Primož Roglič ©Andorra Cycling Masters
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Roglič punta tutto sulla Vuelta 2026: la caccia alla quinta diventa il cuore della sua stagione

Lo sloveno costruirà il 2026 attorno alla Vuelta, con una preparazione mirata tra Tirreno, Itzulia e Romandia, e l’obiettivo dichiarato di conquistare la sua quinta maglia roja

Per Primož Roglič il 2026 sarà un anno costruito attorno a un unico obiettivo: tornare là dove ha scritto la parte più riconoscibile della propria storia sportiva. La Red Bull–BORA–Hansgrohe ha confermato oggi che il campione sloveno guiderà la squadra alla Vuelta a España, inseguendo una quinta vittoria che lo proietterebbe in una condizione unica nella storia contemporanea delle corse a tappe.

La scelta non sorprende (già lo sloveno si era espresso sulle ambizioni 2026), ma segna un punto di svolta nella gestione del suo percorso: dopo una stagione 2025 in cui era tornato protagonista al Tour ma senza raggiungere la vetta, Roglič e il team hanno deciso di riportare l’attenzione là dove la connessione tra corridore e corsa è sempre stata più forte.

Una Vuelta “di casa”, a partire da Monaco

Per Roglič, la scelta della Vuelta di partire con la cronometro d’apertura nel Principato di Monaco, luogo dove lo sloveno risiede, potrebbe essere un assist alle sue abilità a cronometro per costruire fin da subito, nella prova contro il tempo, il terreno ideale per un assalto alla maglia roja.

Primož Roglič ©Maximilian Fries
Primož Roglič tenterà la quinta Vuelta nel 2026 ©Maximilian Fries

Il team ha parlato esplicitamente di “punto emotivo più alto della stagione”, un messaggio che lascia intendere quanto profondamente Roglič sia integrato nel disegno tecnico della squadra nonostante l’età e l’arrivo di nuovi leader.

Il percorso verso agosto: un 2026 calibrato e mirato

Il cammino che porta alla Vuelta sarà misurato, senza dispersioni. Il programma primaverile prevede tre tappe chiave: Tirreno–Adriatico, Itzulia Basque Country (Giro dei Paesi Baschi) e Tour de Romandie.

È un pacchetto di corse che Roglič conosce bene, avendole vinte entrambe due volte, e che rappresenteranno un terreno su cui consolidare ritmo, confidenza e sensazioni in vista del grande appuntamento di fine estate, con un percorso che potrebbe essere molto simile a quello del 2024, suo primo anno alla Red Bull-BORA-hansgrohe: in quell'anno si presentò alla Parigi-Nizza senza una condizione smagliante (chiuse decimo), ma la gamba crebbe in occasione del Giro dei Paesi Baschi, che terminò anzitempo per l'orribile caduta che mise fuori gioco anche Jonas Vingegaard e Remco Evenepoel, portando grossi rischi anche a Jay Vine: lo sloveno in quell'occasione era in maglia di leader, arrivata dopo la vittoria nella cronometro iniziale. La vittoria arrivò poi al Delfinato, ma poi nuove cadute lo costringessero al ritiro dopo la dodicesima tappa del Tour de France. Tornato alla Vuelta per rifarsi, per lui arrivò la quarta vittoria.

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