Daniel Stampe © Palmarès
Mondo Continental

Dal badminton al ciclismo: la storia di Daniel Stampe

Un infortunio ha infranto il sogno del corridore danese di diventare un giocatore di badminton professionista. Passato alla bicicletta, sta migliorando anno dopo anno e sogna il professionismo

07.05.2025 23:25

Quattordicesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Le Tour de Bretagne Cycliste, Tour du Bénin, Grand Prix de Cotonou, Vuelta Bantrab, Omloop van het Waasland, Flèche Ardennaise, GP Vorarlberg, Grand Prix Herning, Fyn Rundt e Daniel Stampe, arrivato al ciclismo dopo aver giocato a badminton.

Le corse della settimana

Le Tour de Bretagne Cycliste

Felix Ørn-Kristoff festeggiato dai compagni di squadra
Felix Ørn-Kristoff festeggiato dai compagni di squadra © Tour de Bretagne/Tony Esnault

In Francia si è disputata la cinquantanovesima edizione del Tour de Bretagne, corsa a tappe di sette giorni che vedeva al via ventitré squadre: un ProTeam (la Wagner Bazin WB), venti Continental e due formazioni dilettantistiche francesi.

La prima frazione era abbastanza semplice: le principali difficoltà altimetriche erano situate a metà percorso e nel finale erano previsti quattro giri di un circuito quasi totalmente pianeggiante, lungo poco più di 8 km. Nonostante l’assenza di asperità, il gruppo non è riuscito a riprendere tre dei quattro fuggitivi di giornata: Ilan Larmet (VC Rouen 76) ha conquistato, così, il primo successo UCI in carriera, precedendo di 2” Joshua Golliker (EF Education-Aevolo) e di 5” Cedric Abt (Lotto Kern-Haus). Il corridore francese ha indossato, ovviamente, la prima maglia di leader.

La seconda tappa era decisamente più impegnativa della precedente, con diverse salite a metà percorso e un circuito finale abbastanza ondulato, con gli ultimi 400 metri che tendevano all’insù. Antoine Hue (CIC-U-Nantes) ha attaccato ai -5 e sembrava essere lanciato verso la vittoria, ma è stato saltato a pochissimi metri dal traguardo e si è fermato al terzo posto. La vittoria è andata a Noah Hobbs (EF Education-Aevolo), che ha avuto la meglio su Ronan Augé (CIC-U-Nantes). Il vincitore è passato anche in testa alla classifica generale perché il leader Ilan Larmet è rimasto coinvolto in una caduta ed è arrivato staccato.

La terza frazione presentava un percorso molto nervoso, con pochissima pianura, e anche il circuito finale era ricco di saliscendi. Tutti gli strappi in programma, però, non erano particolarmente lunghi e pendenti e nessuno è riuscito a fare la differenza. Il gruppo è arrivato compatto sul traguardo è il più veloce è stato il giovanissimo Eliott Boulet (Groupama-FDJ Continentale). Il diciottenne è riuscito a mettersi alle spalle Ronan Augé, che, grazie all’abbuono, è passato in testa alla classifica, e il fratello d’arte Matteo Milan (Lidl-Trek Future).

Anche la quarta tappa prevedeva un percorso ondulato, praticamente privo di pianura, e un circuito finale con diverse asperità. A circa 75 km dal traguardo è partito un attacco di oltre venti corridori, che ha caratterizzato la giornata. Il drappello di testa si era ridotto a nove unità, quando, ai -4, ha allungato Jackson Medway (Tudor U23). L’australiano è riuscito a rimanere solo, ma ha commesso un errore in una curva in discesa e, così, Felix Ørn-Kristoff (Wanty-Nippo) è riuscito a rientrare su di lui. La volata a due non ha avuto storia e il norvegese ha centrato l’accoppiata tappa e maglia. Medway è stato classificato a 2”, mentre Alexandre Kess (Lotto Kern-Haus) ha vinto la volata per il terzo posto a 8”.

