Riccardo Zoidl festeggia il successo finale all'International Tour of Hellas © Tour of Hellas
Mondo Continental

Una Felt Felbermayr di lusso, ma i risultati li porta sempre Zoidl

La Continental austriaca si è rinforzata tantissimo quest'inverno, ma, almeno per il momento, i migliori risultati arrivando dal trentaseienne, alla tredicesima stagione nel team

23.05.2024 22:50

Quindicesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour d’Algérie International de Cyclisme, Grand Prix de la Ville d’Annaba, Tour of Sakarya, GP Gorenjska, Gran Premio New York City, Campionati Nazionali USA, Paris-Troyes e Riccardo Zoidl, leader storico della Felt Felbermayr, ancora in grado di lasciare il segno.

Le corse della settimana

Tour d’Algérie International de Cyclisme e Grand Prix de la Ville d’Annaba

La gioia di Youcef Reguigui, vincitore nella sua città
La gioia di Youcef Reguigui, vincitore nella sua città © Terengganu/wilayadeblida

Tornato nel calendario UCI lo scorso anno, si è disputato anche nel 2024 il Tour d’Algérie International de Cyclisme, corsa a tappe di dieci giorni. Al via si sono schierate quattro Continental, quattro nazionali, sette formazioni dilettantistiche e una selezione del Centro Mondiale del Ciclismo UCI.

La gara si è aperta con una tappa che prevedeva diverse asperità, ma tutte abbastanza distanti dal traguardo. Circa venticinque corridori sono rimasti davanti e si sono giocati il successo allo sprint: il più veloce è stato Yacine Hamza (Madar), che si è messo dietro Meron Teshome (Nazionale Eritrea) e Christopher Rougier-Lagane (Nazionale Mauritius).

Le principali difficoltà altimetriche della seconda frazione erano concentrate nella prima metà del percorso e non hanno fatto alcuna selezione. Il gruppo si è presentato totalmente compatto sul traguardo e la volata ha premiato Youcef Reguigui (Terengganu), che ha battuto Milkias Maekele (Nazionale Eritrea) e il leader della generale Yacine Hamza, che ha conservato la testa della classifica.

Anche la terza tappa presentava tutte le salite più impegnative nella prima parte, ma, a differenza della giornata precedente, c’è stata una grande selezione. A giocarsi la tappa sono stati degli outsiders e la vittoria è andata al tedesco Meo Amann (Embrace The World), bravo a superare Ayoub Sahiri (NRDI Dely-Ibrahim), con William Goodfellow (EuroCyclingTrips-YOELEO) terzo a 2”. Yacine Hamza ha pagato oltre 3’30” e ha ceduto la maglia di leader ad Ayoub Sahiri.

La quarta frazione prevedeva l’asperità più complicata all’incirca a metà percorso e il finale in leggera salita. Youcef Reguigui ha anticipato la volata e ha potuto festeggiare un successo speciale: l'arrivo, infatti, era a Blida, la sua città. Alle spalle del trentaquattrenne si sono piazzati il tedesco Tillman Sarnowski (Embrace The World) e Yacine Hamza. Ayoub Sahiri ha conservato la testa della classifica generale.

Nella prima parte della quinta tappa era prevista una salita di ben 26 km, con pendenze abbastanza dolci, e in seguito nessun’altra difficoltà. Circa quaranta corridori sono arrivati insieme sul traguardo e la volata ha premiato il giovanissimo Milkias Maekele, che ha conquistato la prima vittoria UCI in carriera. Il diciottenne ha preceduto Tillman Sarnowski ed Erwan Le Falher (France Defense). In classifica generale non ci sono stati cambiamenti. 

La sesta frazione presentava un profilo abbastanza ondulato, anche se le difficoltà più impegnative erano situate molto lontano dal traguardo. Venticinque uomini si sono giocati il successo allo sprint e Yacine Hamza ha vinto la sua seconda tappa, superando Youcef Reguigui e Nassim Saidi (Madar). Ayoub Sahiri ha perso quasi dodici minuti e Meron Teshome si è issato al comando della classifica generale.

