
Ben Granger, lanciato da Knox sulle orme di Double e Wright
Il britannico della Mg.K Vis lasciò il suo paese su consiglio del corridore della Soudal-Quick Step. Il sogno è arrivare tra i professionisti, come riuscito al britannico della Jayco-AlUla e al campione neozelandese
Ventisettesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Vuelta a Venezuela, Turul Romaniei, Grand Prix Chantal Biya, GP Rik Van Looy e Ben Granger, che sogna il professionismo dopo il podio a Peccioli.
Le corse della settimana
Vuelta a Venezuela

La scorsa settimana si è disputata la Vuelta a Venezuela, corsa a tappe di otto giorni con oltre sessant’anni di storia, tornata ad avere lo status UCI nel 2024, dopo essere stata retrocessa nel calendario nazionale. Al via erano presenti diciotto squadre: due Continental (la colombiana GW Erco Shimano e la portoghese Tavfer-Ovos Matinados), le nazionali di Cuba e Venezuela, tredici formazioni dilettantistiche e una selezione regionale.
La prima tappa prevedeva nove giri di un circuito lungo 14,5 km, con un profilo non del tutto piatto, ma che strizzava l’occhio alle ruote veloci. La volata è stata scongiurata da un attacco da finisseur, messo in atto da César Martingil (Tavfer-Ovos Matinados). Il portoghese, primo leader della corsa, ha mantenuto qualche metro di vantaggio sul gruppo, regolato dal suo compagno di squadra Leangel Linarez davanti a Nicolas Gomez (GW Erco Shimano).
La seconda frazione era la più impegnativa: era, infatti, previsto l’unico arrivo in salita della gara, al termine di una scalata pedalabile, ma piuttosto lunga. Luis Mora (Gob. Trujillo-MPP Comercio) ha staccato tutti e si è preso anche la maglia di leader. Il trentenne ha tagliato il traguardo con 11” di vantaggio su Juan Carlos Lopez (GW Erco Shimano) e 1’15” sul compagno di squadra Juan José Ruiz.
La terza tappa presentava le principali asperità nella prima metà e diventava più semplice nella seconda parte. La prevedibile volata di gruppo ha premiato Leangel Linarez, che si è messo alle spalle Cristian Vélez (GW Erco Shimano) e José Alberto Domínguez (Nazionale Cuba). Il finale è stato, però, condizionato da un assurdo incidente: una moto ha tagliato la strada al gruppo lanciato nello sprint, causando una bruttissima caduta, che ha coinvolto anche alcuni spettatori
A seguire il video della caduta:
La quarta frazione prevedeva un circuito di 12,5 km da ripetere dieci volte. La principale asperità era rappresentata da una salita di 5 km al 4%, con il traguardo piazzato all’incirca a metà della scalata. In gruppo c’è stata molta selezione e Camilo Gomez ha sfruttato la superiorità numerica della sua squadra nel drappello di testa per andarsene in solitaria. Il portacolori della GW Erco Shimano ha anticipato di 7” il leader Luis Mora, Juan Carlos Lopez e altri otto corridori.
La quinta tappa era abbastanza semplice, con salite di poco conto nella prima parte e un finale che tendeva leggermente a scendere. Il gruppo si è presentato sostanzialmente compatto al traguardo e José Alberto Domínguez ha battuto tutti. Il cubano ha avuto la meglio su Cristian Vélez e Luis Gómez (Fina Arroz-Banca Amiga). Luis Mora ha conservato la testa della classifica.
La sesta frazione era divisa in due semitappe: la prima era una cronometro individuale di 8,5 km senza particolari difficoltà altimetriche, mentre la seconda era una prova in linea abbastanza semplice, ma che proponeva uno strappo di 2 km ai -10. Nella corsa contro il tempo il successo è andato a Rafael Barbas (Tavfer-Ovos Matinados), che ha fatto registrare un tempo migliore di 4” rispetto a quelli di Winston Maestre (Alicanto Consulting) e Ángel Sánchez (Tavfer-Ovos Matinados). La seconda semitappa ha visto andare in porto una fuga, con Luis Gómez che ha sfruttato il suo spunto veloce per battere Yorman Fuentes (Trululu) e David Mendoza (Fina Arroz-Banca Amiga). La classifica generale è rimasta invariata.
La settima tappa era probabilmente la più semplice della corsa: al profilo altimetrico privo di asperità, infatti, si aggiungeva anche una distanza piuttosto breve. Leangel Linarez ha potuto festeggiare per la seconda volta, superando Edwin Torres (Lotería del Táchira) e Cristian Vélez. Luis Mora ha conservato la testa della classifica generale senza problemi.