La quinta frazione era più semplice delle precedenti, con un solo GPM a metà percorso e un circuito finale privo di difficoltà. Una fuga a cinque si è formata a circa 120 km dal traguardo e il gruppo, nonostante un terreno favorevole, non è riuscito a rientrare. La ColoQuick ha sfruttato al meglio la superiorità numerica del drappello di testa: Emil Toudal ha attaccato a 900 metri dal traguardo e si è involato verso il successo. A 4” Jed Smithson (Visma|Lease a Bike Development) ha regolato l’altro rappresentante della formazione danese, Joshua Gudnitz, nella volata per la seconda posizione. Felix Ørn-Kristoff ha conservato la maglia di leader.

La sesta tappa era un po’ più dura e l’arrivo era situato in cima a uno strappo di 700 metri. Anche in questo caso il finale era in circuito ed erano previsti cinque passaggi sul traguardo. Circa 50 corridori sono arrivati insieme nel finale e, nonostante diversi tentativi di anticipare, è stata volata: Noah Hobbs si è dimostrato nettamente superiore alla concorrenza e si è messo dietro il giovane crossista Aubin Sparfel (Decathlon AG2R Development) ed Emmanuel Houcou (Arkéa-B&B Hôtels Continentale). Felix Ørn-Kristoff è rimasto in testa alla classifica.

Anche l’ultima frazione presentava un percorso nervoso con pochissima pianura e il circuito finale, da ripetere sei volte, prevedeva una salita di 1 km in corrispondenza del traguardo. Non c’è stata grande selezione ed è stata nuovamente volata: Noah Hobbs si è confermato il più forte sugli arrivi in pendenza e si è imposto per la terza volta, battendo Matteo Milan e Alessandro Borgo (Bahrain Victorious Development).

Felix Ørn-Kristoff ha conquistato il successo finale (e la maglia di miglior giovane), precedendo di 13” Alexandre Kess e di 14” Aubin Sparfel. Noah Hobbs ha vinto la classifica a punti, mentre Cedric Abt si è preso il titolo di re degli scalatori. La ColoQuick si è aggiudicata la graduatoria a squadre e le altre due maglie in palio: Emil Toudal, infatti, si è preso sia quella degli sprint intermedi che quella della combinata.

Tour de Bénin e Grand Prix de Cotonou

Reinardt Janse van Rensburg con il trofeo del Tour du Bénin
Reinardt Janse van Rensburg con il trofeo del Tour du Bénin © Reinardt Janse van Rensburg

A due mesi dalla fine dal Tour du Rwanda, è tornata a disputarsi una corsa UCI in Africa: si tratta del Tour de Bénin, gara a tappe di sei giorni, giunta alla ventesima edizione. Al via erano presenti tre Continental (la marocchina Agadir Vélo Propulsion, la filippina 7Eleven Cliqq e la neerlandese Universe), quattro formazioni dilettantistiche e sette selezioni nazionali.

La prima tappa era abbastanza semplice e non presentava alcuna difficoltà altimetrica importante. Tutti i corridori in gara sono riusciti ad arrivare al traguardo, ma c’è stata comunque una certa selezione e un corridore è riuscito a staccare tutti. A fare la differenza (e a conquistare, di conseguenza, la maglia di leader) è stato il sudafricano Reinardt Janse van Rensburg (Tshenolo), di gran lunga il ciclista di maggior spessore presente in gara. Il trentaseienne ha staccato di 19” il marocchino Kamal Mahroug (Agadir Vélo Propulsion) e di 26” un quintetto regolato in volata da Tom Wijfje (Universe).

La seconda frazione era ancora più facile, senza alcuna salita di rilievo e con un percorso che tendeva lentamente a scendere. Come da pronostico si è deciso tutto in uno sprint di gruppo, che ha premiato El Houcaine Sabbahi (Agadir Vélo Propulsion). Il ventisettenne si è messo dietro il leader della generale Reinardt Janse van Rensburg e Tom Wijfje. In realtà al terzo posto si era piazzato Thokozani Mahlangu (Tshenolo), ma il sudafricano è stato declassato per volata irregolare.