La settima tappa era una delle più facili della corsa, ma nel finale presentava uno strappo che poteva creare qualche differenza. Due fuggitivi hanno resistito al rientro del gruppo e si sono giocati la vittoria: Ayoub Ferkous (UCI WCC) ha avuto la meglio sul compagno di avventura Paul Uwiduhaye (Nazionale Ruanda). Il gruppo ha tagliato il traguardo a 45” dai battistrada ed è stato regolato da Youcef Reguigui. Meron Teshome è rimasto in testa alla classifica generale.

L’ottava frazione presentava un paio di salite abbastanza impegnative, ma troppo lontane dal traguardo per fare la grande selezione. Ancora una volta è stato un gruppo abbastanza numeroso (circa trentacinque unità) ad arrivare compatto sul traguardo. Yacine Hamza si è imposto per la terza volta, mettendosi dietro il canadese David Drouin (EuroCyclingTrips-YOELEO) e Youcef Reguigui. Nessun problema per Meron Teshome, che ha conservato la maglia di leader.

La nona tappa era la più semplice della corsa, ma ha comunque creato dei problemi: a causa della forte pioggia, le strade sono diventate molto scivolose e c’è stata una caduta di gruppo. La gara è stata neutralizzata e la giuria ha scelto di far disputare solo gli ultimi 25 km per avere un vincitore di tappa. Per la quarta volta il vincitore è stato Yacine Hamza. Alle spalle dell’algerino si sono piazzati David Drouin e Marcel Peschges (Embrace The World). In assenza di distacchi, non ci sono stati cambiamenti in classifica. 

L’ultima frazione prevedeva diverse salite, che hanno fatto grande selezione, nonostante fossero abbastanza distanti dal traguardo. Soltanto tredici corridori sono rimasti davanti, con gli altri che sono rimasti staccati di diversi minuti. Christopher Rougier-Lagane ha anticipato la volata e si è imposto con 1” di vantaggio sui compagni di fuga: Azzedine Lagab (Madar) ha chiuso secondo davanti a Youcef Reguigui.

L’ultima tappa ha rivoluzionato la classifica e il successo finale è andato a Nassim Saidi. L’algerino ha preceduto di 8” Lars Quaedvlieg (Universe) e di 1’41” Christopher Rougier-Lagane. Oltre alla vittoria nella generale, la Madar si è aggiudicata la graduatoria a punti, con Yacine Hamza, e quella a squadre. Il campione eritreo Awet Aman (UCI WCC) è stato il re degli scalatori, mentre il titolo di miglior giovane è andato a Vainqueur Masengesho (Nazionale Ruanda).

Il giorno successivo alla conclusione della gara, era in programma il GP de la Ville d’Annaba, corsa in circuito di 80 km del tutto priva di difficoltà altimetriche. Al via erano presenti le stesse squadre del Tour d’Algérie, con l’eccezione della selezione del Centro Mondiale del Ciclismo UCI. Nonostante un profilo assolutamente adatto alle ruote veloci, è andata in porto una fuga, con sei corridori che sono riusciti a beffare il gruppo.

Lo sprint fra i fuggitivi ha premiato il giovane eritreo Milkias Maekele, che ha così portato a due i suoi successi nell’avventura algerina. Dopo aver concluso al secondo posto la classifica finale del Tour d’Algerie, Lars Quaedvlieg si è dovuto accontentare ancora una volta della piazza d’onore, mentre El Khacib Sassane (Mouloudia Club d’Alger) ha completato il podio. Marcel Peschges, Metkel Eyob (Terengganu) e Abdallah Benyoucef (Mouloudia), gli altri protagonisti dell’attacco decisivo, hanno concluso nell’ordine. Il gruppo ha chiuso con un ritardo di 37”.

