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Tour de France 2023 - Analisi del percorso

Il percorso impegnerà i big fin dalla prima tappa, ma la quasi totale assenza di cronometro sbilancia tutto verso gli scalatori che correranno da soli contro se stessi

28.06.2023 17:19

Anche la Grande Boucle sta per prendere il via. Il tracciato torna a sperimentare scelte insolite, con una sola cronometro di 22 km che favorisce anch'essa gli scalatori e tante tappe di montagna tutte brevi. Gli uomini di classifica sono chiamati alla scoperto fin da subito con le tappe basche e i Pirenei piazzati a metà della prima settimana, ma non sembrano esserci frazioni veramente incisive. Inoltre la perenne sfida fra i soli scalatori potrebbe partorire una classifica molto corta e tutte le tappe potrebbero decidersi negli ultimi km. C'è da dire che dopo il Giro di quest'anno è difficile che possa andare peggio a livello di spettacolo, anche perché si ripresenta la sfida tra Pogacar e Vingegaard che aveva infiammato il pubblico nell'edizione passata. Per un commento sul disegno complessivo vi rimandiamo all'editoriale pubblicato quest'inverno (Un Tour allergico alle crono e drogato di salite), mentre qua sotto presentiamo la nostra tradizionale analisi dettagliata tappa per tappa.

 

Sabato 1 luglio - 1a tappa: Bilbao [Spagna] - Bilbao [Spagna] (182.0 km)

La Grande Boucle 2023 parte subito con una tappa molto esigente che non lascerà illesi gli uomini di classifica. In 182 km si accumulano oltre 2500 metri di dislivello, per una giornata uscita direttamente dall'Itzulia che ha pochissima pianura da offrire. La tappa è nervosa fin dall'inizio e difficile da controllare, ma a muovere i grandi nomi dovrebbero essere gli ultimi 3 GPM, tra loro piuttosto vicini e concentrati nei 50 km finali. Fanno da antipasto le salite a Gerekiz (circa 3 km al 4.5%) e Morga (4 km al 4.7%) prima di arrivare alle due ascese più impegnative di Vivero (4.2 km al 7.3%, max 14%), posta a 27 km dal traguardo, e Pike (2 km al 10%, max 16%), quando invece mancano soltanto 9600 metri. La discesa è estremamente semplice, trattandosi di uno stradone ampio dove bisogna pedalare, quindi è possibile che possano esserci ricongiungimenti. La vittoria di tappa sarà assegnata in vetta ad un ulteriore strappo di 1 km con una pendenza media intorno al 5%.

 

Domenica 2 luglio - 2a tappa: Vitoria-Gasteiz [Spagna] - San Sebastián [Spagna] (208.9 km)

Ebbene sì, è già il momento della tappa più lunga di questo Tour, anche questa non banale, rilevante per la classifica generale, seppur meno scoppiettante di quella di apertura. Stavolta siamo sulle strade della Classica di San Sebastian, città che ospiterà anche l'arrivo di questa frazione dopo la salita simbolo della classica basca, ovvero lo Jaizkibel. La salita già di per sé piuttosto esigente, arriverà dopo oltre 180 già infarciti di salite, anche se mai abbastanza impegnative da poter smuovere la corsa. L'ascesa è nel complesso di 8.1 km al 5.3%, ma divisa in due tronconi da un breve tratto di discesa: prima si arriva al forte di Nostra Signora di Guadalupe in circa 3.5 km al 5.2%, poi si scende per alcune centinaia di metri e si imbocca il tratto più duro di quasi 4 km al 7.3% (max 11%). In vetta mancheranno soltanto 16.5 km all'arrivo, di cui 8 saranno di discesa piuttosto tecnica. Da segnalare che nel finale si supera un altro breve tratto in salita (1 km al 4/5%) che termina a 2500 metri dal traguardo. Alla fine in 209 km si saranno accumulati poco più di 2000 metri di dislivello.