La terza tappa era una cronometro a squadre di 25 km, quasi totalmente pianeggianti. Ai fini della classifica generale non facevano fede i distacchi reali, ma contavano i piazzamenti: ogni squadra, infatti, veniva classificata d’ufficio a 10” di distacco dalla precedente. L’Agadir Vélo Propulsion ha fatto segnare il miglior tempo, battendo la 7Eleven Cliqq e la Universe, classificate rispettivamente a 10” e 20”. La Tshenolo ha chiuso al quarto posto e il distacco di 30” ha permesso a Reinardt Janse van Rensburg di conservare la maglia di leader.

La quarta frazione era abbastanza facile e presentava un’unica difficoltà a metà percorso. Il gruppo è rimasto compatto e la volata ha premiato Tom Wijfje, al primo successo internazionale in carriera. Il ventisettenne ha battuto il capoclassifica Reinardt Janse van Rensburg e il secondo della generale, il marocchino Ibrahim Essabahy (Agadir Vélo Propulsion). 

La quinta tappa era ancora più semplice della precedente e si concludeva nella capitale Porto-Novo. Nessuno è riuscito a evitare la volata di gruppo e il vincitore è stato il leader Reinardt Janse van Rensburg. Il sudafricano è riuscito, grazie all’abbuono, a incrementare leggermente il suo vantaggio su Ibrahim Essabahy, finitogli appena dietro. Il podio di giornata è stato completato da El Houcaine Sabbahi. 

L’ultima tappa era la più breve della corsa (cronosquadre esclusa) e non presentava alcuna difficoltà altimetrica. A sorpresa, un corridore è riuscito a staccare tutti, presentandosi sul traguardo in perfetta solitudine: Zac Marriage ha trovato, così, il primo successo internazionale in carriera, riportando la 7Eleven Cliqq alla vittoria nel calendario UCI dopo cinque anni e mezzo. L’australiano ha staccato di 32” il gruppo, che è stato regolato da Reinardt Janse van Rensburg davanti a Jean Pasquier (Born’Heures).

Reinardt Janse van Rensburg ha conquistato il successo finale (e la classifica a punti), con un margine di 18” su Ibrahim Essabahy e 39” su Tom Wijfje. La Agadir Vélo Propulsion si è aggiudicata la graduatoria a squadre.

Il giorno successivo, sempre in Benin, è andato in scena il Grand Prix de Cotonou, una gara di un giorno con partenza e arrivo nella città in cui si era conclusa la corsa a tappe, che faceva il suo esordio nel calendario internazionale. Ai blocchi di partenza si sono schierate le stesse squadre che avevano partecipato al Tour du Bénin.

Il percorso di gara consisteva in otto giri di un circuito di 13,5 km senza alcuna difficoltà altimetrica. Nonostante l’assenza di difficoltà è apparso subito chiaro che la volata non sarebbe stata scontata: tanti attacchi hanno disintegrato il gruppo e hanno reso la corsa più dura del previsto. Alla fine l’attacco giusto ha visto cinque protagonisti, che hanno mantenuto un buon accordo, rendendo impossibile la missione rientro per altri corridori. Solo all’ultimo chilometro ci sono stati un paio di tentativi di evitare la volata, ma la Tshenolo, in superiorità numerica, ha mantenuto il pallino delle operazioni.

Lo sprint a cinque ha premiato il grande favorito Reinardt Janse van Rensburg, che ha avuto agevolmente ragione di Zac Marriage. Al terzo posto si è piazzato il trentanovenne francese Jonathan Thiré (Born’Heures), che in questa trasferta beninese è tornato a disputare una gara UCI dopo quasi dodici anni. Ai piedi del podio hanno concluso Thokozani Mahlangu e Steve Auriol Ngueguim (SNH Vélo).

