
La fuga infinita di Jonas Abrahamsen porta la Uno-X a una vittoria al Tour de France
Il norvegese vince a Toulouse in una volata a due con Mauro Schmid, dopo che entrambi erano andati all'attacco dall'inizio. Van der Poel sfiora la rimonta, Pogačar cade nel finale ma arriva in gruppo
Il Tour de France riparte dopo il giorno di riposo con una tappa disegnata come una classica, puntata da uomini da classica e vinta come una classica. Jonas Abrahamsen regala alla Uno-X Mobility il primo successo della sua storia alla Grande Boucle, dopo esserci andato ripetutamente vicino nelle ultime due edizioni. Il norvegese batte Mauro Schmid in volata a due sul traguardo di Toulouse, dopo una giornata all'attacco dal chilometro zero per entrambi.
Come se fosse una Parigi-Roubaix, chi è riuscito da subito ad avvantaggiarsi è arrivato più fresco nel finale rispetto a chi ha lottato per due ore per centrare la fuga, con scatti continui e velocità folli. Mathieu van der Poel è andato vicinissimo a un prodigioso recupero nel finale, staccando tutti i compagni di avventura di una giornata spesa a inseguire, ma la vittoria va a uno dei protagonisti di una fuga infinita. Per Abrahamsen è una vittoria che idealmente arriva in fondo a una fuga lunga quattro settimane, iniziata con la frattura della clavicola al Belgium Tour. Non doveva nemmeno essere al via, invece ha tirato fuori il successo più importante di una carriera vissuta sempre all'attacco, in fuga dagli schemi prestabiliti.
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Dopo ben sedici chilometri di trasferimento, al via ufficiale si muovono subito Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), Mauro Schmid (Team Jayco AlUla) e Davide Ballerini (XDS-Astana Team). I tre riescono subito a prendere una ventina di secondi e mantenerli a lungo, mentre dietro continuano i movimenti.

Anche Jonathan Milan prova a portare via un tentativo che possa permettergli di arrivare davanti allo sprint intermedio, ma la maglia verde si fa vedere fin troppo insieme ai compagni della Lidl-Trek, tra cui Jasper Stuyven e Toms Skujiņš. In cima alla Côte de Castelnau-d'Estrétefonds (1.5 km al 5.9%), il primo gpm di giornata, prova ad allungare anche Quinn Simmons, uno dei grandi protagonisti nelle fughe finora.
Il campione nazionale statunitense attacca insieme a Wout Van Aert, a sua volta attivissimo già dai primi chilometri. Dopo lo scollinamento però anche questo gruppetto di dieci viene neutralizzato, e dal gruppo riparte Alexandre Delettre (Team TotalEnergies), sorprendentemente seguito da Kévin Vauquelin. Il capitano della Arkéa B&B Hotels non ha però la libertà per azioni di questo tipo, e viene immediatamente stoppato dalla EF Education-EasyPost, che ha riportato davanti la maglia gialla Ben Healy.
Delettre viene raggiunto dal compagno Mattéo Vercher, da Marco Haller (Tudor Pro Cycling), Clément Berthet e Bastien Tronchon (Decathlon AG2R La Mondiale), mentre alle loro spalle si sganciano anche Connor Swift (INEOS Grenadiers), Xandro Meurisse (Alpecin-Deceuninck), Benjamin Thomas (Cofidis) e Gregor Mühlberger (Movistar). Nemmeno questo però è il tentativo giusto, perché da dietro torna alla carica Van Aert, che produce lo sforzo più importante fino a quel momento per chiudere sui due gruppetti e ridurre il distacco dal terzetto di testa.
Schmid, Abrahamsen e Ballerini hanno continutato a spingere e mantenere un vantaggio tangibile per oltre sessanta chilometri, e solo ai -90 vengono raggiunti per la prima volta. Con loro non c'è però Van Aert e nemmeno un altro corridore della Visma Lease a Bike, bensì Fred Wright (Bahrain-Victorious) e Mathieu Burgaudeau (Team TotalEnergies). Dopo qualche chilometro di indecisione in gruppo il distacco supera di nuovo il minuto, ma nemmeno questa situazione soddisfa tutti.