 

Lunedì 3 luglio - 3a tappa: Amorebieta-Etxano [Spagna] - Bayonne (193.5 km)

Si rientra in Francia con una tappa lunga ed ondulata, ma presumibilmente destinata alla prima volata di gruppo. I GPM sono tutti ancora in territorio spagnolo e popolano i primi 100 km di corsa, prima che l'altimetria si faccia più blanda, anche se ugualmente mossa. Va detto infatti che soprattutto negli ultimi 25 km il percorso è ondulato e piuttosto tortuoso e renderà molto complicato da un lato inseguire i fuggitivi e dall'altro organizzare i treni. Anche gli uomini di classifica dovranno stare attenti e potrebbe esserci molta tensione. Tutti questi fattori uniti agli oltre 190 km faranno sì che la volata stessa faccia emergere corridori di fondo, considerando anche che il rettilineo finale di appena 200 metri è esso stesso in lieve ascesa.

 

Martedì 4 luglio - 4a tappa: Dax - Nogaro (181.8 km)

Questa tappa è per velocisti puri ed è la classica giornata in cui tirar fuori il concetto un po' balordo della “pianura francese”, che non è pianura, bensì dolci colline che non creano particolari problemi da un punto di vista altimetrico. L'arrivo sarà posto all'interno del circuito automobilistico di Nogaro; il rettilineo finale di 750 metri sarà dunque larghissimo e completamente pianeggiante.

 

Mercoledì 5 luglio - 5a tappa: Pau - Laruns (162.7 km)

Al mercoledì arriva già la prima tappa pirenaica, da Pau a Laruns, quasi speculare a quella del 2020, con Soudet, Ichère e Marie Blanque. Una tappa che dovrebbe riservare un confronto diretto tra gli uomini di classifica sulle arcigne pendenze della salita finale, ma che difficilmente regalerà qualcosa di più, trattandosi anche soltanto della prima vera tappa di montagna. Il Soudet sarà piuttosto l'occasione per vedere quale squadra ha intenzione di prendere in mano la situazione, una salita comunque molto dura che offre molteplici rampe in doppia cifra (max 15%) negli ultimi 10.5 km che salgono a strappi (media 8.3%). La discesa successiva è insidiosa, ma dal termine di questa all'inizio del Marie Blanque c'è una trentina di km troppo semplici, spezzati dal facile Col d'Ichère (meno ripido di quanto dicono i dati ufficiali, circa 4.4 km al 6.4% molto regolari). Come detto tutto dovrebbe succedere sul Marie Blanque, i cui 4 km finali presentano una pendenza media dell'11.5%, senza mai offrire respiro. La discesa, che alterna tratti pedalabili ad altri relativamente tecnici, termina a circa 7 km dal traguardo.

 

Giovedì 6 luglio - 6a tappa: Tarbes - Cauterets-Cambasque (144.9 km)

Seconda giornata consecutiva sui Pirenei, con una tappa ancora più breve e che rischia di partire un topolino. La collocazione del Tourmalet lontana ma non troppo dal traguardo con una salita finale più semplice era perfetta per l'ultima settimana, ma difficilmente smuoverà qualcosa a questo punto (molto precoce) del Tour. La salita finale è comunque interessante e con il Tourmalet nelle gambe dovrebbe garantirci un nuovo scontro diretto tra i big anche se è difficile credere possano esserci grandi differenze. I primi 55 km sono di avvicinamento alle montagne, con il classico aperitivo della Côte de Capvern. Poi si sale in successione ai classicissimi Aspin (12 km al 6.5%, ultimi 6 km al 7.7%) e Tourmalet (17.1 km al 7.3%, ultimi 13 km all'8.6%). La lunga discesa (insidiosa nella prima parte) porta ad un breve tratto di fondovalle di circa 12 km, prima di salire a Cauterets. L'arrivo non sarà in paese come nel 2015 ma più in alto a Le Cambasque: i primi 11 km sono quelli piuttosto semplici che portano a Cauterets, poi la strada impenna per quasi 4 km (pendenza media 9.2%) e spiana a circa 1700 metri dal traguardo; sono nuovamente in salita sensibile (8/9%) gli ultimi 800 metri.

 

Venerdì 7 luglio - 7a tappa: Mont-de-Marsan - Bordeaux (169.9 km)

Si torna in pianura, con una tappa che stavolta è un vero e proprio biliardo spezzato dalla sola facile Côte de Béguey, posta a 39 km dal traguardo. Anche planimetricamente la volata sarà poco ostacolata, con uno tratto più insidioso dai -6 ai -2 km. Gli ultimi 1900 metri si svolgono tutti lungo la Garonna e sono un unico rettilineo che devia leggermente verso destra; il traguardo compare alla vista del gruppo a 400 metri dalla fine. Sarà una volata velocissima.

