La rabbia di Remco Evenepoel, costretto a due cambi di bici al mondiale di Kigali 2025
Professionisti

Remco Evenepoel: "Non sono certo venuto qui per l'argento"

Le parole del protagonisti della prova in linea Uomini dei Mondiali di Kigali: la corsa "meno piacevole dell'anno" per Pidcock, "da veri duri" per Skjelmose

28.09.2025 17:07

Ancora una volta campione del mondo: Tadej Pogačar (Slovenia) si ripete sul percorso iridato dei Mondiali di Kigali 2025, vincendo la prova in linea uomini. Seconda posizione per uno sfortunato ma nervosissimo Remco Evenepoel (Belgio); terzo Ben Healy (Irlanda), che è riuscito ad avere la meglio su Mattias Skjelmose (Danimarca) negli ultimi km di gara.

Tadej Pogačar: “Le salite erano sempre più dure a ogni giro”

Il percorso era disegnato per il mio attacco: speravo che si formasse un gruppetto, come poi è stato con Juan Ayuso e Isaac Del Toro. Mi è sembrato perfetto, un sogno: correre insieme per andare il più lontano possibile in tre. Juan però ha avuto un problema sul pavé e Del Toro credo abbia avuto problemi di stomaco in corsa: sono rimasto solo abbastanza presto ed è stato come l'anno scorso: ho lottato da solo e contro me stesso, ma sono felice di avercela fatta.

Ovviamente ho temuto di non farcela, perché le salite erano sempre più dure ogni giro che passava e anche nelle discese dovevo pedalare, quindi stavo finendo le energie. È stata molto dura negli ultimi giri. Ho dubitato, ma ho superato il momento, sperando per il meglio.

È stata un'esperienza incredibile: una settimana veramente riuscita”.

L'arrivo di Tadej Pogacar sul traguardo di Kigali 2025 (Eurosport)
L'arrivo di Tadej Pogacar sul traguardo di Kigali 2025 (Eurosport)

Remco Evenepoel: “Ero qui per la doppietta”

Non sono certo venuto qui per l'argento. Avrei voluto certamente fare la doppietta, mi sentivo molto bene, ma oggi il destino mi ha riservato un risultato diverso da quello che desideravo.

Il primo cambio bici, prima del Mont Kigali, è stato per colpa della sella, che si era completamente abbassata. Ho preso un buco nell'asfalto e man mano che salivo sentivo i crampi nella parte posteriore della gambe, perché la mia posizione stava cambiando drasticamente, la pedalata era piccolissima. Quando Tadej ha attaccato sono riuscito a seguirlo per mezzo minuto poi ha avuto tantissimi crampi e ho dovuto lottare per arrivare fino in cima. Sapevo che ci sarebbe stata una bici nella zona di rifornimento, quindi dovevo riuscire ad arrivare lì per cambiarla. Ho detto quindi ai miei compagni di andare il più veloce possibile perché dovevo cambiare bici. È andata bene. Ma poi ho preso la terza bici e ho sentito che la sella non aveva lo stesso angolo e mi stava venendo un gran mal di schiena. Ho fatto un giro con quella bici, ma km dopo km mi faceva sempre più male, quindi ho dovuto cambiare anche quella. Sfortunatamente c'era barrage, quindi ho dovuto aspettare molto tempo prima che arrivasse l'ammiraglia. Non c'erano le radio, quindi non ho potuto dire niente. Ho provato a comunicare attraverso le moto, così potevano saperlo in anticipo, ma… sono cose che succedono.

È comunque un buon risultato: ero venuto per fare doppietta, mi sentivo bene e sentivo di poter stare con Tadej ma sfortunatamente succedono cose in corsa: il ciclismo è anche uno sport meccanico e tutto deve essere perfetto per poter diventare campione del mondo. Tutto sommato devo essere felice: abbiamo passato una bella settimana con lo staff, con i corridori. Poi non è ancora finita: ci sono due titoli europei che mi aspettano e Il Lombardia. Per il momento sono in picco di forma e spero di riuscire a mantenerlo per altre due settimane. Domenica prossima non credo sarà ancora una sfida con Tadej, ma anche agli Europei la competizione sarà di livello alto. Tutti sanno che è l'unica maglia che mi manca: Mondiali ed Europei erano sulla mia lista per questa stagione”.

Ben Healy: “Sono il terzo migliore al mondo… con un paio di minuti da recuperare!”

Questa medaglia è speciale: ho lavorato duramente durante tutta la stagione per questo. Essere sul podio con Remco e Tadej è incredibile. Questa stagione è stata sempre più folle, dalla vittoria e la maglia gialla al Tour de France, ora il podio ai Mondiali… è difficile fare paragoni con le precedenti! Abbiamo lavorato molto anche per l'abbigliamento per questo appuntamento, che ha questo percorso peculiare con salite da affrontare a bassa velocità e un clima molto caldo. Il mio body era perfetto per oggi.