La Groupama-FDJ torna all'attacco con Quentin Pacher e Clément Russo, seguiti da Gianni Vermeersch (Alpecin-Deceuninck). Dietro di loro si sgancia un altro gruppo più numeroso, con Van Aert che ancora non si rassegna e chiude insieme a Matteo Trentin (Tudor Pro Cycling), Arnaud De Lie (Lotto) e Dylan Groenwegen (Team Jayco AlUla).
A quel punto, ai -68 dall'arrivo, inizia la fase più anarchica e decisiva nella formazione della fuga. Da dietro si muove anche la maglia gialla, seguito addirittura da Jonas Vingegaard. Il danese trova il compagno davanti e costringe i rivali di classifica a rispondere, a partire da Remco Evenepoel e Tadej Pogačar. Anche Oscar Onley e Florian Lipowitz fanno parte della prima parte del gruppo, ma il danese si porta anche davanti a tirare in prima persona. Dopo un paio di chilometri di bagarre, ci pensa ancora Simmons a risolvere la situazione. Con lo statunitense se ne vanno anche De Lie, Axel Laurance (INEOS Grenadiers), il solito Van Aert e Mathieu van der Poel, per la prima volta in uno di questi tentativi.
La lotta per la tappa e la caduta di Pogačar
Nessuno riesce più a rientrare in gioco per la vittoria, con il gruppo maglia gialla che va rapidamente a due minuti, mentre cinque dei grandi favoriti per la tappa hanno 50" da recuperare sul gruppo di testa in 65 chilometri. L'inseguimento però è meno semplice del previsto, perché chi si è mosso per riaprire la corsa ha speso più di chi è rimasto davanti dall'inizio.
Negli ultimi venti chilometri ci sono ancora venti secondi tra i due gruppetti, e sulla Côte de Vieille-Toulouse (1.4 km al 6.9%) non sembrano esserci più le forze per chiudere. Ci prova in solitaria Simmons, ma nello stesso momento davanti allunga anche Schmid, con Abrahamsen a rinforzare l'azione. I due scollinano con qualche secondo su Wright e Burgaudeau, raggiunti dallo statunitense in discesa.
La sua azione però non è sufficientemente incisiva, e sulla salita finale alla Côte de Pech David il distacco aumenta. Sul tratto più duro, Van der Poel lancia il suo attacco, fa subito la differenza su tutti gli altri e si lancia all'inseguimento della coppia di testa, che ha ancora più di venti secondi da gestire negli ultimi 9 chilometri.
Mentre davanti infuria la lotta per il successo di tappa, dietro gli uomini di classifica si punzecchiano sulle durissime pendenze del muro conclusivo. Vauquelin è il primo a provarci, ma viene ripreso sul ritmo imposto da Matteo Jorgenson. In vista dello scollinamento attacca anche Vingegaard, che prova a mettere in difficoltà anche il suo rivale. Gli scatti proseguono anche nel successivo tratto pianeggiante, ma si interrompono nel momento della caduta di Pogačar, scivolato a terra dentro gli ultimi 5 chilometri in un attimo di distrazione, dopo un contatto con Tobias Halland Johannesen (Uno-X Mobility). Da quel momento in poi nessuno prova più a forzare, la EF decide di addormentare il ritmo e permettere al campione del mondo di rientrare con relativa tranquillità.
C'è molta meno tranquillità nell'inseguimento di Van der Poel, che fino all'ultimo chilometro fa riaffiorare i ricordi dell'Amstel Gold Race 2019. Questa volta però non c'è la beffa per i due davanti, che arrivano a giocarsi il successo allo sprint. Schmid è costretto a rimanere davanti e tenere alta la velocità fino ai 250 metri, poi i due lanciano lo sprint praticamente nello stesso momento. Abrahamsen prevale nel testa a testa, vincendo la sua prima tappa in carriera al Tour de France.
Van der Poel si ferma a 7" da una rimonta che sarebbe stata sensazionale, mentre De Lie regola il gruppetto a 53". Ballerini è l'ultimo dei fuggitivi a giungere al traguardo, decimo a 1'11", mentre Kaden Groves (Alpecin-Deceuninck) batte Alberto Dainese (Tudor Pro Cycling) nella volata del gruppo a 3'28". Gli uomini di classifica arrivano tutti insieme, compreso Pogačar. L'unico a mancare all'appello è Mattias Skjelmose (Lidl-Trek), che continua il suo calvario e perde altri sei minuti. Domani a Hautacam per lui sarà ancora più dura.