Tour of Sakarya

Willie Smit vince il Tour of Sakarya
Willie Smit vince il Tour of Sakarya © ProTouch Africa

In Turchia è andato in scena il Tour of Sakarya, corsa a tappe di quattro giorni, che ha esordito nel calendario UCI due anni fa. Al via si sono schierate otto Continental, tre selezioni nazionali e tre formazioni dilettantistiche, per un totale di quattordici squadre.

La gara si è aperta con un cronoprologo di 4 km, con il finale in leggera salita. Il successo è andato a uno dei corridori di casa, Serdar Anıl Depe, che ha regalato alla Spor Toto la prima vittoria stagionale. Il ventiseienne ha preceduto di 1” il connazionale Burak Abay (Sakarya BB) e il trio della China Glory-Mentech composto da Lyu Xianjing, Lucas De Rossi e Willie Smit. 

La prima tappa prevedeva un percorso di soli 119 chilometri, ricco di salite e di strappetti e si è rivelata piuttosto selettiva. Willie Smit si è reso protagonista di uno splendido attacco solitario ed è risultato irraggiungibile per tutti. I primi inseguitori hanno tagliato il traguardo a 1’12” dal sudafricano, con Iogan Shtein (Vino SKO), bravo a regolare Nikita Tsvetkov (Nazionale Uzbekistan) nella volata per il secondo posto.

La seconda frazione era molto più semplice e, pur presentando diverse difficoltà altimetriche, si è conclusa con una volata di gruppo. Lyu Xianjing ha regalato la seconda vittoria consecutiva alla China Glory-Mentech, mettendosi alle spalle i corridori che avevano condiviso con lui il podio nel prologo: Burak Abay ha chiuso secondo davanti a Serdar Anıl Depe. Le prime posizioni della classifica generale non hanno subìto modifiche. 

L’ultima tappa presentava un profilo molto simile alla precedente, con qualche asperità, ma nessuna che facesse davvero paura. Per il secondo giorno, quindi, è stata volata: Burak Abay, Lyu Xianjing e Serdar Anıl Depe sono stati ancora una volta protagonisti e hanno chiuso nell’ordine dal secondo al quarto posto. A conquistare il successo è stato, però, il kazako Orken Slamzhanov (Almaty Astana Motors). 

La graduatoria generale è stata decisa dalla prima frazione in linea e ha visto il successo finale di Willie Smit. Il trentunenne è stato accompagnato sul podio da Kaan Özkalbim (Spor Toto) e Iogan Shtein, staccati entrambi di 1’29”. Per merito del sudafricano, inoltre, la China Glory-Mentech si è aggiudicata la classifica a squadre.

GP Gorenjska

Il colpo di reni con cui Michal Schuran ha vinto il GP Gorenjska
Il colpo di reni con cui Michal Schuran ha vinto il GP Gorenjska © Jakub Říman

In Slovenia si è disputato il GP Gorenjska, corsa di un giorno entrata nel calendario UCI nel 2021. Al via erano presenti tredici Continental e sei formazioni dilettantistiche, per un totale di diciannove squadre.

Dopo due edizioni adatte agli uomini veloci, nel 2023 l’organizzazione ha deciso di proporre un percorso adatto agli scalatori, piazzando l’arrivo in cima ad una salita di oltre 5 km, e quest’anno ha scelto di conservare il medesimo percorso. Il grande protagonista di giornata è stato Mihael Štajnar (Sava Kranj), partito da solo a poco più di 50 km dal traguardo. Lo sloveno, che un mese fa era arrivato sul podio della Belgrade Banjaluka, è stato ripreso ai -2 e ha dovuto dire addio ai sogni di gloria.