Vuelta Bantrab

Il podio finale della Vuelta Bantrab
Il podio finale della Vuelta Bantrab © Federación Guatemalteca de Ciclismo

In Guatemala è andata in scena la quarta edizione della Vuelta Bantrab, corsa a tappe di cinque giorni che fa parte del calendario UCI per il terzo anno consecutivo. Al via erano presenti tre Continental e dodici formazioni dilettantistiche, per un campo partenti meno qualificato rispetto alla scorsa stagione.

La prima tappa prevedeva un percorso abbastanza ondulato, con l’ultima salita che terminava a meno di 10 km dal traguardo. C’è stata grandissima selezione e solo sette corridori hanno composto il gruppo di testa: la volata finale ha premiato Jhonatan Chaves (Nu Colombia), bravo a mettersi alle spalle Diego Camargo (Team Medellín-EPM) e il compagno di squadra Rodrigo Contreras. Il vincitore di tappa è andato, ovviamente, a indossare la prima maglia di leader.

La seconda frazione iniziava con una lunghissima discesa e poi proponeva un profilo sostanzialmente pianeggiante, anche se gli ultimi chilometri tendevano a salire. Non c’è stata grande selezione e si è arrivati a una volata di una cinquantina di uomini, dalla quale è uscito vincitore il favorito della vigilia Wilmar Paredes (Team Medellín-EPM). Il colombiano ha battuto il corridore di casa Dorian Monterroso (Hino-One-La Red-Suzuki) e il connazionale Kevin Castillo (Sistecredito). Jhonatan Chaves ha conservato la testa della classifica.

La terza tappa aveva un profilo molto particolare: era, infatti, presente una salita che, fatta eccezione per alcuni tratti in contropendenza, misurava oltre 50 km e portava i corridori da un’altitudine di 200 metri a oltre 2500. In una giornata in cui c’è stata grandissima selezione (il dodicesimo ha chiuso a oltre 11’), Wilson Peña (Sistecredito) si è involato in solitaria e si è imposto con 8” sull’idolo di casa Juan Mardoqueo Vásquez (Hino-One-La Red-Suzuki) e 23” su Diego Camargo. L’ex corridore della Beltrami Tsa ha conquistato anche la maglia di leader.

La quarta frazione era abbastanza ondulata, ma non erano presenti salite troppo dure: la principale difficoltà era rappresentata dall’altitudine, dato che non si scendeva mai sotto i 2100 metri. La vittoria è andata all’ex Movistar Juan Diego Alba (Nu Colombia), arrivato in parata con il compagno di squadra Javier Jamaica. I due hanno preceduto di 36” un gruppo composto da una ventina di uomini, regolato allo sprint da Wilmar Paredes. Wilson Peña, quarto, ha conservato senza problemi le insegne del primato.

Anche l’ultima tappa aveva un percorso piuttosto accidentato, con lunghi tratti in discesa e ben cinque GPM, l’unico dei quali terminava a circa 13 km dal traguardo. Tre corridori sono andati all’attacco nel finale e hanno staccato il gruppo: nel finale il duo del Team Medellín-EPM composto dal trentaseienne Róbigzon Oyola e dal ventinovenne Wilmar Paredes ha staccato Juan Diego Alba (che ha pagato 12”) ed è arrivato in parata, con il più esperto dei due che è passato per primo sul traguardo, centrando la sesta vittoria UCI in carriera.

Wilson Peña ha conquistato il successo finale, con 14” su Juan Mardoqueo Vásquez e 18” su Diego Camargo. Sebastián Castaño (Sistecredito) si è preso il titolo di re degli scalatori, Luis Aguilar (7C-Economy) è stato il miglior giovane, mentre la classifica degli sprint intermedi ha premiato Róbigzon Oyola. Il Team Medellín-EPM, infine, si è imposto nella graduatoria a squadre.

Tintrio - Omloop van het Waasland

Il podio dell'Omloop van het Waasland
Il podio dell'Omloop van het Waasland © Tarteletto-Isorex

In Belgio è andata in scena la cinquantanovesima edizione della Omloop van het Waasland, corsa di un giorno che ha fatto il suo rientro nel calendario UCI la scorsa stagione, dopo quasi dieci anni di assenza. Al via erano presenti venticinque squadre: undici Continental, un ProTeam di ciclocross (la Deschacht-Hens) e tredici formazioni dilettantistiche.

