Miguel Ángel López festeggia la vittoria della Vuelta a Colombia © Federación Colombiana de Ciclismo
Mondo Continental

Una Vuelta a Colombia proprio da Superman

Miguel Ángel López domina la corsa di casa, vincendo nove tappe su dieci. Focus sulla grande truffa dei campionati uzbeki e sulla Tartu2024, formazione di riferimento nei paesi baltici

28.06.2023 21:30

Ventunesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Vuelta a Colombia, Campionati Nazionali, Miguel Ángel López, dominatore totale della Vuelta a Colombia, e la Tartu2024, squadra simbolo del ciclismo baltico.

Le corse della settimana

Vuelta a Colombia

Il podio finale della Vuelta a Colombia © Federación Colombiana de Ciclismo

Mentre nel resto del mondo si disputavano i campionati nazionali, in Colombia è andata in scena la settantatreesima edizione della principale corsa a tappe locale, la Vuelta a Colombia. Al via si sono presentate venticinque squadre: sei Continental e ben diciannove formazioni dilettantistiche. Dopo quattro vittorie nelle cinque edizioni precedenti, il Team Medellin partiva ancora una volta con i favori del pronostico, potendo contare quest’anno anche su Miguel Ángel López, alla prima partecipazione nella corsa di casa.

La corsa si è aperta con un cronoprologo di 7800 metri, in cui il Team Medellin ha subito messo le cose in chiaro, piazzando tutti i suoi sette corridori nelle prime dodici posizioni. Miguel Ángel López ha iniziato bene la sua avventura, rifilando subito distacchi importanti a tutti gli avversari. Il compagno di squadra Fabio Duarte ha chiuso secondo a 17”, con Rodrigo Contreras (Colombia Pacto por el Deporte), terzo a 18”.

La prima tappa in linea era una delle più semplici della corsa, con qualche salita nella parte centrale e un finale senza grandi difficoltà. Come da previsione, la gara si è conclusa con una volata di gruppo. A sorpresa, a vincere è stato ancora Miguel Ángel López, che con uno sprint molto lungo è riuscito a sorprendere tutti. In forte rimonta negli ultimi metri, Johan Colon (Paisa-Antioquia) e Nelson Soto (Colombia Pacto por el Deporte), due dei migliori velocisti del panorama colombiano, hanno dovuto accontentarsi delle piazze d’onore.

Anche la seconda frazione non era particolarmente difficile, almeno per gli standard colombiani, ma una salita a circa 20 km dal traguardo ha tagliato fuori molti degli uomini veloci, lasciando una quarantina di corridori a giocarsi il successo. Dallo sprint è uscito vincitore Jonathan Guatibonza (GW Shimano-Sidermec), che ha regalato una grande soddisfazione al suo team manager Gianni Savio. Miguel Ángel López ci aveva provato di nuovo, ma si è dovuto accontentare della seconda posizione, davanti a Juan Sossa (Sistecredito).

La terza tappa era caratterizzata da un circuito di circa dieci chilometri, con una salita in cima alla quale era situato l’arrivo. La pendenza non eccessiva ha fatto sì che il gruppo arrivasse compatto al traguardo, ma ha comunque tagliato fuori i velocisti puri dalla lotta per la vittoria: il più veloce è stato ancora una volta Miguel Ángel López, che si è messo alle spalle l’esperto ecuadoriano Byron Guamá (Movistar-Best PC) e l’ex corridore della Androni Giocattoli Daniel Muñoz (EPM).

Alla quarta frazione sono iniziate le vere difficoltà della corsa colombiana, con l’arrivo situato in cima al leggendario Alto de la Linea, ad oltre 3200 metri di altitudine. Il solito Miguel Ángel López ha staccato tutti e ha tagliato il traguardo in solitaria, con 34” sull’ex corridore della Kern Pharma Daniel Mendez (EPM) e 51” su un terzetto regolato da Rodrigo Contreras.

Anche la quinta tappa era molto impegnativa, con una salita di oltre 30 km a metà percorso e un finale molto duro. A trionfare, come prevedibile, è stato Miguel Ángel López. L’ex corridore dell’Astana ha faticato più del previsto, ma ha comunque staccato tutti e all’arrivo ha preceduto di 8” Wilson Peña (Sistecredito) e di 14” il duo della EPM composto da Daniel Mendez e Angel Alexander Gil.