Una volta raggiunto il ventitreenne hanno provato ad allungare Jaka Primožič (Hrinkow Advarics) e Martin Voltr (Pierre Baguette), ma, in vista del traguardo, si è ricompattato un gruppo di nove corridori, che si è giocato il successo in volata. Lo spunto vincente è stato quello di Michal Schuran (ATT Investments), che ha resistito alla rimonta di Jakub Říman (Pierre Baguette). Emanuel Zangerle (Felt Felbermayr) ha completato il podio davanti al compagno di squadra Daniel Federspiel e a Jaka Primožič. Martin Messner, secondo lo scorso anno, è rimasto chiuso nello sprint e non è riuscito ad andare oltre l’ottavo posto. Il migliore degli italiani è stato Andrea Cantoni (Mg.K Vis-Colors for Peace), decimo a 7” dal plotoncino di testa.

Campionati Nazionali USA e Gran Premio New York City

Sean Quinn batte al fotofinish Brandon McNulty e si laurea campione nazionale statunitense
Sean Quinn batte al fotofinish Brandon McNulty e si laurea campione nazionale statunitense © EF Education-EasyPost/snowymountainphotography

Nonostante la stagione europea sia in pieno svolgimento, negli Stati Uniti si sono disputati i campionati nazionali. La prova a cronometro è stata dominata da Brandon McNulty (UAE Team Emirates), che ha confermato il titolo del 2023. Il ventiseienne ha staccato di 58” Tyler Stites (Project Echelon) e di 1’02” Neilson Powless (EF Education-EasyPost). Fra gli under 23 si è imposto nettamente Artem Shmidt (Hagen Berman Jayco), che ha rifilato 1’ a Troy Fields (California) e 1’01” a Owen Cole (UAE Team Emirates Gen Z).

Nella prova in linea Brandon McNulty si è ritrovato da solo contro due corridori della EF Education-EasyPost ed è andato vicinissimo a una clamorosa doppietta: dopo aver risposto a tutti gli attacchi, ha disputato una bella volata, ma per pochi centimetri si è dovuto arrendere a Sean Quinn. L’altro EF Neilson Powless ha completato il podio, mentre tutti gli altri hanno tagliato il traguardo con distacchi elevati. Da segnalare il sesto posto di Gavin Hlady (Aevolo), che il giorno prima aveva conquistato il titolo under 23 con 2” sul compagno di squadra Brody McDonald e su Colby Simmons (Visma|Lease a Bike Development).

In contemporanea con la prova in linea élite dei campionati nazionali, è andata in scena la prima edizione del Gran Premio New York City, corsa di un giorno all’esordio nel calendario UCI. Tale sovrapposizione risulta del tutto incomprensibile, se si considera che oltre al Tour of the Gila non ci sono corse statunitensi nel calendario internazionale e di spazio durante l’anno ce n’era tanto. Al via si sono schierate sedici squadre: due ProTeams (VF Group-Bardiani CSF e Corratec-Vini Fantini), nove Continental e cinque formazioni dilettantistiche. La contemporaneità con i campionati nazionali ha limitato a quindici il numero di statunitensi in gara.

Il percorso, piuttosto ondulato, si è rivelato abbastanza selettivo, nonostante un chilometraggio non eccessivo. Gli ultimi 1500 metri in costante salita rendevano impegnativo anche il finale. Quattro corridori si sono dimostrati superiori alla concorrenza e si sono giocati la vittoria in volata. La Lotto Dstny Development ha piazzato due uomini nel drappello di testa, ma non è riuscita a sfruttare la superiorità numerica a causa del migliore spunto veloce degli avversari.

La vittoria è andata a Tibor Del Grosso (Alpecin-Deceuninck Development). Il campione del mondo under 23 di ciclocross ha battuto Wilmar Paredes (Team Medellín) e Johannes Adamietz, corridore della Lotto Dstny in prestito al ramo Continental del team. L’altro uomo della Lotto Dstny Development, Milan Donie, ha concluso ai piedi del podio. Guus van den Eijnden (Alpecin-Deceuninck Development) ha vinto la volata per il quinto posto a 34” davanti al primo degli italiani, Kristian Sbaragli (Corratec-Vini Fantini).