La gara è iniziata con cinque giri di un circuito di quindici chilometri nella zona di Lokeren, caratterizzato da due settori di pavé. In seguito è stato percorso un tratto in linea di 18 chilometri con due settori di ciottolato, attraverso il quale i corridori hanno raggiunto l’abitato di Kemzeke. Intorno alla sede di arrivo, sei giri di un secondo circuito di 15 chilometri, con il pavé di Heerbaan come unica difficoltà, ha condotto i partecipanti al traguardo.

L’arrivo in volata era la soluzione più probabile e, effettivamente, il gruppo si è presentato sostanzialmente compatto nel finale. La volata ha premiato l’unico professionista in gara: l’australiano Jensen Plowright, tesserato per la Alpecin-Deceuninck, ma in gara con il ramo Development del team, ha avuto la meglio sul connazionale Blake Agnoletto (Atom 6 Bikes-Decca) e sull’esperto belga Timothy Dupont (Tarteletto-Isorex). Ai piedi del podio hanno concluso il primo rappresentante di una formazione dilettantistica, Jonas Volkaert (VDM-Trawobo), e il lettone Mārtiņš Pluto (BEAT).

GP Vorarlberg p/b Radhaus Rankweil

Jaka Marolt vince il GP Vorarlberg
Jaka Marolt vince il GP Vorarlberg © Reinhard Eisenbauer/Factor Racing

In Austria è andata in scena la quattordicesima edizione del GP Vorarlberg, corsa di un giorno che, fa parte del calendario UCI per il terzo anno consecutivo. Al via erano presenti ventitré squadre: un ProTeam (la Solution Tech-Vini Fantini), diciassette Continental e cinque formazioni dilettantistiche.

Il percorso, con partenza e arrivo nel piccolo comune di Nenzing, presentava un primo circuito di 17,5 km da ripetere otto volte, seguito da un secondo di 7 km, caratterizzato da un’impegnativa salita di 1800 metri, di cui erano in programma tre giri. La fuga di giornata ha visto cinque protagonisti: il ceco Štěpán Zahálka (Elkov-Kasper), lo sloveno Jaka Marolt (Factor), l’ungherese János Pelikán (United Shipping) e gli austriaci Josef Dirnbauer e Gregor Stadlbauer (Schwingshandl). Quest’ultimo e Zahálka si sono staccati a circa 35 km dal traguardo, mentre gli altri hanno conservato a lungo un buon margine sul gruppo. Ai -19 Marolt è rimasto solo al comando, mentre dal plotone è uscito Colin Stüssi (Vorarlberg), che in quel momento aveva un ritardo di circa 2 minuti.

Lo svizzero ha raccolto per strada gli altri ex componenti della fuga, ma non lo sloveno, che è riuscito a resistere fino alla fine. Jaka Marolt ha, così, conquistato la prima vittoria internazionale in carriera, conservando sul traguardo 8” su Colin Stüssi e 14” su un drappello di una dozzina di uomini, regolato da Marcin Budziński (ATT Investments) davanti a Michal Schuran (United Shipping) e Philipp Hofbauer (WSA KTM Graz).

Flèche Ardennaise

Jarno Widar vince la Flèche Ardennaise
Jarno Widar vince la Flèche Ardennaise © Flèche Ardennaise

Due giorni dopo la Omloop van het Waasland, sempre in Belgio, si è disputata la Flèche Ardennaise, prova di un giorno giunta alla cinquantottesima edizione. Nonostante la vicinanza sia geografica che temporale, la start list era molto diversa da quella della gara vinta da Jensen Plowright. Al via erano presenti venticinque squadre: due ProTeam (la VF Group-Bardiani e la Kern Pharma), diciassette Continental, un ProTeam di ciclocross (la Pauwels Sauzen-Cibel) e cinque formazioni dilettantistiche.