La sesta frazione proponeva una salita lunga, ma piuttosto irregolare, e un finale impegnativo, con gli ultimi 6 km al 7%. Un corridore ha staccato tutti gli avversari e si è presentato sul traguardo in perfetta solitudine: si trattava, ovviamente, di Miguel Ángel López. Il ventinovenne ha preceduto di 29” un sempre più convincente Wilson Peña e di 38” il compagno di squadra Aldemar Reyes.

La settima tappa presentava un’ascesa lunga, anche se non troppo impegnativa, a metà percorso e un arrivo in cima ad una salita di 20 km. Nonostante i fuggitivi avessero iniziato l’ultima asperità di giornata con oltre 5’ di vantaggio, il Team Medellin ha riportato sotto il gruppo per favorire lo scatto, poi risultato vincente, di Miguel Ángel López. Ancora una volta Superman non ha avuto rivali e ha preceduto di 42” Wilson Peña e di 45” Oscar Fernandez (EPM) e Aldemar Reyes.

L’ottava frazione presentava un profilo abbastanza impegnativo, ma la discesa di quindici chilometri che precedeva la rampa finale (di circa 3 km) scoraggiava le azioni solitarie. Nel finale sono rimasti in cinque a giocarsi la tappa: Aldemar Reyes ha tirato la volata a Miguel Ángel López, che ancora una volta è risultato imbattibile. Oscar Fernandez si è preso la seconda piazza, mentre Rodrigo Contreras, Wilson Peña e lo stesso Reyes sono stati cronometrati con 1” di ritardo. Da segnalare il crollo di Daniel Mendez, quarto in classifica alla partenza, che ha perso 32' e ha dovuto dire addio ai sogni di ottenere un buon piazzamento finale.

La corsa si è conclusa con una cronometro individuale di 42 km, con una salita breve, ma abbastanza impegnativa subito dopo il via. A far segnare il miglior tempo è stato, manco a dirlo, Miguel Ángel López. Rodrigo Contreras è riuscito a rimanergli relativamente vicino e ha chiuso con 38” di ritardo, mentre Wilson Peña, terzo, ha pagato ben 2’51”.

Come è facile immaginare, Miguel Ángel López si è aggiudicato il successo finale, oltre alla classifica a punti e a quella degli scalatori, con 6’17” su Rodrigo Contreras e 7’12” su Wilson Peña. Il Team Medellin si è imposto nella graduatoria a squadre, grazie anche al quarto posto di Aldemar Reyes e al sesto di Óscar Sevilla, che si è aggiudicato la maglia riservata al miglior straniero. C’è stata gloria anche per qualche altra formazione nelle classifiche minori: Weimar Roldán (Corratec America) è stato il re degli sprint intermedi, Diego Pescador (GW Shimano-Sidermec) il miglior giovane e Santiago Ramirez (Paisa-Antioquia) il più combattivo.

Campionati Nazionali

Quinn Simmons dedica la vittoria a Gino Mäder © Quinn Simmons

La scorsa settimana si sono disputati i Campionati Nazionali di moltissimi paesi. Di molti si è già parlato, ma altri non erano stati ancora menzionati.

Negli USA Brandon McNulty (UAE Team Emirates) ha dominato la cronometro, rifilando 1’32” a William Barta (Movistar) e 2’00” a Joey Rosskopf (Q36.5). Il venticinquenne ha provato a ripetersi nella corsa in linea, ma nulla ha potuto contro un Quinn Simmons in grande giornata. Il ventiduenne della Trek-Segafredo è andato via insieme a Tyler Williams (L39ion of Los Angeles) e nei chilometri finali lo ha staccato, andando a conquistare il titolo, con una a dedica speciale a Gino Mäder. Williams è riuscito a conservare la seconda posizione, con un ritardo di 37”, mentre Tyler Stites (Project Echelon) ha avuto ragione di McNulty nella volata per il terzo posto a 1’49”.