 

Sabato 8 luglio - 8a tappa: Libourne - Limoges (201 km)

È il momento della seconda tappa oltre - di poco - i 200 km, che sarà anche l'ultima di questo Tour. Si tratta di una frazione apparentemente semplici, ma in verità molto nervosa, soprattutto negli ultimi 50 km. Non che ci siano salite particolarmente dure, ma nel finale non esiste pianura e si susseguono zampellotti e brevi salite, con l'ultimo GPM posto ad appena 9 km dal traguardo. Quest'ultimo è esso stesso in cima ad una rampa di circa 800 metri al 4/5%, non propriamente un arrivo da velocisti puri. Ci sarà da capire se, vista la lunga distanza, alle squadre più forti non convenga far andar via una fuga di cacciatori di tappe, consentendo anche di percorrere i complicati km finali con maggiore rilassamento evitando possibili situazioni pericolose. 

 

Domenica 9 luglio - 9a tappa: Saint-Léonard-de-Noblat - Puy de Dôme (182.4 km)

Alla seconda domenica possiamo goderci il più gradito ritorno di questo Tour: il Puy de Dôme, salita durissima ma isolata, che com'è giusto che sia catalizzerà l'attenzione di questa tappa. Va detto che non sarà un unipuerto vero e proprio, perché nei quasi 170 km che portano sotto il vulcano c'è poca pianura e quasi 2000 metri di dislivello (insieme alla salita finale sono circa 3000 complessivi). Ad ogni modo si tratterà di una lunga attesa per l'arrampicata finale di 13.3 km al 7.7%; la salita è divisa in due tronconi: prima si sale per 5.5 km al 7.2% fino a La Baraque, quindi la strada diventa poco più di un falsopiano per quasi 3 km; la strada impenna nuovamente poco prima dei -5, con gli ultimi 4 km costantemente in doppia cifra (11.8% di media). Una salita così concepita regalerà dei discreti fuochi d'artificio, tuttavia i distacchi dovrebbero essere abbastanza risicati, considerando che alla fine tutto esploderà soltanto in questi ultimi 4 km, peraltro privi di tratti più semplici in cui rilanciare la velocità e dilatare i divari.

 

Lunedì 10 luglio - Riposo

 

Martedì 11 luglio - 10a tappa: Vulcania - Issoire (167.2 km)

Dopo il giorno di riposo si riparte con una tappa nel cuore del Massiccio Centrale, estremamente insidiosa (quasi 3000 metri di dislivello) e quasi completamente priva di pianura, ma da cui gli uomini di classifica probabilmente si asterranno in favore di una fuga numerosa che potrebbe comunque a suo modo regalare spettacolo. Si parte in salita con il Col de la Moréno, ascesa piuttosto semplice, seguita quasi immediatamente da quella già più impegnativa al Col de Guéry (primi 3 km al 7%). Un tratto ondulato porta ai piedi della salita forse più dura, il Col de la Croix Saint-Robert, preceduta da circa 4 km di falsopiano sensibile (3/4%) fino al traguardo volante di Le Mont-Dore, dove la strada sale più decisa per 6 km al 6.3%, con pendenze più cattive nei primi 3 km (media 7.1%). La discesa è tecnica e conduce direttamente in un tratto mangia-e-bevi di circa 30 km. Il percorso diventa più lineare negli ultimi 55 km, con una lunga (ma non banale) discesa su Ardes, prima della salita finale alla Côte de La Chapelle-Marcousse (in tutto 6.5 km al 5.6%, con gli ultimi 4 km un po' più impegnativi), seguita da un'altra salitella di circa 2km al 4%. A questo punto mancheranno 25 km al traguardo, con i primi 15 occupati da un alunga e tortuosa discesa, spezzata dal breve strappo di Ronzières (circa 1 km al 5%). Gli ultimi 10 km sono gli unici sostanzialmente pianeggianti.