Il percorso era caratterizzato da diciassette côtes, alcune delle quali presenti anche nel percorso della Liegi-Bastogne-Liegi. La corsa è stata resa ancor più impegnativa dalla forte pioggia, che ha portato all’impossibilità di trasmettere le immagini televisive in diretta e anche a una sospensione di una decina di minuti. I corridori sono, poi, ripartiti regolarmente e nel finale il meteo è migliorato. Il momento decisivo si è avuto sulla Côte du Stockeu, ultima asperità di giornata, a 12 km dall’arrivo: Jarno Widar (Lotto Development) ha attaccato e nessuno è stato in grado di seguirlo nell’immediato. Lorenzo Finn (Red Bull-BORA Rookies) ha stretto i denti ed è riuscito a riportarsi sul belga, insieme al quale ha collaborato fino alla fine.

Lo sprint a due non ha, praticamente, avuto luogo: il corridore ligure ha avuto dei problemi con il casco e non è riuscito a competere per la vittoria, tagliando il traguardo con 3” di ritardo da Widar. Mats Wenzel (Kern Pharma) ha completato il podio, giungendo tutto solo a 39”, mentre a 1’07” Filippo Turconi (VF Group-Bardiani) ha vinto la volata per il quarto posto davanti ad Aaron Dockx (Alpecin-Deceuninck Development).

GP Herning e Fyn Rundt-Tour of Funen

Stian Rosenlund vince il GP Herning
Stian Rosenlund vince il GP Herning © AIRTOX-Carl Ras/Klaus Hestkjær

Nel weekend in Danimarca sono andate in scena due gare: il GP Herning e il Fyn Rundt. A Herning si sono schierate al via ventotto squadre: sedici Continental, una selezione nazionale danese e undici formazioni dilettantistiche. Nel Fyn Rundt erano presenti le stesse compagini con una sola eccezione: il Team Odense ha sostituito il CK Aarhus.

Il GP Herning è una corsa tradizionalmente priva di difficoltà altimetriche, resa impegnativa dai ventitré settori di sterrato disseminati lungo il percorso. La gara è stata condizionata dal maltempo, con pioggia e vento che hanno messo in grande difficoltà i corridori. Ai -45, al primo passaggio sulla linea del traguardo (erano previsti cinque giri di un circuito lungo circa 9 km) erano rimasti al comando undici uomini, poi ridottisi a sei poco dopo. La AIRTOX-Carl Ras ha sfruttato al meglio la superiorità numerica, lanciando Stian Rosenlund all’attacco nel finale.

Il ventitreenne è andato via insieme a Niklas Larsen (BHS-PL Beton Bornholm) e lo ha battuto agevolmente, precedendolo di 2” all’arrivo. A 14” Mads Andersen ha completato il trionfo della AIRTOX-Carl Ras, prendendosi il terzo gradino del podio davanti a Karsten Larsen Feldmann (Coop-Repsol), staccato di 17”, e a Magnus Machholdt (Give Steel-2M), che ha chiuso a 28”. Non è andato oltre il sesto posto il vincitore dello scorso anno e unico professionista al via Rasmus Søjberg Pedersen (Nazionale Danimarca/Decathlon AG2R).

Durante la corsa c’è stato anche spazio per un episodio curioso: lo Swatt Club non trovava più uno dei suoi corridori, Lorenzo Ginestra. Il marchigiano era rimasto appiedato da una foratura e aveva deciso di abbandonare la gara, viste le pessime condizioni meteo, ma non aveva avuto modo di informare la squadra. È stato poi ritrovato in un bar, dove stava guardando la fine della gara.

Rispetto al GP Herning, il Fyn Rundt presenta qualche strappetto in più, ma il percorso è complessivamente adatto ai velocisti. Nel finale sono previsti tre giri di un circuito di circa 7 km, con un paio di strappi a rendere la corsa più incerta. La fuga della prima ora è stata agevolmente controllata dalla AIRTOX-Carl Ras ed è terminata del previsto, così ai -40 sono ricominciati gli scatti. In dieci sono riusciti ad avvantaggiarsi, ma il gruppo è riuscito a chiudere. Nel finale ha attaccato Morten Nørtoft (ColoQuick) e solo Daniel Stampe (BHS-PL Beton Bornholm) è riuscito a raggiungerlo.