In Canada la cronometro ha premiato la rivelazione del Giro d’Italia Derek Gee (Israel-Premier Tech), che ha confermato il successo del 2022, precedendo di 34” Nickolas Zukowsky (Q36.5) e di 51” Matteo Dal-Cin (Toronto Hustle). Michael Leonard (INEOS Grenadiers) ha fatto segnare il secondo tempo, a 19” da Gee, e ha conquistato il titolo under 23. Nella prova in linea si è imposto in solitaria Nickolas Zukowsky. Il Team Ecoflo Chronos ha piazzato quattro atleti nei primi cinque, ma non è riuscito a contrastare il venticinquenne: sul podio sono saliti Philippe Jacob, secondo a 18”, e Nicolas Rivard, terzo a 42”.

Oltre al secondo posto di Tyler Williams, la L39ion of Los Angeles è stata protagonista anche in Belize, con altri due Williams che hanno messo a segno la doppietta nella gara in linea. Cory Williams, che ha preso la nazionalità del paese centroamericano solo lo scorso anno, ha conquistato la vittoria, la prima a livello UCI in carriera, precedendo di 19” il fratello Justin, vincitore della prova nel 2021, e Shawn Codd.

In Mongolia, dopo la delusione nella prova a cronometro, Jambaljamts Sainbayar (Terengganu Polygon) si è riscattato, andando a prendersi il primo titolo in carriera nella prova in linea. Tegsh-bayar Batsaikhan (Roojai Online Insurance) gli ha conteso il successo fino all’ultimo, ma alla fine si è arreso e ha chiuso con 1” di ritardo. Al terzo posto, con un distacco di 10”, si è piazzato Bilguunjargal Erdenebat (Ferei Mongolia).

In Croazia la cronometro è stata dominata dal favorito Fran Miholjević (Bahrain Victorious), che ha staccato di ben 2’48” Antonio Barać (Corratec-Selle Italia) e di addirittura 7’27” Ivan Marojević. Il corridore della Bahrain-Victorious non ha preso parte alla prova in linea, che ha visto Viktor Potočki (Ljubljana Gusto Santic) conquistare il suo terzo titolo con 2” di margine su Barać e 26” su Anthony Bilić.

In Israele, nella cronometro, Oded Kogut (Israel-Premier Tech Academy) ha detronizzato il campione uscente Omer Goldstein (Israel-Premier Tech), battendolo di 1’01”. Sul terzo gradino del podio è salito Nadav Raisberg (Israel-Premier Tech Academy), con un ritardo di 1'21". Itamar Einhorn (Israel-Premier Tech) indosserà per altri dodici mesi la maglia di campione nazionale nelle corse in linea. Il venticinquenne ha preceduto il compagno di squadra Guy Sagiv e Nadav Raisberg, terzo a 6”.

In Turchia la prova in linea si è disputata prima della cronometro: Burak Abay (Konya Buyuksehir) ha vinto in solitaria, beffando gli avversari della Spor Toto, che hanno occupato le posizioni dalla seconda alla quinta. Con 23” di ritardo, Ahmet Örken e Tahir Yigit hanno completato il podio. Örken si è preso la rivincita nella cronometro, andando a prendersi l’ottavo titolo con 8” su Abay e 1’12” su Halil İbrahim Doğan (Beykoz Belediyesi).

Tutto facile per la HKSI ad Hong Kong. I quattro corridori al via della cronometro élite hanno battuto tutti gli avversari; il successo è andato a Vincent Lau Wan Yau, che ha superato di 1” Ng Sum Lui e di 16” Ng Pak Hang. Chu Tsun Wai, anch’egli della HKSI, ha conquistato il titolo under 23 facendo segnare un tempo di 7” migliore rispetto a quello del vincitore tra gli élite. Ng Pak Hang ha vinto la prova in linea davanti al compagno di squadra Mow Ching Yin e a Lo Chun Kit che, staccato di 2”, è riuscito ad evitare un podio interamente composto da uomini della HKSI.

In Angola, la cronometro ha incoronato Dário António Marcelino, campione per la quinta volta consecutiva. Il trentenne si è imposto con 44” su Igor Silva (BAI-Sicasal) e 47” su Gabriel Cole. Silva si è rifatto vincendo la gara in linea e riprendendosi quel titolo che gli mancava dal 2015. Il bicampione uscente Bruno Araujo (BAI-Sicasal) si è accontentato del secondo posto con 3” di ritardo, mentre Dário António Marcelino ha completato il podio a 24”.