Ben Healy sul podio dei Mondiali di Kigali 2025 © SWpix
Ben Healy sul podio dei Mondiali di Kigali 2025 © SWpix

Essere salito sul podio è fantastico: Tadej è uno dei più grandi sportivi di sempre e Remco non è da meno. Sono il terzo migliore al mondo, con un paio di minuti da recuperare da qualche parte (ride). Dovrò lavorare ancora sodo”.

Mattias Skjelmose: “Volevo una medaglia per i miei compagni”

È stata una corsa da uomini duri: quasi zero tattica e tutte gambe. Ogni volta che c'è stata selezione è stato perché qualcuno stava facendo il ritmo davanti e gli altri si staccavano da dietro. Probabilmente non la mia miglior performance ma calcolando l'altitudine, non ho mai fatto una prestazione come questa. Sapevo di essere al limite: speravo solo che Ben Healy lo fosse altrettanto, ma ha aveva gambe migliori, non c'è stato niente da fare: ero completamente vuoto.

Siamo arrivati qui con l'ambizione di correre nel finale e penso che ci siamo riusciti alla grande. Ovviamente volevo una medaglia per i miei compagni di squadra, più di quanto la volessi per me stesso, ma questo è il ciclismo. Abbiamo corso molto bene come squadra. Ho solo 25 anni spero di correre tanti altri campionati del mondo in futuro: non è la mia ultima chance”.

Toms Skujiņš: “Sono il campione del mondo nella categoria +70kg”

Alla fine sembrava di essere in una gara di triathlon: ogni corridore arrivava solo. Ovviamente sapevamo che sarebbe stata una gara durissima: certo, non ho visto molto di quello che è successo, ma chiaramente Tadej era su un altro livello. Non sono tanti quelli che hanno le gambe per seguirlo e lui ha dimostrato di essere il migliore al mondo, un'altra volta. Per quanto mi riguarda, una volta che mi sono trovato nel gruppo in cui ero ho cercato di fare il meglio possibile ma tutte le medaglie erano finite, purtroppo. Penso comunque di essere il campione del mondo nella categoria +70kg, mi basta questo. È stata una buona corsa in ogni caso”.

Juan Ayuso: “Mi sono piantato sul pavé”

Quando la corsa è esplosa ero lì. Penso che come squadra abbiamo corso molto bene: sono stato al coperto tutto il giorno grazie a Ivan Romeo e Abel Balderstone, che mi hanno protetto molto bene nelle prime quattro ore di corsa. Poi siamo andati sulla salita lunga: stavo andando bene, perché gli sforzi duri e prolungati sono il mio tipo di sforzi. Sono riuscito a tenere la ruota di Tadej e mi sentivo abbastanza bene ma quando abbiamo trovato il pavé sono rimasto piantato, non riuscivo a muovermi. È stata durissima, ho sofferto tanto sia sul pavé che nel circuito. Penso che questi chilometraggi siano molto duri per me. Quando mi sono staccato ho deciso di farmi riprendere dal gruppo, perché rimanendo in mezzo non sarei andato da nessuna parte. È una sensazione agrodolce, perché quando c'è stata l'azione che ha deciso le medaglie ero un po' troppo dietro: ho scollinato a 10" dal gruppo di Remco, quindi ci sarei potuto essere anche io davanti ma è andata così. Ho dato tutto e me ne vado contento”.

Primož Roglič: “Felice di aver concluso la gara”

Tadej è incredibile: complimenti a lui e a tutta la squadra, che ha fatto un grandissimo lavoro. Io sono felice di aver concluso la gara anche se… ci è voluto un po' (ride). È stata quasi una tortura: siamo partiti a tutta e poi non ci siamo fermati un attimo fino all'arrivo. È stato bello, comunque. Ciò che abbiamo fatto come nazione e come squadra è incredibile”.

Tom Pidcock: “La corsa meno piacevole dell'anno”

La corsa meno piacevole dell'anno. È stato terribile. A essere sincero non mi sentivo così bene all'inizio, poi è andata meglio, poi sono completamente scoppiato ed è stata pura sopravvivenza fino all'arrivo. Non c'è molto altro da dire, è stato brutale.

A un certo punto quando eravamo in cinque dietro Tadej ho pensato 'Può succedere di tutto ora', ma poi mi sono mancate le gambe. Pensavo di essere stato tra i migliori di quelli che uscivano dalla Vuelta, ma non si può avere tutto. Fatto del mio meglio, non c'è molto da dire.

Ho minimizzato il possibile impatto dell'altitudine qualche giorno fa, prima di fare qualsiasi sforzo, ma ora che l'ho fatto dico: è stata dura”.

Dopo Zurigo, Kigali: Pogacar è di nuovo campione del Mondo!
Giulio Ciccone: “In una gara così basta un attimo per spegnersi”