L’ultima frazione presentava dodici giri di un circuito nella capitale Caracas. L’altimetria ricordava quella della prima tappa, con un profilo non del tutto pianeggiante, ma senza salite che potessero fare la differenza. Alla fine è stata volata e Cristian Vélez ha finalmente centrato la prima vittoria internazionale in carriera. Il colombiano ha preceduto Leangel Linarez ed Edwin Torres.
Luis Mora ha conquistato il successo finale, con 30” di vantaggio su Juan Carlos Lopez e 1’05” su Juan José Ruiz. Cristian Vélez ha vinto la classifica a punti, Jorge Abreu (Fina Arroz-Banca Amiga) quella dei GPM e Camilo Gomez, sesto nella generale, si è assicurato la maglia di miglior giovane. La GW Erco Shimano, infine, ha stravinto la graduatoria a squadre.
Turul Romaniei

In Romania è andata in scena la corsa nazionale, il Turul Romaniei, che fino al 2022 era di categoria superiore. Al via erano presenti venticinque squadre: diciassette Continental, le selezioni nazionali di Grecia, Polonia, Romania e Turchia e quattro formazioni dilettantistiche.
La prima tappa era abbastanza semplice: lo strappo più difficile era di 1,4 km al 6% ed era situato ai -25. Il gruppo si è fatto sorprendere dall’attacco di dieci corridori e, pur essendo arrivato vicino al ricongiungimento, non è riuscito a chiudere il buco. Nel drappello di testa, Maximilian Schmidbauer (WSA KTM Graz) è riuscito a beffare i compagni di fuga, con un attacco a 500 metri dal traguardo. L’austriaco, primo leader della corsa, ha resistito alla rimonta di Seth Dunwoody (Bahrain Victorious Development) e Tobiasz Pawlak (Voster ATS).
La seconda frazione era la più difficile, con l’arrivo in salita a Pasul Duchiu. Tre uomini hanno fatto la differenza e si sono giocati la vittoria in volata: Cesare Chesini (MBH Bank Ballan) si è dimostrato nettamente superiore e si è imposto senza problemi, passando anche in testa alla classifica generale. Philipp Hofbauer (WSA KTM Graz) si è piazzato secondo, mentre Colin Stüssi (Vorarlberg), troppo generoso nel finale, si è dovuto accontentare del terzo posto, a 3”.
La terza tappa era molto più semplice e presentava le principali asperità tra i -55 e i -23, con due GPM e uno strappo di 600 metri al 10%. Poteva essere una giornata buona per i velocisti resistenti, ma, ancora una volta, è andata in porto una fuga: Seth Dunwoody si è dimostrato più veloce dei compagni di avventura e ha staccato di 1” Matthew Dodd (Tirol KTM) e di 3” Cristian Raileanu (Nazionale Romania), che aveva imboccato la deviazione per le ammiraglie e, pur accorgendosi subito dell’errore, ha dovuto dire addio alle sue chances di vittoria. Il gruppo, composto da una quarantina di uomini, è arrivato molto vicino al ricongiungimento, fermandosi a 5” dal vincitore.
La quarta frazione era completamente pianeggiante e doveva essere, sulla carta, molto tranquilla. Il vento, però, ha fatto molta selezione e davanti sono rimasti circa venticinque uomini: Philipp Hofbauer, secondo in classifica, è rimasto staccato e ha dovuto dire addio ai sogni di gloria, insieme ad altri cinque corridori che alla partenza erano nella top ten. Lo sprint per la vittoria ha premiato Jonathan Malte Rottmann (REMBE|rad-net), che ha rimontato negli ultimi metri Thomas Capra (Bahrain Victorious Development) e Samuel Quaranta (MBH Bank Ballan). Cesare Chesini è rimasto nel gruppo di testa e ha conservato la maglia di leader.
L’ultima tappa era la più semplice della corsa. con quattordici giri di un circuito di circa 7 km, del tutto privo di difficoltà altimetriche, nelle vie di Bucarest. A differenza delle altre frazioni riservate alle ruote veloci, il gruppo non si è fatto sorprendere ed è arrivato compatto sul traguardo: Radosław Frątczak ha preso meglio di tutti l’ultima curva e ne è uscito con un margine che è risultato incolmabile per tutti gli altri. Alle sue spalle è arrivato Patryk Stosz, che ha permesso alla Voster ATS di mettere a segno la doppietta. Il podio di giornata è stato completato da Alan Banaszek (ATT Investments).