I due sono riusciti a resistere alla rimonta del gruppo e Stampe ha gestito il finale come voleva, non lasciando spazio alla rimonta del rivale. Rasmus Søjberg Pedersen ha concluso al terzo posto, a soli 5”, mentre Marceli Bogusławski (ATT Investments) si è dovuto accontentare della quarta posizione, davanti a Karsten Larsen Feldmann.

Le Continental tra i big

Willie Smit vince la classifica degli sprint intermedi al Presidential Cycling Tour of Turkiye
Willie Smit vince la classifica degli sprint intermedi al Presidential Cycling Tour of Turkiye © Willie Smit

Sette Continental hanno preso parte al Presidential Cycling Tour of Türkiye: oltre alle tre locali erano presenti la cinese China Glory-Mentech, la malese Terengganu, la polacca Mazowsze Serce Polski e la tedesca BIKE AID. Pur non arrivando ai livello dello scorso anno, la Terengganu ha fatto le cose migliori in classifica con Mathias Bregnhøj e Stefan de Bod, rispettivamente undicesimo e tredicesimo, con il sudafricano che ha ottenuto anche un buon settimo posto nella sesta tappa. Si è tolta qualche soddisfazione anche la China Glory-Mentech, grazie a Igor Chzhan, settimo nella terza frazione, e. soprattutto, a Willie Smit, vincitore della classifica degli sprint intermedi. La terza tappa ha visto, inoltre, la vittoria di Lev Gonov, corridore della XDS Astana Development, in gara con il ramo WorldTour del team.

Alla Lotto Famenne Ardenne Classic erano presenti dieci Continental: la belga Tarteletto-Isorex, la francese Van Rysel-Roubaix, le neerlandesi BEAT, Metec-SOLARWATT e VolkerWessels, la polacca Voster ATS, le italiane General Store-Essegibi e Technipes #inEmiliaRomagna e le formazioni di sviluppo di Lidl-Trek e Red Bull-BORA. Nessuna delle squadre di terza divisione ha centrato la top ten, ma la VolkerWessels ci è andata vicinissima: Joppe Heremans ha chiuso undicesimo.

La principale novità di ciclomercato dell’ultima settimana riguarda una compagine del nostro paese: la Mg. K Vis Costruzione e Ambiente ha messo sotto contratto il britannico Thomas Mein. Il ventiseienne, che nel 2020 fu argento europeo under 23 nel ciclocross, ha già fatto il suo esordio con i nuovi colori all’Omloop van het Waasland.

Il ritratto della settimana: Daniel Stampe

Daniel Stampe ha indossato per due giorni la maglia di miglior scalatore al Tour of Denmark 2024
Daniel Stampe ha indossato per due giorni la maglia di miglior scalatore al Tour of Denmark 2024 © AIRTOX-Carl Ras

Nell’ultima sessione di mercato, la BHS-PL Beton Bornholm si è rinforzata molto, pescando due corridori dai professionisti: Niklas Larsen e Marcus Sander Hansen. La mossa di puntare sull'esperienza dei due ex portacolori della Uno-X ha dato i suoi frutti e, dopo essere rimasta a secco nelle ultime due stagioni, la squadra è tornata a vincere a livello internazionale, grazie a Larsen, che si è imposto in una tappa e nella classifica finale del Tour du Loir et Cher. Domenica la formazione danese ha centrato il terzo successo stagionale, grazie a un altro degli uomini arrivati nell’ultima sessione di mercato, Daniel Stampe.

