevetto ARI che permette di pedalare nelle zone più iconiche e belle del nostro Paese attraverso una serie di randonnée organizzate con cadenza quadriennale, si arricchirà di una nuova, attesissima tappa: la Royal Rando. Si tratta di una randonnée over mille che attraverserà cinque regioni del Sud, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia e Molise, portando i ciclisti alla scoperta di un patrimonio unico di paesaggi, storia e cultura. L’evento sarà organizzato dalla Cam.Bi.A ASD di Giuseppe Gallina, figura ben conosciuta nel mondo delle randonnée italiane e che avevamo già intervisto in occasione della Randonnée reale Borbonica, in collaborazione con le associazioni locali, non solo Asd ma anche pro loco e soggetti che a varia natura contribuiscono a promuovere il territorio, impegnate nell’accoglienza ai partecipanti e nell’organizzazione lungo il percorso. «Abbiamo voluto che fosse un evento del territorio, non sul territorio», spiega Gallina. «Ogni tappa sarà una piccola festa locale, costruita insieme a chi vive quei luoghi tutto l’anno. L’obiettivo è far sì che le persone del posto sentano la Royal Rando come qualcosa di proprio, non come un evento che passa e se ne va».

La prima edizione della Royal Rando prenderà il via dal 30 Maggio al 3 di giugno, sfruttando il ponte della festa della Repubblica così da favorire la partecipazione. Poiché si svolgerà nell’anno della Parigi-Brest-Paris, oltre a rappresentare un’importante occasione di allenamento in vista del grande evento francese, si sta valutando di affiancare al percorso lungo una versione da 600 km valida come prova di qualificazione ufficiale per i randonneur italiani.

Una prima ipotesi di percorso della Royal Rando © Cam.Bi.A Asd
Una prima ipotesi di percorso della Royal Rando © Cam.Bi.A Asd

Dalla corona borbonica alle strade del Sud

Il nome scelto come sempre non è casuale. Il logo, realizzato da Gaia Mortedo, richiama una corona reale, simbolo dei tanti siti UNESCO toccati dal tracciato che va dalla Reggia di Caserta, alla Strada Borbonica, passando per la Costiera Amalfitana, Paestum, il Parco del Vallo di Diano, il Pollino e Matera, capitale mondiale della cultura e città di pietra. Per non dimenticare le bellezze di Alberobello, il fascino della Via Appia, i tesori nascosti di Benevento.  Il percorso disegnerà un grande anello con partenza e arrivo a Caserta, sviluppandosi su un chilometraggio compreso tra 1.200 e 1.400 chilometri e un dislivello finale ancora in fase di valutazione. Da questo punto di vista Gallina ci ha raccontato che: «Stiamo ancora valutando se mantenere il percorso completo, con il Pollino e tutte le salite interne, oppure scendere un po’ verso la costa ionica per ridurre l’altimetria e rendere più inclusiva la manifestazione. In ogni  caso qualunque sarà la scelta finale, la Royal Rando rimarrà un’esperienza intensa, degna del nome che porta». Uno degli elementi più affascinanti sarà la tratta notturna lungo la Costiera Amalfitana. «Molti si chiedevano se fosse il caso di includerla - racconta Gallina - ma non far vivere questa esperienza ai partecipanti sarebbe stato davvero un peccato. Chi viene in Italia sogna quelle strade. Certo, di giorno è trafficata e caotica, ma di notte o all’alba offre delle opportunità uniche».

Il logo della Royal Rando 2027 © Cam.Bi.A Asd
Il logo della Royal Rando 2027 © Cam.Bi.A Asd

Non solo sport, ma cultura e dialogo

La Royal Rando 2027 non nasce solo come sfida ciclistica, ma come progetto di valorizzazione del Sud attraverso la bici. Gallina lo spiega con la passione di chi vede nella randonnée qualcosa di più di un evento sportivo. «La bici è un linguaggio universale. Con una randonnée si entra in contatto con chi vive quei territori. Si parla, si mangia insieme, ci si ferma nei paesi che spesso non finiscono nelle guide turistiche. È un modo per far capire a chi non pedala che la bici non è un semplice passatempo, ma un’occasione di incontro e di sviluppo per le comunità locali». Proprio per questo, la Royal Rando punterà sul coinvolgimento dei soggetti che sono attivi nella promozione del territorio. Come già detto, infatti, Associazioni, Pro Loco ed enti locali saranno parte attiva dell’organizzazione, in un approccio che ormai è diventato la prassi nelle randonnée organizzate da Cam.Bi.A nel Mezzogiorno.

Il Sud che pedala sempre più lontano

La nascita della Royal Rando si inserisce in un contesto in piena crescita. Negli ultimi anni, infatti, il movimento randonnée nel Sud Italia ha vissuto una vera e propria stagione d’oro, con eventi sempre più numerosi, un calendario ormai stabile e una partecipazione in costante aumento. Dalla Reale Borbonica alla Sorgente, passando per le randonnée del Cilento, la Randonnée delle Sirene, della Sila e del Salento del Gargano, il Meridione si sta affermando come un laboratorio di esperienze e di innovazione cicloturistica.

Un fermento che troverà la sua consacrazione simbolica a Matera, dove il 22 e 23 novembre 2025 si terrà il Meeting d’Autunno di ARI – Audax Randonneur Italia, appuntamento tradizionale di fine stagione che per la prima volta approda nel cuore del Sud.
L’evento sarà ospitato tra le sale del Palazzo Lanfranchi, dove si terranno l’assemblea dei soci ARI e le premiazioni della stagione appena conclusa. Sarà un’occasione per fare bilanci, ma anche per guardare avanti, con la presentazione ufficiale del calendario 2026 e l’annuncio dei progetti che accompagneranno il movimento randonneur verso una nuova stagione di crescita.

 

Chi è Elia Viviani, il corridore che ha cambiato la pista italiana
Ecco (quasi) tutte le montagne del Giro d'Italia 2026
Umberto Bettarini
Milanese di nascita, calabrese per vocazione. Dopo la sua prima randonnée, ha scelto la famosa “pillola rossa” per scoprire quanto è profonda la tana del Bianconiglio ed è rimasto intrappolato in una grave forma di dannazione ciclistica