Cesare Chesini ha conquistato il successo finale (e il titolo di miglior giovane), con 8” su Colin Stüssi e 54” su Alvaro Sagrado (Illes Balears Arabay). Seth Dunwoody ha vinto tutte le altre classifiche individuali (punti, GPM e sprint intermedi), tranne, ovviamente, quella riservata al miglior corridore rumeno, che è andata a Mattew-Denis Piciu (MENtoRISE Teem). La graduatoria a squadre è andata alla Illes Balears Arabay.
GP Chantal Biya

In Camerun si è disputato il classico Grand Prix Chantal Biya, corsa a tappe di cinque giorni dedicata alla First Lady del paese africano, da quasi vent’anni presente nel calendario internazionale. Al via erano presenti solo nove squadre: la Continental slovacca Dukla Banska Bystrica, le nazionali di Camerun, Costa d’Avorio e Mauritius e cinque formazioni dilettantistiche.
La gara si è aperta con una tappa altimetricamente abbastanza semplice: erano presenti diversi strappi, ma tutti molto brevi. Nonostante il profilo non impegnativo, la classifica generale ne è uscita pesantemente condizionata. Due uomini sono sfuggiti al controllo del gruppo e hanno guadagnato un enorme vantaggio: la vittoria è andata ad Alexandre Mayer, professionista della Burgos Burpellet BH in gara con la nazionale mauriziana. Il ventisettenne ha battuto Dávid Kaško (Dukla Banska Bystrica) e, in assenza di abbuoni, si è preso la maglia di leader. I primi inseguitori sono arrivati a 3’02” e sono stati regolati da Frank Stijger (Global).
La seconda frazione era molto simile alla prima, con diversi strappetti, ma tutti abbastanza brevi e non troppo pendenti. Non c’è stata assolutamente selezione e il gruppo si è presentato compatto sul traguardo: il più veloce è stato Guillaume Gaboriaud (France Défense), che ha avuto la meglio su Goldwynn Cannister (Global) e Aurelien De Comarmond (Nazionale Mauritius). Alexandre Mayer, sesto, ha conservato la testa della classifica.
La terza tappa era più impegnativa e, pur non avendo salite particolarmente difficili, era ricca di saliscendi e aveva pochissima pianura. C’è stata selezione e due corridori sono riusciti ad andar via: il più noto dei corridori di casa, Clovis Kamzong (SNH Vélo) ha avuto la meglio allo sprint su Gabin Vedel (France Défense). A 21” Alexandre Mayer ha regolato Dávid Kaško e ha mantenuto la leadership in classifica.
La quarta frazione prevedeva un finale abbastanza ostico, con l’ultimo GPM situato a soli 3 km dall’arrivo e l’ultimo chilometro in salita. Lo strappo finale ha fatto la differenza e il gruppo è arrivato molto spezzettato: il leader Alexandre Mayer si è confermato il più forte e ha avuto ragione di Rodrigue Eric Kuere Nounawe (SNH Vélo), con Clovis Kamzong terzo a 2”.
L’ultima tappa presentava diversi strappetti, l’ultimo dei quali era piazzato a soli 5 km dal traguardo. Il Team France Défense ci ha provato, ma non è riuscito a scalfire Alexandre Mayer, che si è imposto per la terza volta. Il mauriziano ha battuto in uno sprint a due Gabin Vedel, mentre a 6” altri due uomini della formazione francese, Davy Romian e Guillaume Gaboriaud, hanno regolato il gruppetto inseguitore.
Alexandre Mayer ha conquistato il successo finale (e la classifica a punti), con 12” su Dávid Kaško e 2’49” su Clovis Kamzong. Gabin Vedel, quarto a 2’50”, è stato il miglior giovane, mentre la maglia dei GPM è andata a Paul Hernandez (Maursois). La SNH Vélo, infine, si è aggiudicata la graduatoria a squadre.
GP Rik Van Looy

Nel weekend, in Belgio, è andata in scena una corsa di un giorno, il GP Rik Van Looy. La gara belga è giunta alla settima edizione assoluta, ma solo dal 2022 fa parte del calendario internazionale. Al via erano presenti ventiquattro squadre: un ProTeam (la Polti VisitMalta), un ProTeam di ciclocross (la Baloise Glowi Lions), diciotto Continental e quattro formazioni dilettantistiche.
