
Nuovi sassolini via dalle scarpe di Ayuso: "L’intolleranza di Gianetti mi ha portato all’addio"
Il talento spagnolo spiega l’addio alla UAE Team Emirates-XRG e l’approdo alla Lidl-Trek: "Con i compagni rapporto ottimo, i problemi erano altri"
Juan Ayuso ha rotto il silenzio sul suo addio alla UAE Emirates-XRG, squadra con cui era legato sin dal debutto tra i professionisti. Il ventiduenne spagnolo, ora pronto a iniziare una nuova avventura con la Lidl-Trek, ha raccontato al quotidiano MARCA i motivi che lo hanno spinto a cambiare maglia, puntando il dito contro il team manager Mauro Gianetti.
“Avevo una proposta di rinnovo”
“La gente non sa che avevo una proposta di rinnovo fino al 2030, a partire da gennaio 2025", ha dichiarato. ”All’inizio dell’anno c’era la possibilità di raggiungere un accordo, ma senza entrare nei dettagli, l’atteggiamento ‘intollerante’ di Mauro [Gianetti] lo ha impedito ancora una volta".
Secondo Ayuso, non si è trattato di un singolo episodio, ma di un rapporto logorato nel tempo:
“Queste decisioni non avvengono dall’oggi al domani. Penso che fosse una sensazione percepita corsa dopo corsa. Per me la cosa importante era che internamente non c’era una buona coordinazione. Capisco quanto sia difficile in una squadra con tanti impegni e tanti corridori forti. È andata male quando Gianetti ha capito che non c’era modo, per quanto volesse, di trattenermi. Da quel momento il suo atteggiamento è cambiato”.
Il momento più controverso è arrivato durante la Vuelta a España 2025, quando la squadra annunciò la separazione già nel primo giorno di riposo, mentre lo spagnolo stava correndo e vincendo tappe.
“Avevamo entrambi concordato di annunciarlo dopo la Vuelta; infatti me lo avevano chiesto loro. Quel lunedì non sapevo nulla. Alle 18:30 mi ha chiamato il mio agente [Giovanni] Lombardi: stava venendo in hotel perché Mauro lo aveva contattato, e il comunicato sarebbe uscito puntuale”.

“Il vero problema era con la dirigenza”
Durante la Vuelta, Ayuso era stato criticato per il suo ruolo accanto a João Almeida, impegnato nella lotta alla maglia rossa contro Jonas Vingegaard. Lo spagnolo, però, respinge le accuse di scarsa collaborazione:
"L’atmosfera con i miei compagni era molto buona. Il problema era sempre più con la dirigenza. C’erano polemiche e volevano usarle come arma per danneggiare la mia immagine, per far sembrare che fossero loro a non volermi in squadra e mettersi in buona luce".
Con alcuni dirigenti, però, i rapporti sono rimasti positivi:
"Con Joxean Matxin ho un buon rapporto, capisce la mia decisione, mi rispetta e mi ha aiutato a lasciare la squadra. Gli sono grato per questo".
Adesso, con il passaggio alla Lidl-Trek su un contratto quinquennale, Ayuso guarda avanti:
“Ora vado in una nuova squadra, nuova speranza. Voglio custodire i bei ricordi di questa squadra”.
In Rwanda, dove è tra i favoriti per una medaglia ai Mondiali su strada, lo spagnolo ha anche chiarito le sue ambizioni:
“Quello che intendevo quando ho detto che non puntavo all’argento è che non parto con il piano di arrivare secondo. Se finisco secondo o terzo, è comunque un ottimo risultato, ma devi correre per vincere. Poi sarà il risultato a parlare. Non voglio partire pensando al podio; parto per vincere, e poi vedremo cosa succederà”.