©Juan Ayuso via IG
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Vuelta, Ayuso si difende: "Ero stanco, inutile spingere solo per farlo"

Lo spagnolo ammette di non essere in condizione e lascia Almeida senza supporto a Valdezcaray: "Non aveva senso forzare altri cinque minuti"

La nona tappa della Vuelta a España 2025, con l’arrivo alla stazione sciistica di Valdezcaray, ha acceso la corsa con il primo vero affondo di Jonas Vingegaard. Il danese della Visma–Lease a Bike ha sferrato l’attacco decisivo a 11 km dalla vetta, staccando tutti e presentandosi da solo al traguardo. Dietro di lui, João Almeida ha limitato i danni chiudendo a 24 secondi, ma senza alcun compagno di squadra accanto.

“Non potevo aiutare la squadra”

È stato proprio questo a far discutere: l’UAE Emirates–XRG, partito con grandi ambizioni e più leader designati, si è trovato improvvisamente senza uomini nei momenti chiave. Non c’erano Marc Soler, non c’era Jay Vine e soprattutto non c’era Juan Ayuso, il giovane talento spagnolo indicato alla vigilia come co-capitano insieme ad Almeida.

Il classe 2002 ha spiegato senza giri di parole la sua assenza dal gruppo dei migliori. “Ero piuttosto stanco e non potevo davvero aiutare molto la squadra”, ha dichiarato a Marca. “Non sono in lotta per la classifica generale, quindi non ha senso spingere solo per farlo”.

"Spingere per altri cinque minuti non avrebbe avuto senso"

Ayuso, che alla vigilia era considerato una delle promesse più attese per la Vuelta a España 2025, ha vissuto una prima settimana difficile, con una crisi nella sesta tappa che lo ha mandato fuori classifica, benché nella tappa dell'indomani sia arrivato un pronto riscatto con la vittoria a Huesca. Anche a Valdezcaray però Ayuso ha pagato oltre 20 minuti. "Non sarei mai potuto essere davanti. Spingere per altri cinque minuti non avrebbe avuto senso", ha ribadito con franchezza.

Juan Ayuso vince a Huesca ©La Vuelta (Foto Sprint Cycling)
Juan Ayuso vince a Huesca la settima tappa della Vuelta a España 2025  ©La Vuelta (Foto Sprint Cycling)

Le parole del madrileno hanno sollevato interrogativi più ampi sulla gestione della squadra. Almeida, pur autore di una buona prova, si è trovato isolato contro la corazzata Visma, capace di piazzare prima l’accelerazione di Matteo Jorgenson e poi il micidiale scatto di Vingegaard. Per lo spagnolo si tratta di una scelta di gestione delle energie, ma per molti osservatori è il segnale di una mancanza di coesione interna.

Con la maglia roja ancora sulle spalle del norvegese Torsten Traæn, ma con margini ormai ridotti, la Vuelta entrerà dopo il giorno di riposo nella sua fase più dura. L’UAE Emirates–XRG dovrà chiarire le proprie gerarchie se vorrà tenere aperte le ambizioni di Almeida. Ayuso, intanto, sembra aver scelto di correre la sua corsa, senza sacrificarsi per il compagno.
La decima tappa, in programma domani, presenta già un arrivo in salita (El Ferial Larra Belagua) dove le carte potrebbero nuovamente rimescolarsi.

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