Il percorso non prevedeva alcuna difficoltà altimetrica, ma era reso impegnativo dalla presenza di quattro settori di pavé, mentre l’arrivo, totalmente pianeggiante, era in lastricato. Nella prima parte ci sono stati tanti tentativi di fuga e il primo attacco degno di nota è stato di Thom van der Werff (Development Picnic PostNL) e Bram Dissel (BEAT), che sono ripresi a 51 km dal traguardo. In seguito si sono avvantaggiati quattro uomini, su cui, ai -31, si è riportato Mads Andersen (AIRTOX-Carl Ras). Poco dopo, il danese è rimasto al comando soltanto con il connazionale Theodor Storm (Lotto Kern-Haus).
Sull’ultimo settore di pavé, a poco meno di 4 km dall’arrivo, Andersen ha staccato anche Storm e si è involato verso il traguardo. Il ventiquattrenne ha resistito senza particolari problemi alla rimonta del gruppo e ha potuto godersi gli ultimi trecento metri. A 12” dal vincitore, Tobias Müller (Wanty-Nippo) ha regolato Manuel Peñalver (Polti VisitMalta) nella volata per il secondo posto. La top five è stata completata da Sente Sentjens (Alpecin-Deceuninck Development) e Matys Grisel (Lotto Development).
Le Continental tra i big

MBH Bank Ballan, Sam-Vitalcare e Petrolike hanno partecipato a Coppa Sabatini, Memorial Pantani e Trofeo Matteotti. Le tre squadre sono state accompagnate in due occasioni da Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente (Sabatini e Matteotti) e Ukyo (Pantani e Matteotti) e soltanto al Pantani anche da Biesse-Carrera, General Store-Essegibi e S.C. Padovani Polo. La Mg.K Vis Costruzione e Ambiente ha centrato uno straordinario podio alla Coppa Sabatini con Ben Granger. Nelle altre prove, i migliori risultati sono stati della Petrolike, grazie ad Andrii Ponomar, decimo al Memorial Pantani, e del Team Ukyo, con il sedicesimo posto di Alessandro Fancellu al Trofeo Matteotti.
Le quattro Continental storiche francesi hanno partecipato al Grand Prix de Fourmies. Nessuna di loro è riuscita a centrare un risultato di spessore: alla fine la Nice Métropole Côte d'Azur ha fatto meglio delle formazioni di pari categoria, ma non è andata oltre il ventiseiesimo posto di Alexander Konijn.
Tre formazioni di terza divisione hanno preso parte al Grand Prix de Wallonie: alla locale Tarteletto-Isorex si sono aggiunte la neerlandese BEAT e la francese Van Rysel-Roubaix. Diversi rappresentanti del mondo Continental hanno chiuso la corsa nel primo gruppo, ma nessuno è riuscito a centrare la top ten: è stata la BEAT a cogliere il miglior risultato, grazie al diciannovesimo posto di Frits Biesterbos.
In settimana l’UCI ha ufficializzato un movimento di ciclomercato: la Hagens Berman Jayco, vivaio del team WorldTour australiano, ha ingaggiato il sudafricano Kieran Gordge, che nell’ultimo anno e mezzo ha vestito la maglia della Óbidos, formazione dilettantistica portoghese. In questa stagione il ventenne è stato settimo al GP Sportivi di Poggiana e ottavo in una tappa del Tour du Rwanda.
Il ritratto della settimana: Ben Granger

La Coppa Sabatini è stata una delle tante corse che nell’ultimo periodo sono finite nelle mani di Isaac Del Toro, ma il grande protagonista della gara toscana è stato Ben Granger. Il portacolori della Mg.K Vis Costruzioni e Ambiente faceva parte della fuga della prima ora e, dopo essere stato ripreso dal gruppo dei migliori, ha avuto ancora le energie per rispondere all’attacco del messicano: staccatosi solo sullo strappo finale, ha comunque salvato uno splendido terzo posto, che rappresenta il suo miglior risultato in una corsa professionistica.
Da un paio d’anni, il britannico è il corridore più rappresentativo della formazione marchigiana, grazie ai tanti tentativi di fuga e a una resistenza che gli ha permesso di concludere spesso non troppo lontano dai migliori nelle corse dalla start list più nobile. Nel 2025 è partito alla grande, vincendo la Firenze-Empoli, e, nel calendario dilettantistico italiano, ha saputo ripetersi, imponendosi sia al Giro del Montalbano (in cui si era già imposto nella scorsa stagione), che al Giro del Valdarno, e raccogliendo altri ottimi piazzamenti, come il secondo posto al GP Industria e Commercio Artigianato Carnaghese.