Di gran lunga il corridore più forte del suo paese, Ariya Phounsavath (Roojai Online Insurance) ha messo a segno la doppietta nei primi storici campionati nazionali in Laos. Il trentaduenne, di origine francese, ha vinto la cronometro con 13” su Thavone Phonasa e 49” su Soutisack Vandila. Gli stessi corridori, a posizioni invertite, lo hanno accompagnato sul podio anche nella prova in linea: Vandila ha chiuso con 41” di ritardo e Phonasa con 51”.

Nella cronometro in Marocco sono saliti sul podio gli stessi uomini di dodici mesi fa, ma in posizioni diverse. Dopo il secondo posto del 2022, Adil El Arbaoui ha conquistato il titolo con 1’19” su Achraf Ed Doghmy e 1’36” sul campione uscente Mohcine El Kouraji. I tre hanno occupato i posti sul podio anche nella gara in linea: Ed Doghmy ha confermato il titolo dello scorso anno, precedendo El Arbaoui ed El Kouraji. Da segnalare il settimo posto di Omar El Gouzi (Green Project-Bardiani), che fino a poco tempo fa correva con la nazionalità italiana.

Novità dall’Uzbekistan, dove i sospetti sulla regolarità del The Tour Oqtosh-Chorvoq-Mountain non sono l'unico problema con cui deve fare i conti la federazione: l’UCI, infatti, ha cancellato dal proprio database i risultati dei campionati nazionali perché, a quanto pare, non sono mai stati disputati. I risultati delle gare sono stati inventati per accumulare punti UCI importanti per le qualificazioni a Campionati del Mondo e Giochi Olimpici. La data della prova in linea sarebbe stata quella del giorno di pausa fra The Tour Oqtosh-Chorvoq-Mountain II e Tour of Bostonliq I. I corridori stranieri impegnati nelle due corse hanno, però, rivelato che quel giorno non c’è stata nessuna gara e che i corridori uzbeki non si sono mossi dagli hotel. Al momento non sembrano essere state emesse sanzioni, ma potrebbe essere letta in quest’ottica la sparizione dal database delle squadre della Tashkent City e della Samarkand, le due Continental uzbeke.

Anche questa settimana c’è stata qualche novità di ciclomercato: l’UCI ha registrato nel roster della Saint Piran lo scozzese Finn Crockett, rimasto appiedato a marzo a causa dell’improvvisa chiusura della AT85. Alcuni buoni risultati in corse dilettantistiche e il diciassettesimo posto nel campionato nazionale hanno convinto la formazione britannica a dargli una chance.

Le altre novità arrivano dalla Cina, con le formazioni locali a caccia di rinforzi stranieri in vista del Tour of Qinghai Lake. La Hengxiang si è rinforzata con lo scalatore Cristian Raileanu. Il rumeno di origine moldava, che in passato è stato anche stagista della Wilier-Southeast, era rimasto senza squadra dopo la fine del suo contratto con i turchi della Sakarya BB. Doppio arrivo in casa Tianyoude Hotel: la formazione cinese ha ingaggiato l'iraniano Saeid Safarzadeh, vincitore quest’anno di una tappa al Tour of Sakarya, e il colombiano Yecid Sierra, professionista per due anni e mezzo con la Manzana Postobon. Entrambi hanno già corso con il team cinese nel biennio 2019-2020.

Il corridore della settimana: Miguel Ángel López

Una delle tante vittorie di Miguel Ángel López alla Vuelta a Colombia © Federación Colombiana de Ciclismo

Non c’erano dubbi che Miguel Ángel López fosse il favorito della Vuelta a Colombia, ma nove vittorie e un secondo posto in dieci tappe sono un risultato clamoroso, che nessuno poteva aspettarsi. Il corridore colombiano è palesemente sprecato nel mondo Continental, ma, dopo essere stato licenziato dall’Astana per dei sospetti di doping che tuttora non sono stati confermati, non ha trovato una squadra professionistica pronta a dargli fiducia. La discesa nella terza categoria del ciclismo, però, non gli ha tolto le motivazioni: nel 2023, infatti, il ventinovenne è il corridore con più successi UCI all’attivo, ben diciannove (cinque in più di Tadej Pogačar, secondo in questa graduatoria), a cui se ne aggiungono altri nelle corse del calendario nazionale colombiano.

