Dario Kloeck (all'estrema sinistra) alla cerimonia del podio di Remco Evenepoel dopo la cronometro a Kigali © BELGA
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Il meccanico di Evenepoel: “Non c’era niente che non andasse, credo sia stata la frustrazione”

Dario Kloeck spiega i problemi di Remco a Kigali: primo sellino rotto su una buca, poi solo nervosismo. “Abbiamo controllato tre volte"

Remco Evenepoel ha conquistato l’argento nella prova in linea dei Mondiali di Kigali, ma il belga non ha nascosto la rabbia per i problemi meccanici che lo hanno costretto a ben tre cambi di bici. Il più discusso è stato il secondo, sul quale è intervenuto a fine gara il meccanico – e cugino – Dario Kloeck, per chiarire quanto accaduto.

La sella rotta sulla prima bici

“Alla sua prima bici si è rotto il sellino dopo che era passato sopra una buca, poco prima del Mount Kigali” ha spiegato Kloeck. “Remco ha poi continuato a lungo con una bici rovinata. La punta del sellino era scesa di due centimetri. Si era spezzato il morsetto e la sella si era inclinata verso il basso. In quel caso non c’era niente da fare”.

Dopo il primo cambio, Evenepoel si è fermato di nuovo, convinto che la posizione non fosse quella giusta. Ma il meccanico belga ha dato una versione diversa: “Abbiamo controllato tre volte, ma il sellino era alto esattamente come sulla sua altra bici. Cosa non andasse lo sentiremo più tardi, ma credo sia stata soprattutto frustrazione. Lì ha perso inutilmente molto tempo”, ha concluso Kloeck.

La rabbia di Remco Evenepoel, costretto a due cambi di bici al mondiale di Kigali 2025
La rabbia di Remco Evenepoel, costretto a due cambi di bici al mondiale di Kigali 2025 ©Getty Images

“Il ciclismo è anche uno sport meccanico”

Lo stesso Evenepoel, intervistato dopo l’arrivo, ha raccontato la propria versione: “Sentivo che potevo correre con Tadej, ma il ciclismo è anche uno sport meccanico ha detto a Cycling Pro Net. “Durante la salita, mi sono venuti crampi alla schiena perché la posizione era completamente sballata. Sono riuscito a seguire l’attacco per forse mezzo minuto, poi mi sono bloccato del tutto. Dovevo solo resistere fino in cima, sapendo che ci sarebbe stata una bici pronta nella zona di rifornimento”.

Neanche il secondo cambio ha risolto i suoi problemi: “Ho fatto un giro, ma ogni chilometro peggiorava, quindi ho dovuto cambiare ancora. Senza comunicazione radio non potevo avvisare la squadra in anticipo, ho dovuto gestirmela al meglio”, ha spiegato Evenepoel.

Nonostante i tre cambi di bici, un passaggio a vuoto per un problema fisiologico e il distacco da Pogacar sul Mount Kigali, il belga è riuscito a rimontare e a guidare l’inseguimento, chiudendo al secondo posto. “Ovviamente ero venuto qui per fare la doppietta, ma per diventare campione del mondo deve andare tutto alla perfezione. Nel complesso sono molto contento di come è andata la settimana, con lo staff e con i compagni”, ha aggiunto.

Adesso Evenepoel guarda già al finale di stagione, con due Europei e Il Lombardia nel mirino: “Voglio continuare su questa linea. Vincere domenica non significa per forza battere Tadej: il livello sarà altissimo. Ma la maglia di campione europeo è l’unica che mi manca, insieme a quella iridata su strada. Per me erano gli obiettivi più importanti dell’anno”.

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