Paris-Troyes

Liam Walsh vince nettamente la Paris-Troyes
Liam Walsh vince nettamente la Paris-Troyes © Paris-Troyes/Laurent Lempens

In settimana si è corso anche in Francia, dov’è andata in scena la Paris-Troyes, corsa in linea di 180 chilometri, giunta alla sessantaseiesima edizione. La start list era composta da ventidue squadre: dieci Continental, undici formazioni dilettantistiche e una selezione nazionale svizzera.

Il percorso era ricco di strappetti, ma quelli più duri erano piuttosto lontani dal traguardo e le asperità situate nel finale erano troppo brevi per fare selezione. I primi tentativi di fuga non hanno avuto successo e a 73 km dal traguardo si è formato al comando un gruppo di dieci corridori, che si è mantenuto in testa a lungo. Ai -6 Henri-François Haquin (CC Étupes) ha ripreso i battistrada e poco dopo ha attaccato. L’azione del francese sembrava poter essere quella buona, ma si è conclusa a soli 150 metri dall’arrivo, quando il gruppo gli è piombato addosso.

È stata, quindi, volata e lo spunto vincente è stato quello dell’ex campione d’Oceania Liam Walsh, che ha regalato al Team BridgeLane la prima vittoria stagionale a livello UCI. L’australiano si è messo alle spalle Emmanuel Houcou (AVC Aix-en-Provence) e Tobias Müller (Rad-Net Oßwald). Ai piedi del podio si sono piazzati Noah Hobbs (Groupama-FDJ Continentale) e il primo degli italiani, Juan David Sierra (Tudor U23). Un altro azzurro ha chiuso in top ten: Andrea D’Amato (Biesse-Carrera) ha terminato la gara in nona posizione.

Le Continental tra i big

Bartosz Rudyk vince l'ultima tappa dell'International Tour of Hellas
Bartosz Rudyk vince l'ultima tappa dell'International Tour of Hellas © Tour of Hellas

Le quattro Continental “pure” francesi hanno preso parte alla Quatre Jours de Dunkerque insieme alla belga Philippe Wagner/Bazin e alla britannica Trinity. Alexandre Delettre ha regalato un altro risultato di prestigio alla St.Michel-Mavic-Auber 93, terminando quinto nella classifica generale. La Nice Métropole Côte d'Azur è andata, invece, vicinissima al successo di tappa con Paul Hennequin, secondo nella prima frazione. Si sono tolte qualche soddisfazione anche la Philippe Wagner/Bazin e la Van Rysel-Roubaix, che hanno guidato la classifica dei GPM, rispettivamente con Gwen Leclainche e Maxime Jarnet.

Ben tredici compagini di terza divisione hanno disputato l’International Tour of Hellas, raccogliendo ottimi risultati. La Felt Felbermayr ha centrato una clamorosa doppietta in classifica generale con gli esperti Riccardo Zoidl e Hermann Pernsteiner. La formazione austriaca ha vinto anche due tappe, con lo stesso Zoidl e con Felix Ritzinger. Anche la ATT Investments ha fatto ottime cose, con Bartosz Rudyk, che si è imposto nell’ultima frazione e nella classifica a punti, e con Márton Dina e Jakub Otruba, che hanno chiuso quarto e quinto nella generale. Si sono tolte delle soddisfazioni anche la Saint Piran, grazie al successo parziale di Dylan Hicks, la BIKE AID, con Anton Schiffer re degli scalatori, e la Elkov-Kasper, che ha visto Tomáš Přidal aggiudicarsi il titolo di miglior giovane.