La cosa non sorprende particolarmente perché il carattere non è mai mancato al corridore del Team Medellin. Il suo storico soprannome Superman non è dovuto alle sue performances sportive, ma ad un episodio accadutogli prima di affermarsi nel mondo del ciclismo: aggredito da due ladri che volevano rubargli la bicicletta, López fu pugnalato ad una gamba, ma riuscì a mettere in fuga gli assalitori dopo aver strappato loro il coltello, sventando il furto della mountain bike che gli aveva regalato suo padre.

Nato in una famiglia di contadini, Miguel Ángel López, a differenza di tanti colleghi, non si avvicinò al ciclismo in giovane età, ma iniziò ad usare la bici a quindici anni per andare a scuola. Solo in seguito cominciò a gareggiare, prima in mountain bike e poi su strada. Rafael Acevedo, professionista con la mitica Café de Colombia negli anni ’80, fu il primo ad accorgersi delle sue qualità e lo prese sotto la sua ala, ma i primi anni da ciclista di Superman furono caratterizzati soprattutto da cadute e infortuni.

Il 2014 fu l’anno dell’esplosione: il colombiano iniziò a raccogliere successi in patria, vincendo, tra le altre cose, la Vuelta de la Juventud Colombia. Nonostante la poca esperienza, si dimostrò subito competitivo anche in Europa, vincendo a sorpresa una tappa e la classifica finale del Tour de l’Avenir, la più importante corsa a tappe riservata agli under 23. A fine stagione partecipò anche ai Campionati del Mondo di categoria a Ponferrada, chiudendo la corsa nel gruppo principale.

Il 2015 fu l’anno dell’approdo tra i professionisti: ad aggiudicarsi le prestazioni di una delle più grandi promesse del ciclismo mondiale fu l’Astana. Nel primo anno nella massima categoria, López corse abbastanza poco, ma dimostrò una crescita costante: andò vicino al successo in una tappa del Tour of Turkey, chiuse in settima posizione una corsa prestigiosa come il Tour de Suisse e vinse una tappa della Vuelta a Burgos. A fine anno partecipò al suo primo Campionato del Mondo élite, ma non portò a termine la prova.

L’anno successivo partì subito forte, vincendo una tappa del Tour de San Luis e una del Tour de Langkawi. Nel mese di giugno si sbloccò anche nel calendario WorldTour, aggiudicandosi la classifica finale del Tour de Suisse. In seguito partecipò senza fortuna alla prova in linea dei Giochi Olimpici di Rio e fece il suo esordio in un GT, la Vuelta a España, che non concluse a causa di due cadute. A fine stagione ritrovò la gioia della vittoria, staccando tutti alla Milano-Torino.

A causa di una caduta in allenamento a novembre dell’anno precedente, nel 2017 Superman iniziò a gareggiare soltanto a giugno. Al rientro alle corse riuscì subito a trovare un buon colpo di pedale e si aggiudicò una tappa sia al Tour of Austria che alla Vuelta a Burgos. Si schierò al via della Vuelta a España per riscattare la delusione dell’edizione precedente e centrò il suo obiettivo: i due successi parziali e l’ottavo posto finale rappresentarono un bilancio assolutamente positivo per un corridore reduce da un grave infortunio.

Per l’anno successivo López scelse di puntare sul Giro d’Italia e l’avvicinamento fu buono: secondo con vittoria di tappa al Tour of Oman, terzo all’Abu Dhabi Tour e terzo con successo parziale al Tour of the Alps. Alla Corsa Rosa non riuscì ad alzare le braccia al cielo, ma si consolò con il podio finale, a cui aggiunse la maglia bianca di miglior giovane. Nella seconda parte di stagione vinse un’altra frazione alla Vuelta a Burgos e partecipò alla Vuelta a España, che chiuse al terzo posto in classifica.

Nel 2019 si impose nella Colombia 2.1 e tornò al successo nel WorldTour, vincendo una tappa e la classifica finale della Volta a Catalunya. Nel settore GT provò a ripetere l’accoppiata Giro-Vuelta che gli aveva regalato un doppio podio l’anno precedente, ma i risultati non furono all’altezza delle aspettative: in Italia confermò la maglia bianca di miglior giovane, ma non andò oltre il settimo posto, mentre in Spagna si fermò alla quinta posizione.