 

Mercoledì 12 luglio - 11a tappa: Clermont-Ferrand - Moulins (179.8 km)

Dovrebbero tornare di scena i velocisti, con una tappa lievemente mossa, soprattutto nei primi 100 km, che però non sembra offrire spunti sufficienti da preoccupare le ruote veloci. I treni dovranno tenere conto di un tratto leggermente più insidioso a partire dai -3500 metri, con due rotonde ed una manciata di curve nell'abitato di Moulins, prima del rettilineo finale di 1300 metri spezzato da alcune semicurve (il traguardo compare a 300 metri dalla fine).

 

Giovedì 13 luglio - 12a tappa: Roanne - Belleville-en-Beaujolais (168.8 km)

Altra frazione di media montagna da quasi 3000 metri di dislivello, che però ancor più dell'altra rischia di essere riservata ai fugaioli di giornata; se le salite sono un po' più impegnative della tappa di Issoire e in rapida successione, sono piuttosto lontane dal traguardo. La tappa presenta pochissima pianura e parte praticamente in salita, con una prima settantina di km molto esigente; seguono circa 30 km più semplici, ma sempre ondulati e nervosi, prima delle tre salite chiave della tappa, disposte fondamentalmente in ordine dalla più semplice alla più complicata e tutt'e tre con discese piuttosto complicate. Il Col de la Croix Rosier è una salita vera, che nei primi 3.5 km (media 8.1%) offre anche qualche tratto in doppia cifra, ma i 28.8 km che mancano per andare al traguardo non sono pochi. Va detto che la discesa anche nei tratti più pedalabili resta insidiosa ed è seguita subito dalla salita a Brouilly (quasi 2 km al 5%). Solo gli ultimi 8 km sono veramente lineari. 

 

Venerdì 14 luglio - 13a tappa: Châtillon-sur-Chalaronne - Grand Colombier (137.8 km)

La sfida tra i grandi si riapre nel giorno della festa nazionale, con l'arrivo in salita quasi secco al Grand Colombier. La tappa breve e non offre granché prima della salita finale, quindi, ancor più che nella tappa del Puy de Dôme, tutto accadrà negli ultimi km. I primi 120 km sono spezzati soltanto dall'ascesa (senza GPM) al Col de la Lèbe, tratto all'insù di circa 20 km, anche se di salita vera ci sono soltanto circa 6.5 km al 5.5% che terminano in vista del traguardo volante. Poi sarà il turno della dura ascesa finale, misurabile da Culoz in 17.4 km al 7.1%, spezzati in più tronconi: poco meno di 2 km al 6/7% portano alla prima impennata (circa 5km al 9.5%) dove si supera la spettacolare serie di tornantini; dopo due km molto semplici è il turno di un altro tratto di oltre 3 km al 9.5%, a cui fanno seguito gli ultimi 5.5 km di salita molto irregolare che alterna qualche breve discesina a strappi più o meno ripidi. Tra i più forti i distacchi potrebbero essere risicati, ma se si va in crisi su una salita di questo genere si possono velocemente perdere molti minuti.

 

Sabato 15 luglio - 14a tappa: Annemasse - Morzine Les Portes du Soleil (151.8 km)

Si fa sul serio, con la prima giornata da cardiopalma di questo finale di Tour: in soli 152 km si sommano 4000 metri di dislivello. La tappa praticamente in salita, superando il facile Col de Saxel (formalmente lungo solo 4.2 km, ma il fondovalle offre tratti di salita vera fin da subito). 10 km di discesa non banale portano subito ai piedi del breve ma intenso Col de Cou (7 km al 7.4%), seguito da un ulteriore strappo (1.3 km al 5%) verso il Col des Moises; altra discesa insidiosa e si arriva subito ai piedi del Col du Feu (5.8 km al 7.8%, con tratti in doppia cifra). Termina a questo punto la prima fase tremenda di questa tappa, a cui fa seguito la facile salita al Col de Jambaz (quasi 7 km al 3.9%). Dunque senza reale respiro si arriva subito ai piedi della prima delle due ascese principali, il Col de la Ramaz, salita di 13.9 km al 7.1%, la cui media è falsata da qualche breve discesa; da segnalare soprattutto un tratto di circa 2 km al 10.5% che termina a poco meno di 4 km dalla vetta. La collocazione a 50 km dal traguardo fa sì che teoricamente già qui qualcuno possa provare, anche se la conformazione delle tappe precedenti dovrebbe portare qui con una classifica ancora molto corta e difficilmente qualcuno avrà necessità di muoversi da lontano. Dal termine della discesa basta una decina di km prima di giungere ai piedi del Col de Joux Plane, 11.6 km all'8.5% di media con tratti in doppia cifra nei primi 3 km (8.8% di media) e negli ultimi 6 km (9.2% di media). Dalla vetta restano soltanto 12 km, di cui 2 da pedalare, 1 in salita (5% di media) al Col de Ranfolly, 8 di discesa tecnica e le ultime centinaia di metri nuovamente in lieve ascesa fino al traguardo.