Le tre corse professionistiche del Benelux non hanno visto le Continental brillare particolarmente. Il miglior risultato è stato l’ottavo posto di Daniel Stampe (Airtox-Carl Ras) alla Ronde van Limburg. Nelle altre gare nessuno ha centrato la top ten: Meindert Weulink (Parkhotel Valkenburg) ha chiuso all’undicesimo posto la Veenendaal-Veenendaal, mentre Floris van Tricht è stato dodicesimo all’Antwerp Port Epic/Sels Trophy.

Sfortunatamente, in settimana ci sono state delle novità dall’antidoping: l’UCI ha sospeso per 20 giorni il Banco Guayaquil-Bianchi per le positività ravvicinate, a fine 2023, di Jorge Montenegro e Nixon Rosero. La sospensione sarà effettiva dal 4 al 23 giugno e costerà alla formazione ecuadoriana la partecipazione alla Vuelta a Colombia. Nella lista dei corridori sospesi provvisoriamente, inoltre, l’UCI ha aggiunto il nome di Jesse Ewart: l’irlandese (protagonista di una puntata di Mondo Continental) è risultato positivo all’EPO il 26 gennaio, al termine della prima tappa dello Sharjah Tour, da lui vinta.

Il ritratto della settimana: Riccardo Zoidl

La più importante vittoria della carriera di Riccardo Zoidl, il Tour of Austria 2013
La più importante vittoria della carriera di Riccardo Zoidl, il Tour of Austria 2013 © Wikimedia Commons

Ad inizio stagione la Felt Felbermayr sembrava poter essere una delle compagini di riferimento del mondo Continental, ma a metà maggio il conto delle vittorie era ancora fermo a zero; la squadra era stata comunque protagonista, come testimoniato dai dieci podi ottenuti, ma mancava qualcosa per poter essere davvero soddisfatti. La scossa è arrivata all’International Tour of Hellas, una corsa di categoria 1: Felix Ritzinger ha aperto le danze, vincendo la seconda tappa e il giorno dopo Riccardo Zoidl ha concesso il bis, conquistando la frazione più impegnativa. L’ex campione nazionale austriaco si è imposto anche nella classifica generale, dimostrando di essere ancora molto competitivo nelle corse più impegnative.

Nell’ultima sessione di mercato la formazione austriaca si era rinforzata molto, ingaggiando ben sei corridori con esperienze tra i professionisti, ma, al momento, il migliore è ancora Zoidl, autentica bandiera del team: l’ex corridore della Trek-Segafredo è, infatti, al tredicesimo anno nella struttura, che può essere considerata casa sua, anche perché Wels, città sede della squadra, dista solo una trentina di chilometri da Linz, città natale del trentaseienne. Prima delle vittorie in Grecia, quest’anno il corridore austriaco si era già fatto notare con il terzo posto al GP Slovenian Istria e l’ottavo al GP Vorarlberg.

All’inizio della carriera Riccardo Zoidl non sembrava un predestinato: nel suo biennio tra gli juniores non ottenne risultati di rilievo, ma poté fare esperienza, disputando alcune delle corse più importanti a livello internazionale, come il Giro della Lunigiana e l’Internationale Junioren-Rundfahrt Niedersachsen. Vestì anche la maglia della nazionale per la prima volta, partecipando ai Campionati Europei di categoria.

Nel 2007 fece il suo esordio in una formazione Continental, firmando con la RC Arbö Resch & Frisch-Gourmetfein-Wels, vecchia denominazione dell’attuale Felt Felbermayr. Nelle prime due stagioni non disputò alcuna corsa internazionale, ma chiuse al secondo posto una tappa del Tour de Hongrie, che all’epoca era molto lontano dai fasti attuali ed era classificato come gara dilettantistica.

Nel 2009, al terzo anno con la RC Arbö Wels Gourmetfein, Zoidl prese parte alle prime gare UCI della carriera. Debuttò al Giro del Mendrisiotto, esordì in Italia al Giro della Regione Friuli Venezia Giulia e disputò per la prima volta la principale corsa di casa, il Tour of Austria, e i Campionati del Mondo (nella categoria under 23). Centrò anche la sua prima top ten, chiudendo al settimo posto il campionato nazionale a cronometro.

