Una posizione inaccettabile, vero? Eppure è quella che va per la maggiore quando si parla degli incidenti nel ciclismo: fatali o comunque gravissimi, come all'Itzulia e alla Dwars, ma considerati inevitabili ancora da troppi addetti ai lavori
Mentre l’unico problema delle classiche del nord in rosa è decidere se sia meglio farle arrivare prima o dopo gli uomini, in Italia non le organizziamo nemmeno. Però facciamo 7 inutili ore di diretta integrale della Classicissima!
Magari ci si può inventare qualcosa dalla media distanza per rendere la corsa più movimentata, ma gli ultimi 40 km devono rimanere così come sono, o la Classicissima perderebbe la sua unicità
Vatti a fidare di Monsieur Limorté: annuncia in pompa magna la Forcola di Livigno ma poi deve stravolgere la tappa regina del Giro perché gli svizzeri non autorizzano il passaggio su quella salita: ma sentirli prima, no?
Dalla guerra di Gaza (e le polemiche su Israel/Free Palestine) ai coltivatori francesi che mettono a rischio l’Étoile de Bessèges: lo sport è immerso nella politica, e ignorarlo è da ipocriti
Alternare gli appuntamenti minori su base biennale, come proposto dalla Tribuna del Sarto, non solo lascerebbe irrisolti i problemi di partecipazione alle corse, ma ne metterebbe a rischio la stessa sopravvivenza
Chi davvero crede che Tadej partecipi all’edizione 2024 solo perché pagato, e che questo segni una sua resa al cospetto di Vingegaard, non ha capito niente: né dello sloveno, né dell’importanza della corsa rosa
Inutile rosicare per la mancanza di un corridore forte come il tennista altoatesino: abbiamo avuto Nibali e oggi Ganna, ma nessuno dei due ha sfondato perché il movimento non ha saputo rinnovare la propria immagine
Le recenti giustificazioni di Vingegaard per un controllo saltato nel 2019, o il tempo che ci è voluto ad Ullrich per ammettere l’uso di sostanze, la dicono lunga sulla subalternità mediatica e politica del ciclismo sull’argomento
Van Aert lo si ama proprio per il suo correre sempre e su ogni terreno ma, dopo un 2023 da incubo e alla soglia dei 30 anni, deve iniziare a capitalizzare il suo talento: magari evitando di sfinirsi mentalmente già nel cross
Tanto è il tempo che si sarebbe dato Pogačar per conquistare la corsa rosa, ma resterà competitivo così a lungo? E in fondo anche l’Emiro e Colnago dovrebbero apprezzare due mesi di sovraesposizione mediatica
Da Portanova a Tiberi, da Schwazer ai ciclisti “dopati” o “codardi”: smettiamo di aspettarci che gli atleti siano di esempio per chicchessia, e lasciamo alla giustizia (ordinaria e sportiva) qualsiasi valutazione sull’individuo
Il claim della “corsa più dura del mondo nel paese più bello del mondo” non paga, se spaventa i big: la scommessa sta nel rilanciare l’accoppiata col Tour, quindi ben venga un percorso che più si concilia col doppio impegno
Dopo due ko consecutivi al Tour per mano di Vingegaard, il fuoriclasse sloveno ha tutto l’interesse a tentare finalmente l’assalto alla Corsa Rosa, per poi sfidare comunque il danese in Francia. E ci sono tante altre ragioni per calare in Italia
Proprio quando sembrava di sì, sono iniziate a piovere le smentite. E noi tifiamo fortissimamente per il fallimento del progetto, soprattutto pensando agli “esodati” del Wolfpack