Nel 2020 il colombiano iniziò bene la stagione, vincendo una tappa e chiudendo in terza posizione la Volta ao Algarve, prima che la pandemia bloccasse tutto. Al rientro alle competizioni decise di puntare sul Tour de France, in cui vinse l’arrivo in salita di Méribel. A causa di una pessima prestazione nella cronometro finale, però, buttò alle ortiche la possibilità di salire sul podio, precipitando dal terzo al sesto posto in classifica generale. Decise di presentarsi al via del Giro d’Italia, ma una caduta nella cronometro inaugurale mise subito fine alla sua Corsa Rosa.

L’anno successivo, per la prima volta da professionista, cambiò squadra e passò alla Movistar. Con la nuova maglia vinse una tappa e la classifica finale della Vuelta a Andalucia e la Mont Ventoux Dénivelé Challenge. Dopo un Tour de France in cui non riuscì ad essere protagonista, si schierò al via della Vuelta a España per riscattarsi. Nella corsa spagnola vinse l’ultimo tappone e si issò in terza posizione in classifica generale; nella penultima giornata di gara, però, fu sorpreso da un attacco sferrato da alcuni uomini di classifica nelle fasi iniziali della tappa e crollò mentalmente, decidendo di lasciare la corsa. Questa decisione ruppe irrimediabilmente il suo rapporto con il team e portò alla rescissione anticipata del contratto.

Dopo la burrascosa fine del suo rapporto con la compagine spagnola, Superman è tornato all’Astana. Nella prima parte di stagione è stato terzo alla Vuelta a Andalucia e ha vinto una tappa al Tour of the Alps, ma al Giro d’Italia, grande obiettivo stagionale, si è ritirato nel corso della quarta tappa per problemi ad un ginocchio. A luglio è stato sospeso dalla squadra per il suo coinvolgimento in un’indagine antidoping, ma è stato reintegrato dopo pochi giorni e, tornato alle corse, è arrivato terzo alla Vuelta a Burgos e quarto alla Vuelta a España. A fine anno è stato nuovamente sospeso e poi licenziato per via dell’acquisizione di nuovi elementi contro di lui nella già citata indagine.

A distanza di diversi mesi, dalle indagini non è emerso nulla contro di lui e López ha sposato il progetto del Team Medellin, dominando quasi tutte le gare a cui sta partecipando. Il suo prossimo obiettivo dovrebbe essere il Tour of Qinghai Lake, corsa cinese che inizierà il 9 luglio.

La squadra della settimana: Tartu2024

I campioni nazionali under 23 delle repubbliche baltiche, tutti tesserati per la Tartu2024 © Tartu2024

Nel 2020, dopo dieci anni di assenza, l'Estonia è tornata a contare su una formazione Continental: la Tartu2024-BalticChainCycling.com. La squadra, che adesso si chiama semplicemente Tartu2024, è sempre stata composta quasi esclusivamente da under 23 e si è subito imposta come punto di riferimento per i giovani ciclisti baltici. Il progetto di lanciare i talenti locali verso palcoscenici più importanti sta procedendo bene: nei primi tre anni di attività, due corridori (Markus Pajur e Madis Mihkels) sono approdati tra i professionisti e altri due (Rait Ärm e Aivaras Mikutis) sono passati in formazioni di sviluppo di team professionistici.

A dirigere la squadra ci sono due nomi noti del ciclismo baltico: il team manager è Jaan Kirsipuu, unico estone ad aver vinto al Tour de France (quattro successi di tappa per lui), mentre il direttore sportivo è il lituano Gediminas Bagdonas, che ha corso per sette anni nel WorldTour con la maglia dell'AG2R La Mondiale.

Nei recenti Campionati Nazionali, la Tartu2024 si è comportata alla grande, vincendo tutti i cinque titoli nazionali under 23 delle repubbliche baltiche (in Estonia non si è disputata la cronometro under 23) e ottenendo buoni risultati anche tra gli élite, con la perla del campionato lituano in linea.

Il roster di quest'anno è composto da dieci corridori, otto dei quali sono under 23.