Il ventottenne, arrivato dalla AIRTOX-Carl Ras, si era già fatto notare a livello internazionale nelle ultime due stagioni e si è confermato in grado di vincere corse, conquistando il Fyn Rundt e ottenendo, così, il primo successo UCI in carriera in una gara di un giorno (in passato aveva vinto solo tappe). A differenza di molti suoi colleghi, il danese non ha iniziato con il ciclismo da bambino, ma, durante l'infanzia e l'adolescenza, ha praticato a livello agonistico il badminton. Immaginava di poter avere una carriera nello sport del volano, ma, a causa di un infortunio, si rese conto di non poter arrivare dove sperava e decise di cambiare strada.

A diciotto anni, quindi, Daniel Stampe passò al ciclismo, con l'obiettivo di riuscire a competere ad alto livello. Iniziò la sua carriera in una piccola squadra danese, la Frederiksberg Bane-og Landevejsklub, e, parallelamente, vista la sua grande passione per lo sport, effettuò studi approfonditi nell'ambito dell'educazione fisica, sfruttando le conoscenze teoriche per diventare allenatore.

Dopo le prime esperienze, in cui gareggiò solo a livello locale, nel 2017 fece un importante passo in avanti, firmando con il Team ACR-FBL, una formazione dilettantistica che gli diede la possibilità di disputare le prime corse UCI in carriera. Le prime esperienze internazionali non furono particolarmente positive: prese parte a sei corse di un giorno, collezionando un ottantanovesimo posto al Fyn Rundt e cinque ritiri.

Nella stagione successiva, il danese rimase nello stesso team (che aveva cambiato nome in Integra Advokater-Giant), gareggiando quasi esclusivamente a livello dilettantistico, mentre nel 2019 tornò a disputare qualche corsa UCI: non centrò risultati eclatanti, ma mostrò importanti passi avanti rispetto alle esperienze precedenti, portando a termine tutte le gare, con il ventisettesimo posto del Fyn Rundt come miglior risultato.

Nel 2020 lo scoppio della pandemia frenò bruscamente la sua crescita (a livello UCI partecipò solo al campionato nazionale, ritirandosi), ma l'anno seguente Stampe partì forte, vincendo diverse gare del calendario dilettantistico e prendendosi la prima top ten internazionale in carriera, con il settimo posto al Grand Prix Herning. In seguito si tolse la soddisfazione di partecipare al Tour of Denmark, la principale corsa a tappe del suo paese, con la maglia della nazionale.

Nel 2022 fu tesserato per la prima volta in una formazione Continental, la Restaurant Suri-Carl Ras, ma le cose non andarono come sperato. Si infortunò a inizio stagione e, a causa di un lungo percorso di riabilitazione, non disputò nessuna corsa internazionale. L'anno successivo, però, il danese si rivelò in grande forma: nel calendario UCI fu ottavo all'Arno Wallaard Memorial, settimo al Lillehammer GP e, soprattutto, conquistò la sua prima vittoria, imponendosi nella seconda tappa del Tour of Istanbul.

Nella scorsa stagione si è messo spesso in luce, rivelandosi come uno dei migliori in casa AIRTOX-Carl Ras. Partito forte con il quinto posto all'Olympia's Tour, ha saputo confermarsi con la settima posizione al Ringerike GP e l'ottava alla Ronde van Limburg (prima top ten in una corsa professionistica). In seguito è andato sul podio al GP Herning (secondo) e ha fatto bene anche al Fyn Rundt (quinto), prima di conquistare un successo di tappa al Tour of Lithuania. Dopo il nono posto al campionato nazionale in linea, ha messo la ciliegina sulla torta, indossando per due giorni la maglia di miglior scalatore al Tour of Denmark (in cui si è fatto notare anche nell'ultima frazione, chiusa in quarta posizione).

Sebbene abbia ventotto anni e mezzo, Daniel Stampe sogna ancora di poter approdare tra i professionisti: il suo percorso atipico e i progressi costanti fanno pensare che abbia ancora margini di miglioramento. Le sue prossime gare saranno il Sundvolden GP e il Ringerike GP, mentre uno dei grandi obiettivi stagionali è la convocazione in nazionale per la prima edizione della Copenhagen Sprint, che rappresenterebbe il suo esordio in una corsa WorldTour.

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