All’ultima stagione da under 23 ottenne i primi risultati interessanti nelle corse a tappe di categoria in Germania. Fu nono sia nella classifica generale del Tour de Berlin, in cui chiuse in quinta posizione la cronometro, che all’Internationale Thüringen-Rundfahrt, in cui centrò il secondo posto nella penultima tappa.

Nel 2011 migliorò in maniera evidente i suoi risultati. L’austriaco chiuse al quinto posto l’Oberösterreich Rundfahrt, sfiorò il titolo nazionale in linea e conquistò la prima vittoria internazionale, aggiudicandosi l’ultima tappa del Sibiu Tour (corsa in cui aveva vinto anche la cronosquadre con i suoi compagni). A fine stagione centrò un discreto quinto posto nel campionato nazionale a cronometro e trovò la seconda vittoria, conquistando la Tobago Cycling Classic

L’anno successivo centrò la top ten nelle prime due corse dell’anno, il Trofeo Zssdi e il Porec Trophy, salì sul podio della Banja Luka-Belgrade II e conquistò il titolo nazionale a cronometro. In seguito, dopo aver chiuso al sesto posto l’Okolo Slovenska, vinse l’ultima tappa dell’Oberösterreich Rundfahrt, gara in cui si impose nella classifica a punti e salì sul podio della generale. A fine stagione prese parte per la prima volta ai Campionati del Mondo élite, disputando la cronometro di Valkenburg, in cui ottenne un buon quattordicesimo posto, a poco più di un minuto dal podio.

Il 2013 fu l’anno della consacrazione, con ben undici successi all’attivo. Zoidl si dimostrò una garanzia nelle corse a tappe: vinse Circuit des Ardennes, Tour de Bretagne (in entrambi i casi conquistando anche un successo parziale), Oberösterreich Rundfahrt (con due frazioni vinte) e Tour of Austria. Centrò risultati di spessore anche in gare di un giorno, con il titolo nazionale in linea e le vittorie al GP Judendorf/Straßengel e alla Croatia-Slovenia. Tutti questi successi, uniti a tanti altri ottimi piazzamenti, lo portarono ad aggiudicarsi la classifica finale dell’UCI Europe Tour. A fine stagione partecipò ai Campionati del Mondo (sia a cronometro che in linea).

Dopo una stagione di livello altissimo, si guadagnò il passaggio nel WorldTour, con la maglia della Trek Factory Racing. Dopo una partenza eccellente, con il terzo posto finale al Tour Mediterranéen, non riuscì a essere molto continuo, conquistando un’unica vittoria, il titolo nazionale in linea. Nel corso della stagione alternò buone prestazioni, come il dodicesimo posto finale alla sua prima corsa WorldTour, il Tour de Romandie, ad altre decisamente anonime. Riuscì a portare a termine il suo primo GT, il Giro d’Italia, facendosi notare solo in un paio di tappe e senza raccogliere piazzamenti importanti.

Nel 2015 il corridore nativo di Linz visse una stagione tutt’altro che esaltante, in cui non trovò mai la vittoria. Ci andò vicino al campionato nazionale a cronometro, chiuso in seconda posizione, e fece bene all’Amgen Tour of California, in cui fu ottavo in classifica, ma per il resto non andò oltre qualche buona prestazione nelle cronometro di Etoile de Bessèges e Tour de Pologne. Partecipò senza brillare al secondo GT della sua carriera, la Vuelta a España.

L’anno successivo ritrovò la via del successo, portandosi a casa la tappa più impegnativa del Tour of Croatia. A causa di due prestazioni tutt’altro che memorabili nelle tappe successive, scivolò in decima posizione in classifica generale, riuscendo, però, a salvare la maglia di miglior scalatore. L’unico altro risultato di rilievo fu il terzo posto al campionato nazionale a cronometro. Per la prima volta disputò 2 GT nello stesso anno, prendendo parte sia al Giro che alla Vuelta.

