Ciclismo Giovanile

Romain Grégoire va al riposo con un 1 in schedina

Avenir, la promessa francese dà spettacolo e conquista l'arrivo di Oyonnax nella volata tra i big. Il leader Michel Hessmann amministra, l'Italia batte buoni colpi con Alessandro Fancellu in fuga e Davide Piganzoli terzo al traguardo


I 126 chilometri della tappa di oggi, da Saint-Amour a Oyonnax, precedono il giorno di riposo e il gran finale delle ultime tre frazioni, nelle quali gli scalatori faranno da padroni e si giocheranno il tutto per tutto. Il sesto giorno di gara chiama in causa i corridori di classifica e gli scattisti: per le squadre più importanti è ora di muovere le proprie pedine sulle prime salite di questo Tour de l'Avenir 2022.

I corridori lasciano Saint-Amour poco dopo le 13 per dirigersi al traguardo di Oyonnax. Pronti, via ed è subito salita: pagano pegno dall'inizio le ruote veloci, tra cui l'australiano Jensen Plowright, neoacquisto della Alpecin-Deceuninck e già due volte in top ten in questa edizione del Tour de l'Avenir. Davanti, i tentativi di portare via una fuga sono numerosi; passano trenta chilometri, prima che vada via l'attacco giusto. La formazione più attiva è la Francia, che propizia un attacco a sei con Mathis Le Berre. Ad accompagnarlo ci sono il kazako Gleb Brussenskiy, il neerlandese Loe van Belle, i due danesi Simon Dalby e William Blume Levy e l'italiano Alessandro Fancellu. La Germania del leader Michel Hessmann lascia spazio, ma ricuce su altri due contrattaccanti: Joris Delbove per la Francia e Nils Brun per la Svizzera.

I sei battistrada proseguono di comune accordo: Mathis Le Berre transita in testa ai primi due GPM approfittando dell'assenza del lussemburghese Mats Wenzel, maglia a pois provvisoria. Allo sprint intermedio Loe van Belle transita per primo, salvo poi staccarsi sulle pendenze del terzo GPM di giornata, la Côte de l'Aubépin, in cima al quale il primo a transitare è ancora Mathis Le Berre. La Germania aumenta il ritmo negli ultimi 50 chilometri: l'intento di Michel Hessmann è quello di difendere la maglia gialla da Levy, uomo più vicino in classifica a 1'22", e da Fancellu, che segue a 1'29".

A 35 chilometri dal traguardo, alcuni uomini perdono contatto dal gruppo della maglia gialla; tra questi, il norvegese Søren Wærenskjold, protagonista nei giorni scorsi con una vittoria di tappa, e il velocista statunitense Luke Lamperti, che devono alzare bandiera bianca su un terreno non congeniale alle loro caratteristiche. Il bilancio per i due è comunque positivo. Lamperti in particolare, a soli 19 anni, è stata una delle sorprese in positivo di questa corsa in cui può già vantare un quinto e un settimo posto di tappa. Nel suo palmarès, anche un piazzamento nei primi dieci alla Parigi-Roubaix junior del 2019.

La Germania continua nel suo egregio lavoro di inseguimento, ma nonostante l'aiuto della Colombia il rientro sui cinque battistrada sembra tutt'altro che scontato. Sulla penultima salita, il Col de Matafelon, Brussenskiy prova a fare selezione: Fancellu e Dalby perdono contatto ma rientrano prontamente dopo poche centinaia di metri. Sullo scollinamento scatta Le Berre, che viene presto ripreso ma si assicura così la maglia GPM, sfilandola a Wenzel. Il gruppo paga ancora una quarantina di secondi e la situazione si complica a 16 chilometri dall'arrivo, quando Simon Dalby lascia sul posto i compagni d'attacco e si invola verso l'ultima salita di giornata. Finisce invece l'avventura in fuga di Fancellu e Le Berre, destino che presto tocca anche a Brussenskiy e Levy.

Il tentativo solitario di Dalby finisce a 9 chilometri dal traguardo, quando la strada della Côte de Ceyssiat comincia a salire. Una giornata molto positiva per il danese, che quest'anno ha già conquistato un sorprendente terzo posto di tappa al Giro d'Italia di categoria. Le danze si aprono a 6 chilometri dall'arrivo quando il francese Romain Grégoire rompe gli indugi e screma il gruppo. Al suo inseguimento restano una ventina di uomini, mentre si stacca a sorpresa l'irlandese Darren Rafferty. Arriva anche la notizia del ritiro di Jensen Plowright, sofferente sin dal primo chilometro di questa tappa.

Sulla discesa che porta al traguardo, Hessmann raggiunge Grégoire ma i due si guardano troppo e vengono ripresi dal gruppo inseguitore, tirato dal Belgio e dalla Gran Bretagna. Si entra nell'ultimo chilometro con 19 corridori a contendersi la vittoria. Grégoire prende la volata di petto e ha la meglio al fotofinish su Loe van Belle e Davide Piganzoli. Michel Hessmann conclude quarto e mantiene la leadership, mentre in fondo si verifica una curiosa caduta. Il norvegese Martin Tjotta perde aderenza e va giù, toccando l'etiope Welay Berhe. La bici di Berhe, che corre con la divisa del Centre Mondial du Cyclisme, balza in aria e colpisce il britannico Leo Hayter e il tedesco Hannes Wilksch. Conseguenze minime per i quattro corridori coinvolti, vittime di una volata molto nervosa.

Giornata positiva per i colori azzurri: Alessandro Fancellu anima la fuga, mentre Davide Piganzoli porta a casa un ottimo terzo posto e si conferma uomo di punta dell'Italia. Perdono terreno il ceco Mathias Vacek e lo statunitense Matthew Riccitello, rispettivamente a 31" e 56" dai primi. Esce di classifica l'irlandese Darren Rafferty, che accusa 2'59" di ritardo. La classifica generale vede Michel Hessmann al comando con 25" sul britannico Tom Gloag, 33" sul tedesco Hannes Wilksch, 35" sul belga Lennert van Eetvelt e 48" sull'altro belga, William Lecerf. A 56" il norvegese Staune-Mittet, a 1'01" il britannico Leo Hayter, a 1'07" il neerlandese Loe van Belle, a 1'16" il belga Cian Uijtdebroeks. Chiude la top 10 Davide Piganzoli, a 1'29" dalla maglia gialla.

Domani è previsto il giorno di riposo. L'attesa è tutta per la tappa di venerdì che promette scintille: da Thonon-les-Bains a Saint François Longchamp, 172 chilometri con le pendenze in doppia cifra della scalata al Col de la Madeleine, che porta sul traguardo. La tappa sarà trasmessa su Youtube, mentre le ultime due frazioni saranno visibili anche su GCN+ e su Eurosport.
Soler infiamma la fuga, Molard addenta la roja
La classe operaia Vine paradiso (e pure Remco!)
Amedeo Onnis
Se sorrido mentre parli, probabilmente stai parlando di ciclismo. Tifoso sfegatato di tutti i corridori dal nome bizzarro, sono tra quelli che attendono la stagione di ciclocross più di quella su strada.