Jonathan Milan ha vinto a Valence la 17ª tappa del Tour de France © Profilo X Le Tour de France
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Tour de France, ne è Valence la pena: Jonathan Milan vince una volata per pochi intimi

Una caduta all'ultimo chilometro toglie dai giochi una decina di uomini, su tutti Merlier e Girmay. Il friulano - aiutato da Stuyven nel finale - domina lo sprint, mettendosi alle spalle Meeus e Lund Andresen. 5° Ballerini, 6° Dainese

23.07.2025 17:40

Le corse non si vincono mai da soli. E la Lidl-Trek incarna come pochi altri lo spirito di squadra che tanti evocano soltanto a parole. Sì, perché il successo di Jonathan Milan a Valence è stato possibile grazie all'eccellente lavoro dei compagni di squadra, che hanno aiutato il friulano a rientrare in discesa dopo un attacco frontale della INEOS Grenadiers sul Col de Pertuis, stroncando sul nascere ogni imboscata quando la maglia verde pedalava con 1' di ritardo sugli uomini di classifica. Non solo: il campione del mondo in carica dell'inseguimento individuale (il primo esordiente di casa nostra a vincere due tappe dal 1975, quando ci riuscì un giovane Francesco Moser) ha trovato nel finale un preziosissimo alleato in Jasper Stuyven, che gli ha consentito di risalire la corrente nel concitato finale e - soprattutto - di non restare impigliato nella caduta che ha tagliato fuori gran parte delle ruote veloci, in testa la sua nemesi Tim Merlier, all'ultimo chilometro. Lo sprint tra pochi eletti non ha avuto storia: partito ai 200 metri, Milan ha regolato facilmente Jordi Meeus e Tobias Lund Andresen. Altri due italiani nella prima pagina della classifica: 5° Davide Ballerini - che aveva provato ad anticipare invano lo spunto del connazionale - 6° Alberto Dainese. Giornata in ufficio per gli uomini di classifica alle porte della due giorni alpina che emetterà le ultime sentenze del Tour de France 2025. Una menzione, infine, per Vincenzo Albanese, all'attacco fin dai primi chilometri con Jonas Abrahamsen, Mathieu Burgaudeau e Quentin Pacher. 

La cronaca della 17ª tappa del Tour de France

I velocisti in prima fila - almeno in teoria - nella 17ª frazione del 112° Tour de France: i 160,5 km da Bollène a Valence, per quanto vallonati, invitano le ruote veloci alla battaglia sul rettilineo d'arrivo. In ogni caso, il disegno della tappa non è affatto banale: la strada sale costantemente nei primi 50 km fino al traguardo volante di Roche-Saint-Sècret-Behonne. Un tratto in discesa precede il primo dei due GPM in programma: il Col du Pertuis (4ª categoria, poco più di 3 km al 6,6% di media). Più discesa che pianura prima di scalare l'altra salita di giornata: il Col de Tartaiguille, un 4ª categoria di 3600 metri con una pendenza media al 3,5%, posizionato a 42,6 km al traguardo. Di lì in avanti, il percorso presenta soltanto qualche timida ondulazione che, almeno in teoria, non dovrebbe fare grossa selezione. 

Subito dopo il via, entrano in azione alcuni cacciatori di fughe come il norvegese Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility) e lo spagnolo Iván Romeo (Movistar), ma senza successo. L'azione giusta salpa al km 4: all'attacco il passista norvegese della Uno-X in compagnia dei francesi Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) e Quentin Pacher (Groupama-FDJ) e l'italiano Vincenzo Albanese (EF EasyPost). Gli attaccanti guadagnano subito un buon margine sul gruppo, dal quale si muove fuori tempo massimo l'altro transalpino Axel Laurence (INEOS Grenadiers) che, dopo qualche chilometro di vano inseguimento, sarà costretto a desistere ai -136 dal traguardo. Per intanto, i quattro al comando accumuleranno un vantaggio massimo di 2'40" (km 30) sul gruppo, prevedibilmente pilotato dai Lidl-Trek, al servizio dell'italiano Jonathan Milan (Lidl-Trek).

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Jonas Abrahamsen in fuga con Vincenzo Albanese, Mathieu Burgaudeau e Quentin Pacher nella 17ª tappa del Tour de France © Profilo X Le Tour de France

Tuttavia, gli uomini di testa finiranno ben presto nel mirino di chi insegue: distanze ridotte a 1'25" allo sprint intermedio, dove Milan macinerà 11 punti preziosi nella classifica della maglia verde. L'andatura sale ulteriormente in vista del Pertuis: la INEOS Grenadiers decide di alzare i giri del motore per mettere in difficoltà gli sprinter puri. Poco prima della vetta, Romeo ci riprova, portandosi dietro il campione nazionale statunitense Quinn Simmons (Lidl-Trek): quel che basta per allungare il gruppo e mettere in difficoltà non solo il velocista friulano, ma anche il belga Tim Merlier (Soudal Quick-Step). Atmosfera frenetica in gruppo, che ha accumulato circa 1' sulla platea dei ritardatari: dopo una serie di sortite a vuoto, gli Alpecin-Deceuninck - al servizio dell'australiano Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) - e i Tudor, schierati per l'italiano Alberto Dainese (Tudor) - tengono alta l'andatura per ritardare il rientro di Merlier e Milan. Dopo aver rallentato il ritmo in testa al gruppo, gli uomini della Lidl - spalleggiati dai Soudal - si rialzeranno per riportare a galla il loro capitano. L'operazione-riaggancio si concluderà non senza difficoltà ai -76 da Valence.