 

Domenica 16 luglio - 15a tappa: Morzine Les Portes du Soleil - Saint-Gervais Mont Blanc (180 km)

La seconda settimana si chiude con l'unica tappa di montagna di lunghezza un po' più elevata, anche questa con poca pianura e tante salite in rapida successione (in totale quasi 4500 metri di dislivello) che potrebbero (ma il condizionale è d'obbligo) dare spettacolo. Si scende da Les Gets in trasferimento e la partenza ufficiale viene data ai piedi della salita di quasi 3 km al 4% verso Châtillon-sur-Cluses. Dopo la discesa si affronta l'unico tratto pianeggiante di tutta la tappa (poco più di 20 km) che porta ai piedi del Col des Fleuries, salita non classificata di circa 10 km al 4.5%, seguito dagli strappi a Aviernoz (circa 3.5 km al 4.5%) e Annecy-les-Vieux (1.3 km al 6%). Una quindicina di km abbastanza semplici portano ai piedi del primo GPM, il Col de la Forclaz de Montmin, in tutto 7.2 km al 7.3%, ma abbastanza semplice fino agli ultimi 3.7 km (media poco inferiore del 10%). Seguono una discesa ripida e insidiosa e una manciata di km in fondovalle prima di salire al Col du Marais in due tratti (4 km al 5.5% e 3.5 km al 3.5%); poi un'altra discesa conduce senza respiro allo spartiacque di questa tappa, la dura salita al Col de la Croix Fry, 11.3 km al 7% con un tratto di 2.5 km al 9.5% che termina a circa 4 km dal GPM; altra breve discesa ed altra salita fino al Col des Aravis (4.4 km al 5.8%). Da qui mancano circa 45 km al traguardo ed inizia la fase morta della tappa, con la discesa spezzata dal falsopiano di circa 12 km tra Flumet e Megève. Se niente fosse successo tutto è rimandato all'ultima salita verso Les Bettex, divisa fra l'impennata della Côte des Amerands (2.7 km al 10.9%) e il tratto finale di 7 km al 7.7%.

 

Lunedì 17 luglio - Riposo

 

Martedì 18 luglio - 16a tappa: Passy - Combloux (Cronometro individuale - 22.4 km)

Dopo il secondo giorno di riposo è il momento dell'unica cronometro di questo Tour, che sicuramente non favorirà i cronomen: è breve e presenta pochissima pianura, per cui sarà semplicemente da interpretare come uno sforzo individuale in cui gli uomini di classifica dovranno confrontarsi con le energie rimaste e lo spauracchio del post-riposo. Si parte quasi subito in salita, raggiungendo la Cascade de Coeur con uno strappo di 1.3 km all'8.5% di media e punte in doppia cifra. A questo punto la strada inizia a scendere e resta tortuosa ed ondulata per circa 6 km, fino alle porte di Sallanches. Con meno di 6 km in pianura si arriva ai piedi della dura Côte de Domancy (2.5 km al 9.4%) dopo la quale la strada continua a salire fin sul traguardo (in totale oltre 6 km al 6.5%).

 

Mercoledì 19 luglio - 17a tappa: Saint-Gervais Mont Blanc - Courchevel (165.7 km)