L'uomo di maggiore esperienza è Markus Pajur, rientrato alla base dopo un'esperienza biennale tutt'altro che esaltante all'Arkéa-Samsic. Quest'anno, dopo un inizio di stagione difficile, è tornato a farsi vedere nelle parti alte degli ordini d'arrivo, sfiorando la vittoria di tappa al Tour of Estonia e disputando un buon campionato nazionale. Se ritrovasse la continuità di risultati mostrata nel 2020, potrebbe avere un'altra occasione tra i professionisti, dato che non ha ancora compiuto ventitré anni.

Il corridore più anziano in rosa è il ventiseienne Siim Kiskonen. L'estone è all'esordio nella categoria Continental, ma negli ultimi tre anni ha corso nel competitivo dilettantismo francese, disputando diverse gare di buon livello. Vicecampione nazionale nel 2022, quest'anno ha centrato un ottimo settimo posto al Tour of Estonia. Proprio oggi ha conquistato la prima vittoria UCI, imponendosi nella prima tappa della Course Cycliste de Solidarnosc et des Champions Olympiques.

Alekss Krasts, unico lettone del team, è all'ultimo anno tra gli under 23. La scorsa settimana ha conquistato entrambi i titoli nazionali di categoria, confermandosi nella prova in linea e tornando al successo a cronometro dopo tre anni. Negli scorsi mesi si era fatto notare a più riprese in Francia, sfiorando la vittoria di tappa al Tour du Loir et Cher ed entrando nell'azione buona alla Route Adélie de Vitré, prima di perdere contatto nel finale.

I tre classe 2002 del team stanno avendo delle difficoltà in questa stagione e sono fermi da oltre un mese, dopo una prima parte dell’anno in cui hanno collezionato qualche ritiro di troppo. Nel 2022 Joonas Kurits si è laureato campione estone a cronometro tra gli under 23 e ha raccolto diverse top ten in altre gare, guadagnandosi la convocazione sia per i Campionati del Mondo che per gli Europei di categoria. Markus Knaapi, invece, si era aggiudicato il titolo finlandese a cronometro fra gli élite ed era stato convocato per i Campionati d’Europa under 23, in cui era arrivato nel gruppo di testa. Andre Roos, campione estone tra gli juniores nel 2020, lo scorso anno è stato terzo al campionato nazionale under 23 e ha conquistato una top ten di tappa al Baltic Chain Tour. Tutti e tre avranno sicuramente modo di rifarsi in futuro, dato che il tempo è dalla loro parte.

Il corridore più giovane in rosa è Rokas Adomaitis, che non ha ancora compiuto diciannove anni. Il lituano è reduce da un weekend da sogno: prima si è laureato campione nazionale under 23 a cronometro, sfruttando l’assenza di Aivaras Mikutis, che ha scelto di disputare la prova élite, e poi ha dominato la prova in linea élite, staccando di oltre 4’ il campione uscente Venantas Lašinis e il più noto Ignatas Konovalovas.

Anche l’altro lituano Jomantas Venckus ha ancora diciotto anni e pure lui può essere soddisfatto dei risultati dei campionati nazionali. Nelle prove under 23 ha ottenuto un secondo posto dietro il compagno Adomaitis nella cronometro e una vittoria in solitaria la prova in linea. Ha poi disputato anche la gara élite, concludendola in ottava posizione.

I recenti campionati nazionali sono stati un successo anche per il diciannovenne Lauri Tamm. Il corridore estone ha dominato la prova riservata agli under 23 e ha rischiato il colpaccio anche nella prova élite, in cui si è giocato fino all’ultimo la vittoria con due professionisti come Karl Patrick Lauk e Rein Taaramäe, arrendendosi alla fine solo al velocista della Bingoal-WB. 

Chiude la rosa Aaron Aus, nipote del compianto Lauri, ex professionista dell’AG2R. Il diciannovenne non ha brillato particolarmente lo scorso weekend, non riuscendo ad andare oltre il quinto posto nella gara under 23 e il quindicesimo in quella élite. L’estone, però, si è messo in luce nella prima parte di stagione, con un quarto posto di tappa alla Carpathian Couriers Race e un quinto al Tour of Estonia.

La squadra estone è già tornata in gara (e alla vittoria) in Polonia per la Course Cycliste de Solidarnosc et des Champions Olympiques, che si concluderà il 1° luglio.

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