Oltre ai piazzamenti nelle prove del calendario nazionale, quest’anno ha fatto un grande salto avanti anche nelle corse UCI, in cui ha già raccolto quattro top ten (un bottino doppio rispetto alle due totali ottenute nel triennio precedente). Oltre al già citato podio alla Coppa Sabatini, ci sono stati il nono posto al Trofeo Città di Brescia (in cui era già stato ottavo nel 2024), il sesto al Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria e, soprattutto, il successo alla Rutland-Melton CiCLE Classic. Nella corsa di casa, ricca di strappetti e di settori sterrati, era riuscito a staccare tutti gli avversari e si era presentato da solo sul traguardo.
Da giovanissimo Ben Granger giocava a calcio e, in seguito, si spostò sulla corsa a piedi. Solo a quindici anni, seguendo suo fratello, iniziò ad andare in bici, appassionandosi davvero dal 2017, quando seguì con attenzione il Giro d’Italia vinto da Tom Dumoulin. Iniziò ad ottenere i primi risultati di spessore nel calendario britannico nel 2019, alla prima stagione da under 23, quando, con la maglia della Wheelbase CabTech, vinse diverse gare.
Nella stagione seguente, sempre con lo stesso team, fece in tempo a imporsi in un’altra occasione, prima che la pandemia bloccasse le gare. Proprio nell’anno più duro, però, accadde un episodio che diede una svolta alla sua carriera: si ritrovò a pedalare sulle strade di casa con James Knox, già allora professionista con la Deceuninck-Quick Step, che, colpito dal suo livello, gli consigliò di cercare una squadra all’estero per testarsi a livello internazionale.
Quella squadra fu la Holdsworth-Zappi, storica formazione dilettantistica britannica, sempre molto attiva in Italia. L’impatto con il ciclismo del nostro paese fu molto duro: non abituato a pedalare in gruppo e con seri problemi in discesa, Granger cadde nella gara di esordio, il Trofeo Piva, e si ritirò. Il giorno dopo finì nuovamente a terra e fu costretto ad abbandonare anche il Giro del Belvedere. Un po’ alla volta migliorò e ottenne il suo miglior risultato internazionale, un diciannovesimo posto, alla Ruota d’Oro. In una gara dilettantistica, il GP Città di Montegranaro, invece, riuscì addirittura a salire sul podio. Nelle corse del calendario nazionale britannico, inoltre, si impose in tre occasioni.
Nel 2022, rimasto alla Zappi, confermò i suoi progressi, disputando (e portando a termine) il Giro d’Italia Giovani Under 23. Al Giro della Regione Friuli Venezia Giulia centrò anche la prima top ten internazionale in carriera, piazzandosi ottavo nella terza tappa. Nel calendario dilettantistico britannico, invece, conquistò due successi. A fine stagione fu ingaggiato come stagista dalla Mg.K Vis-Color for Peace, con cui ebbe la possibilità di disputare le prime gare professionistiche: al via di Giro di Toscana, Coppa Sabatini e Coppa Agostoni, non portò a termine nessuna delle tre, ma a Peccioli si fece notare entrando nella fuga di giornata.
Nella stagione seguente, il britannico diventò a tutti gli effetti un corridore della Mg. K Vis-Colors for Peace. Conquistò il primo successo italiano, il Giro del Valdarno, e vinse anche una gara in patria. Nel calendario internazionale, invece, fece più fatica, anche perché si trovo a competere a livelli superiori rispetto a quelli ai quali era abituato: non andò oltre un ventunesimo posto al GP Kranj (nelle prove UCI) e un trentacinquesimo al Trofeo Matteotti (nelle corse professionistiche).
Lo scorso anno ha fatto qualche piccolo passo in avanti: ha vinto un’altra gara dilettantistica in Italia (il Giro del Montalbano) e una in Gran Bretagna (il Lancaster Grand Prix) e ha centrato la seconda top ten internazionale in carriera, concludendo in ottava posizione il Trofeo Città di Brescia. Ha raccolto, inoltre, un discreto quattordicesimo posto nel campionato nazionale in linea ed è stato ventesimo in una frazione del Giro d’Abruzzo.
Al momento Ben Granger è iscritto all’Arno Wallaard Memorial, in programma il 27 settembre, ma non è escluso che venga schierato al via delle due gare italiane in programma in settimana (la Milano-Rapallo e il Giro di Romagna). Un altro risultato di prestigio potrebbe essere un mattoncino importante nel suo progetto di seguire le orme di Paul Double e Paul Wright, che, dopo aver vestito le maglie di Zappi e Mg.K Vis, sono sbarcati tra i professionisti.