Elia Viviani © Elia Viviani via X
Professionisti

Elia Viviani, il ritiro può aspettare: "Amo ancora la vita da corridore"

Reduce dalla vittoria di tappa al Tour of Turkiye, il veronese non chiude le porte a un'altra stagione nel professionismo e punta alle cento vittorie

La vittoria conquistata sabato nella penultima frazione del Tour of Turkiye ha un grande significato per Elia Viviani: con questo successo l'esperto sprinter veronese è arrivato a quota 90 successi in carriera, alzando le braccia al cielo per la prima volta da più di un anno e mezzo e facendolo per la prima volta con la maglia della Lotto.

Il suo passaggio alla corte di Stéphane Heulot, sancito a fine febbraio con un contratto annuale, era arrivato un po' a sorpresa, dopo che per settimane si era vociferato di un suo ritiro dal ciclismo su strada per entrare nello staff della nazionale italiana. Alla luce degli ultimi risultati, la nuova avventura con il team belga sembra andare per il verso giusto: Viviani è riuscito a mettersi alle spalle un triennio deludente con la maglia della INEOS Grenadiers e al momento l'opzione del ritiro è ancora piuttosto remota.

Elia Viviani: “Non è stato facile, ma sono ancora competitivo”

Intervistato da CyclingNews al termine della penultima tappa della gara turca, il campione olimpico di Rio 2016 ha dichiarato di non aver passato un periodo semplice dopo essere stato tagliato dalla formazione britannica.

“Quest'inverno mi sono ritrovato senza squadra e a 36 anni non è stato facile. Devo ringraziare la Lotto e Stéphane Heulot per avermi dato questa possibilità. Il mio programma all'inizio prevedeva solo corse di un giorno e ho detto alla squadra che avevo bisogno di una corsa a tappe per prendere il ritmo. Mi hanno proposto il Giro di Turchia, una corsa a cui mi è sempre piaciuto tanto partecipare. Ho sempre detto di voler fare un altro anno, magari due se fossi stato ancora competitivo, e oggi ho dimostrato di esserlo.”

Nulla di concreto sull'opzione di allenatore della nazionale: “Se ci fosse qualcosa, non sarei qui”

Questa stagione è la sedicesima da professionista per il velocista trentaseienne, ma Viviani non si è ancora stancato della vita da corridore. Almeno per adesso, la possibilità di vederlo impiegato come tecnico della nazionale italiana è un'opzione remota.

“Se ci fosse qualcosa di concreto, non sarei qui. Mi piace fare i sacrifici che si devono fare come corridore professionista, anche se per un velocista è ancora più difficile restare a secco di vittorie. So che a 36 anni il corpo non risponde più come quando avevo 20 anni, ma mi piace ancora molto essere un ciclista professionista.”

Foto di Elia Viviani
Elia Viviani con la maglia della nazionale alle Olimpiadi di Parigi 2024 © Ulf Schiller

Infine, c'è il traguardo delle 100 vittorie su strada in carriera. Nella storia sono solo ventiquattro i corridori capaci di raggiungere questo risultato. Viviani sa bene di essere molto vicino ad aggiungere anche il suo nome alla lista, pur riconoscendo di avere ormai soprattutto un ruolo di mentore all'interno della Lotto. L'opzione di restare professionista anche nel 2026 è verosimile.

“Sì, soprattutto se quest'anno dovessi avvicinarmi ancora alle cento vittorie ma senza arrivarci. Mi sono unito alla Lotto perché è un team molto giovane: sono qui per vincere, ma anche per far valere la mia esperienza. Nel ciclismo di oggi molti talenti giovanissimi saltano alcuni step fondamentali e la loro carriera viene bruciata in fretta. Il mio consiglio è di seguire tutte le tappe del proprio percorso, correndo gare minori, e solo quando si è coscienti del proprio valore sarà il momento di competere per vincere ai massimi livelli .”

La XDS-Astana ha Famenne di vittorie: Kanter vince la Ardenne Classic davanti a Bol
Amedeo Onnis
Se sorrido mentre parli, probabilmente stai parlando di ciclismo. Tifoso sfegatato di tutti i corridori dal nome bizzarro e appassionato di triathlon, sono tra quelli che attendono la stagione di ciclocross più di quella su strada.