Ultima tappa alpina, probabilmente la più dura, ma con il grosso difetto di avere la salita più dura per ultima (un po' come tutte le altre dopotutto). Resta una giornata campale che in circa 165 km somma quasi 5000 metri di dislivello. In ordine si superano due classiconi come il Col des Saisies (13.4 km al 5.1%, ma irregolari, con molti tratti al 7/8%) e la Cormet de Roselend (19.9 km al 6%, divisi tra i 12 km al 7.2% del Col du Méraillet e il tratto finale di circa 6 km al 6.5%); dopo la successiva discesa (tecnica), si percorrono 13 km di fondovalle a favore per arrivare ai piedi del Col du Tra (salita in tutto di 11.5 km, con il GPM posto a Longefoy dopo 6.6 km al 7.5%, i più duri). Un'altra decina di km in fondovalle (prima a scendere, poi di sensibile ascesa) porta ai piedi di Courchevel, salita che si percorre solo in parte, svoltano a destra in località Le Praz per andare a Méribel e salire il Col de la Loze: in tutto sono 28.1 km al 6%, ma va divisa tra il primo tratto (11 km al 6.6%), quello più semplice (salita pedalabile o discesa) con cui si arriva a Méribel e gli ultimi 11.5 km all'8.4% di media e punte fino al 24%. Dalla vetta al traguardo ci sono soltanto 6.6 km, non tutti di discesa: c'è un primo strappo in doppia cifra di circa 400 metri a 2.5 km dall'arrivo e poi l'impennata finale (max 18%) sulla pista di atterraggio di Courchevel.

 

Giovedì 20 luglio - 18a tappa: Moûtiers - Bourg-en-Bresse (184.9 km)

I velocisti rimasti in gruppo avranno una nuova occasione da sfruttare. Le ondulazioni poste nella parte centrale della tappa non preoccupano e gli ultimi 80 km sono quasi un biliardo. Unica eccezione è il tratto in lievissima ascesa (circa 2 km al 3%) che porta a Revonnas, quando mancano 15 km al traguardo. Il finale è poi piuttosto semplice anche sotto l'aspetto planimetrico: dai -6 ai -2 km ci sono soltanto 4 rotonde, mentre l'unica vera curva ad angolo retto si trova a circa 1500 metri dall'arrivo; un'ampia curva verso destra immette nel rettilineo finale di 750 metri.

 

Venerdì 21 luglio - 19a tappa: Moirans-en-Montagne - Poligny (172.8 km)

Altra tappa potenzialmente da volata, ma più ondulata e quindi, forse, favorevole ad una fuga di cacciatori di tappe. Di pianura e propria non ce n'è molta e il percorso è sempre nervoso fino all'ultimo GPM di Ivory, posto ad appena 28 km dal traguardo. Per l'eventuale volata resta poco da segnalare, visto che l'arrivo è posto dopo un lunghissimo rettilineo di 7 km; gli ultimi 3km sono leggermente all'insù (media 1%).

 

Sabato 22 luglio - 20a tappa: Belfort - Le Markstein Fellering (133.5 km)

Ultima tappa in cui si può rivoluzionare la classifica: una frazione breve ma intensissima sui Vosgi, che consente di attaccare quasi ovunque, offrendo pochissimo respiro. In 133.5 km si accumula un dislivello complessivo di 3500 metri. Dopo 10 km di fondovalle si sale al Ballon d'Alsace (11.5 km al 5.2%) che apre le danze. Al termine della discesa si entra in un tratto abbastanza semplice di 15 km che supera con un falsopiano il Col du Ménil, poi inizia la sequenza finale di salite: Col de la Croix de Moinats (un po' più dura dei dati ufficiali, 5.2 km al 7.3%, con numerosi passaggi in doppia cifra), Col de Grosse Pierre (3.2 km all'8%), Col de Grande Bosse (non segnalato; 4.5 km al 3.6%), Col de La Schlucht (4.3 km al 5.4%, con i primi 2.5 km al 7.5%), Petit Ballon (9.3 all'8.1%) e Col du Platzerwasel (7.1 km all'8.4%). Dall'ultimo GPM si arriva con altri due impegnativi strappi in località Le Breitfirst, da cui mancano poco più di 4 km divisi tra discesa e pianura; l'arrivo è posto in lieve ascesa.

 

Domenica 23 luglio - 21a tappa: Saint-Quentin-en-Yvelines - Paris Champs-Élysées (115.1 km)

Il Tour si chiude con la consueta frazione parigina con arrivo sugli Champs-Élysées. Come sempre sarà passerella fino al circuito finale che avrà i soliti elementi peculiari: il viale lastricato prima in lieve ascesa e poi in lieve discesa, il sottopasso del Louvre che allunga il gruppo e le ultime curve prima del lungo rettilineo finale.

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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.