Non confermato dalla Trek-Segafredo, trovò rifugio nella Felbermayr-Simplon Wels, nuova denominazione della sua vecchia squadra. In corse di livello più basso riuscì a ritrovarsi, vincendo una tappa sia al Circuit des Ardennes, poi chiuso in quinta posizione, che alla Flèche du Sud, terminata al secondo posto, e concludendo al secondo posto l’Oberösterreich Rundfahrt. Nel principale obiettivo stagionale, il Tour of Austria, non riuscì a fare classifica, ma sfiorò il successo nella penultima frazione, in cui si arrese al solo Ben O’Connor.

Nel 2018 l’austriaco tornò ad essere vincente nelle corse a tappe dopo cinque anni di digiuno: conquistò sia la classifica finale del Tour de Savoie Mont Blanc che quella del Czech Cycling Tour (in cui si portò a casa anche una tappa). Concluse nuovamente al secondo posto l’Oberösterreich Rundfahrt (alle spalle di un compagno di squadra) e fu quinto al Tour of Austria. Terminò sul podio, in seconda posizione, anche una corsa di un giorno, GP Judendorf/Straßengel.

L’anno successivo, ritrovò il WorldTour, firmando per la CCC. Ancora una volta non fu all’altezza delle aspettative ai massimi livelli, non andando oltre il settimo posto finale al Tour of Austria e un quinto di tappa all’Amgen Tour of California. Non riuscì a farsi convocare per alcun GT, ma poté disputare una classica Monumento, partecipando per la seconda volta in carriera al Lombardia.

Tornato nuovamente alla Felbermayr-Simplon Wels, nel 2020 Zoidl partì molto bene, vincendo la tappa più dura e la maglia di miglior scalatore al Tour of Antalya. Lo scoppio della pandemia danneggiò pesantemente lui e la sua squadra: dopo la ripresa delle gare disputò soltanto il Czech Tour, senza brillare, e i campionati nazionali. Riuscì a togliersi una piccola soddisfazione, terminando la stagione con la partecipazione alla prova in linea dei Campionati del Mondo di Imola, in cui non arrivò al traguardo.

Nella stagione seguente poté disputare nuovamente un buon numero di corse, ma non riuscì mai a trovare la vittoria. Si comportò comunque bene nelle corse a tappe, centrando per la terza volta in carriera il secondo posto all’Oberösterreich Rundfahrt (a 1” dal vincitore) e terminando in quinta posizione sia il Sibiu Tour che il Sazka Tour. 

Nel 2022 il corridore austriaco fu protagonista di un clamoroso “tradimento” ai danni della sua squadra: firmò, infatti, per i rivali storici del Team Vorarlberg. Fu quinto nelle classifiche finali di International Tour of Rhodes e Oberösterreich Rundfahrt e ottavo nel più importante Sazka Tour. In generale, però, il cambio di squadra non portò i risultati sperati.

L’anno scorso ha scelto di tornare sui suoi passi ed è tornato nuovamente alla Felbermayr-Simplon Wels. La sua stagione è andata più o meno come la precedente, con il quinto posto finale all’Oberösterreich Rundfahrt e il sesto all’International Tour of Rhodes come migliori risultati. È stato, inoltre, ottavo nel Memorial Henryka Łasaka, gara in cui ha corso da gregario per il compagno di squadra Michael Kukrle, poi vincitore.

Ritornato alla vittoria dopo quattro anni di digiuno, Riccardo Zoidl potrà provare a ripetersi nelle prossime gare, anche se il suo calendario non è ancora definito: quasi certamente parteciperà all’Oberösterreich Rundfahrt a metà giugno, mentre a luglio dovrà scegliere tra il Tour of Austria e il Sibiu Tour, con la squadra che sembra essere orientata a schierarlo in Romania.

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