Nel frattempo, Abrahamsen, Albanese, Burgaudeau e Pacher provano a rimandare il momento della resa: 33" da difendere ai -74. Alle loro spalle, però, Lidl e Soudal scelgono di procedere a velocità di crociera per stroncare sul nascere qualsiasi tentativo di contrattacco. Risultato: i fuggitivi - per quanto ancora a tiro - riprendono fiato, portando il loro margine a 1'13" quando il contachilometri segna -54 da Valence. Una nota di cronaca ai -50: la caduta dei francesi Julian Alaphilippe (Tudor) e Paul Penhoët (Groupama) e dello spagnolo Carlos Rodriguez (INEOS Grenadiers). Nessuna conseguenza per i corridori coinvolti. 

All'inizio del Tartaiguille, la Free Palestine prova ad alzare l'andatura per il tedesco Pascal Ackermann (Free Palestine). Tuttavia, a metà salita, si registra l'allungo deciso del belga Wout van Aert (Visma-Lease a Bike). Il vincitore della Sanremo 2020 - scollinato con 24" sui quattro battistrada - non riuscirà tuttavia a riportarsi sulla testa, rientrando sotto coperta ai -35. A questo punto, si apre ufficialmente il braccio di ferro tra la fuga e il gruppo, con un'ulteriore variabile: la pioggia, che accompagnerà i corridori nelle fasi finali della tappa. Lidl, Soudal e PicNic PostNL - in corsa con il ceco Pavel Bittner (PicNic PostNL) - si incaricano di condurre la rincorsa ad Abrahamsen, Albanese, Burgaudeau e Pacher, che doppieranno la boa dei -30 con 1'05" da difendere. Tendenza favorevole al gruppo, che riduce lo scarto a 40" ai -24 per poi scendere sotto il mezzo minuto in vista dei -17.

I quattro al comando proseguono assieme fino ai -11, quando Abrahamsen allunga sui tre compagni di ventura, che saranno raggiunti ai -9. Dal canto suo, lo scandinavo continua a tenere il gruppo sulle spine: ancora 11" nel taschino ai -6. Jayco-AlUla - in campo con l'olandese Dylan Groenewegen (Jayco.AlUla) - Free Palestine e Visma-Lease a Bike si avvicendano per completare il riaggancio: tutti insieme a 4400 metri dalla linea bianca. Di qui in avanti, scatta la consueta caccia al treno giusto per impostare la volata sotto una pioggia sempre più intensa. I Lotto pilotano il gruppo in vista dell'ultimo chilometro, dove si verifica una caduta che coinvolge una decina di corridori, su tutti l'eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Wanty) e Penhoët, rallentando anche Merlier e quasi tutti gli altri velocisti. Dunque, sarà un affare per pochi intimi: il campione kazako Yevgeniy Fedorov (XDS-Astana) lancia la progressione di Davide Ballerini (XDS), che si porta dietro Milan, i belgi Arnaud De Lie (Lotto) e Jordi Meeus (Red Bull-Bora-Hansgrohe), il danese Tobias Lund Andresen (PicNic PostNL) e l'altro italiano Alberto Dainese (Tudor). Ballerini prova ad anticipare ai 300 metri, ma alla sua sinistra spunta Milan, che lancia la sua progressione sul rettilineo finale. Meeus prova a uscire dalla ruota del friulano, ma può solo annotare il numero di targa: 2° successo al Tour de France (il 9° dall'inizio del 2025, il 24° in carriera) per Milan davanti a Meeus, Lund Andresen e De Lie. 5° Ballerini, 6° Dainese, 7° Penhoët. In fondo alla top 10 Fedorov, il francese Clément Russo (Groupama) e Stuyven. Il successo vale doppio perché avvicina Milan a quella maglia verde che gli italiani hanno conquistato soltanto due volte, con Franco Bitossi (1968) e Alessandro Petacchi (2010). 

Classifica generale invariata ai piedi delle Alpi: lo sloveno Tadej Pogačar (UAE Emirates-XRG) in maglia gialla con un vantaggio di 4'15" sul danese Jonas Vingegaard (Visma), 9'03" sul tedesco Florian Lipowitz (Red Bull-BORA-Hansgrohe), 11'04" sul britannico Oscar Onley (PicNic) e 11'42" sullo sloveno Primož Roglič (Red Bull). 

L'ordine d'arrivo

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Il giorno della tappa-regina

Il traguardo più atteso di tutta la Grande Boucle, a pari merito con il Ventoux: la 18ª tappa (171,5 km) scatterà da Vif per concludersi sul Col de La Loze, il punto più alto dell'edizione 2025 con i suoi 2304 metri di altitudine. Prima di arrampicarsi sulla salita finale - un hors categorie di 26,4 km al 6,5% di media e una pendenza massima in doppia cifra a ridosso del traguardo - la carovana affronterà altri due passi di grande tradizione nella storia del Tour, ambedue fuori categoria: il Col du Glandon (21,7 km al 5,2% e punte dell'11%) dopo 62,3 km e il Col de la Madeleine (19,2 km che salgono al 7,9% medio, particolarmente impegnativi nella prima parte, in cui si oscilla costantemente tra l'8 e il 10%) a meno di 66 km dal traguardo. Facile ipotizzare una sfida tra i grossissimi calibri, che hanno già prenotato il successo su un traguardo fisso nella storia recente della corsa francese.

Diretta integrale su Discovery+ e su Eurosport 1 - per gli utenti di Amazon Prime Channels, DAZN e TIMVision - a partire dalle 11.45. Il collegamento in chiaro inizierà alle 13.30 su Rai Sport HD, che cederà la linea a Raidue alle 14.45. 

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Carmine Marino
<p>Nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha collaborato con giornali, tv e siti web della Campania e della Basilicata. Caporedattore del quotidiano online SalernoSport24, è iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti della Campania dal 4 dicembre '23.</p>