
Bruno Pizzul, il ciclismo era una delle sue grandi passioni
Addio allo storico telecronista della Nazionale italiana. Aveva 86 anni
Pochi telecronisti sono stati capaci di coniugare sobrietà e competenza, meritando l'unanime apprezzamento della critica. Anche per questo, la morte a 86 anni di Bruno Pizzul - ricoverato da qualche giorno all'ospedale di Gorizia - ha suscitato un sincero moto di commozione in tutto il mondo dello sport italiano, incluso il ciclismo.
È morto Bruno Pizzul
Conosciuto soprattutto per le sue telecronache di calcio - fu la voce della Nazionale italiana dal 1986 al 2002 - Pizzul ha frequentato a tempo perso anche il mondo delle due ruote, di cui era un buonissimo appassionato, cimentandosi persino in qualche telecronaca. I più assidui cultori delle Perle di sport, la bella rubrica di Rai Sport in cui venivano riproposte le telecronache originali dei grandi eventi del passato, hanno avuto la possibilità di (ri)vedere una vecchia sintesi del Trittico Lombardo 1978 commentata da Pizzul per il Tg2 che, all'epoca, aveva una redazione sportiva autonoma. In assenza dei due titolari, Giorgio Martino e Adriano De Zan, il giornalista friulano fu inviato al seguito delle tre gare agostane - vinte da Giuseppe Saronni, Giovanni Battaglin e Francesco Moser - rivelando una competenza forse sorprendente, ma in realtà frutto di una preparazione specifica che gli consentì di occuparsi anche di tanto altro (bocce, canottaggio, ippica e vela). Qualche mese prima di seguire Agostoni, Bernocchi e Tre Valli Varesine, Pizzul omaggiò Eddy Merckx nel giorno del suo ritiro (21 maggio 1978) con un servizio essenziale ma completo per Domenica sprint, la storica rubrica dell'ora di cena che faceva il punto sulla giornata sportiva ormai al tramonto.

La versatilità nelle sue corde
La sua versatilità è forse il lascito più importante dell'ormai dimenticata scuola per radiotelecronisti RAI, da cui sono passati tutti i grandi nomi del giornalismo sportivo italiano, quando la specializzazione era considerata un disvalore. Non era dunque un caso che le grandi voci della radio come Enrico Ameri, Nando Martellini - che avrebbe lasciato proprio a Pizzul il commento delle partite degli azzurri e di tutti gli altri appuntamenti calcistici di primo piano - e Alfredo Provenzali abbiano frequentato con grande assiduità il mondo del ciclismo prima di dedicarsi quasi esclusivamente al calcio. Una lezione forse dimenticata, ma ancora di grande fascino. Proprio come quella voce che sapeva scaldarsi al momento giusto.
Alla famiglia di Bruno Pizzul le condoglianze della direzione e della redazione di Cicloweb.